Il sindaco ha ribadito l’urgenza di trovare una soluzione che tuteli anche i residenti a Boffalora
Sono salite a 600 le firme della petizione popolare per chiedere alla Provincia di mettere in sicurezza la curva di Sport al di là dei divieti
CALCO – “Piuttosto che dare dei soldi ad un avvocato per presentare ricorso al Tar contro la mia ordinanza, la Provincia potrebbe disegnare le righe al posto della zebratura e creare una corsia di immissione sulla 342 per i residenti a Boffalora”.
Si è lasciato andare anche a uno sfogo ieri sera, venerdì, il sindaco Stefano Motta durante l’assemblea pubblica convocata per affrontare la spinosa questione della curva di Sport. L’incontro, tenuto nell’ex scuola primaria di Arlate, ha visto partecipi numerose persone, convinte del fatto che per sistemare definitivamente la situazione, che si sta schiacciando in una contrapposizione tra Comune e Provincia, serva realizzare una rotatoria o qualsiasi altro provvedimento atto a mettere in sicurezza l’incrocio.
“Una situazione attenzionata da tempo”
Coadiuvato dall’assessore a Lavori pubblici, urbanistica e viabilità Mauro Galbusera (ex consigliere provinciale con delega proprio alla viabilità), Motta ha effettuato un excursus sulla situazione della curva di Sport. “Ci siamo presi lo scrupolo di studiare la normativa ed effettuare anche una ricerca sull’incidentalità in questo tratto. La pericolosità dello Sport era già attenzionata dall’amministrazione comunale che a gennaio aveva già incontrato la Provincia elaborando già un’ipotesi di soluzione”.
Il susseguirsi di una serie di incidenti, tra cui uno mortale, ha portato all’accelerazione delle decisioni. L’11 aprile il Comune di Calco ha vietato con un’ordinanza la svolta a sinistra per chi da via San Giorgio si immette sulla Provinciale. Il 16 aprile è seguito il provvedimento della Provincia, con il divieto di svolta a sinistra dalla Provinciale in via San Giorgio e Saint Germain Laprade. “Da allora i residenti di Boffalora sono imprigionati in casa loro. Una situazione inaccettabile”.
Sono salite a 600 le firme della petizione popolare
E così seguita il 29 aprile una nuova ordinanza del Comune in cui “abbiamo semplicemente chiesto di creare una corsia di immissione per Boffalora al posto della zona zebrata“.
Nella mozione approvata in Consiglio e nella petizione, che ha raggiunto nel frattempo le 600 firme, si chiede alla Provincia di valutare interventi di messa in sicurezza sulla curva di Sport da attuare anche con tempistiche differenti. “Sappiamo che per realizzare una rotonda ci vogliono anni. Per questo siamo i sostenitori di un primo intervento di messa in sicurezza che preveda la creazione di una corsia di immissione sulla sinistra per via Saint Germain La Prade e una corsia analoga per chi deve entrare in via San Giorgio. Il tutto in sicurezza con uno spartitraffico in mezzo”. Dai 100 ai 180mila euro il costo di questo intervento che sarebbe, il sindaco lo ha ribadito più volte, solo un primo step in attesa della rotonda o di un altro intervento viabilistico di tipo infrastrutturale.
“Calco soffre di numerosi problemi viabilistici”
Per Motta è evidente che la situazione attuale non è sostenibile. Non solo per i residenti di Boffalora, ma anche per chi, come gli abitanti di via Roma, si sono visti la strada intasata da chi cerca un’alternativa alla colonna fino alla rotonda di Largo Pomeo. “Calco soffre di un non indifferente problema viabilistico perché le strade non sono mai state adeguate al suo sviluppo urbanistico. Tanto che per ovviare al problema si è intervenuto creando dei sensi unici in quelle strade, come via Volta, via Cantù e via Trento, sottodimensionate”.
Senza perdere il controllo della serata e domando gli sfoghi di chi voleva esternare le proprie difficoltà e i propri disagi, il primo cittadino ha ammesso: “Sappiamo che trovare una soluzione vuol dire scontentare tutti. La situazione attuale è molto compromessa e per affrontarla servono sacrifici da parte di tutti”.
Il bando regionale per la messa in sicurezza di zone ad alta incidentalità
Motta ha ricordato anche l’occasione rappresentata dal bando regionale che prevede contributi per la messa in sicurezza di zone ad alto rischio di incidentalità. “Nelle statistiche raccolte negli ultimi 10 anni anche il Cornello, prima della rotonda, faceva registrare molti sinistri”. 28 quelli registrati da Polizia locale o carabinieri (e quindi tendenzialmente i più gravi) negli ultimi 10 anni a cui si aggiungono 12 che si sono verificati poco prima o poco dopo la curva. “E’ chiaro che questa intersezione deve rappresentare la priorità di intervento per la Provincia. Ora come ora il paese è diviso in due, con il risultato che le rotonde, quelle di Beverate e quella di Pomeo, sono sovraccaricate. Dobbiamo convincere la Provincia che un intervento di messa in sicurezza che vada al di là dei divieti di svolta è necessario. E per questo abbiamo anche ipotizzato i tre step, sapendo che per creare una rotonda ci vorrà tempo”.
Boffalora e l’ipotesi della strada “gialla”
La previsione di una rotatoria, magari a biscotto, sembra l’unica però in grado di tutelare gli interessi di tutti i residenti, dal Piano a Boffalora, passando per Arlate. Sono stati proprio i residenti di Boffalora a chiedere al sindaco come comportarsi ora, in attesa che qualcosa, vuoi per buon senso o per l’intervento di un giudice, si sblocchi.
“Non è possibile sistemare la strada sterrata che attualmente già usiamo non riuscendo più a immetterci sulla Provinciale?” Una questione, quella della strada “gialla” (così è stata evidenziata nella mappa proiettata in sala), a sua volta non semplice. “E’ una strada consortile che andrebbe comunque sistemata. Per renderla utilizzabile dai residenti, ammesso che i privati la vogliano cedere, ci vorrebbero comunque, tra pratiche burocratiche e questioni tecniche, dei tempi molto lunghi”. Per Motta non ci sono molte alternative se non quella di continuare a raccogliere le firme per effettuare, coinvolgendo anche il Prefetto, un’azione di pressione sulla Provincia affinchè inserisca la curva di Sport in cima alla lista delle priorità di intervento di Villa Locatelli.