Nasce il distretto del cibo della Valle del Curone: “Faremo rete”

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Il distretto del cibo Valle del Curone è formato da 24 aziende agricole, 3 legate alle produzioni agricole e un’associazione

Tra i promotori del progetto i Comuni di Olgiate, La Valletta e Montevecchia

MONTEVECCHIA – Realizzare un’App per promuovere le attività presenti, istituire degli open day di presentazione dei prodotti, valorizzare i prodotti del territorio come il formaggino e il rosmarino di Montevecchia e puntare anche sulla formazione degli operatori agrituristici.
Sono i principali obiettivi del Distretto del cibo Valle del Curone, costituito a fine gennaio dopo un lungo lavoro di incontri e contatti iniziato nel 2023.

Formato da ventiquattro aziende agricole, tre aziende legate alle produzioni agricole e un’associazione onlus, il distretto, che ha visto tra i promotori e capofila il comune de La Valletta Brianza, punta a promuovere una cultura della rete e della collaborazione tra attori operanti nello stesso settore anche nel cuore della Brianza, nel bacino più ristretto del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, ovvero in quella porzione racchiusa tra i comuni di La Valletta Brianza, Montevecchia e Olgiate Molgora.

“L’idea del distretto era già nei pensieri di alcune aziende agricole del territorio da qualche anno – spiega Marta Galimberti, presidente del Distretto del cibo della Valle del Curone -. Da quando negli anni ‘90 l’agricoltura è ricomparsa a rivitalizzare i terrazzamenti abbandonati da decenni per visione, passione e volontà di alcuni pionieri , ne è passata di storia e oggi gli addetti impiegati in Valle sono oltre un centinaio. Nelle nostre primissime riunioni si è parlato dell’innegabile bellezza naturale da preservare nelle nostre aziende, della sensibilità che si deve avere nel coltivare e allevare in un Parco Naturale, della sostenibilità ecologica, ma anche economica, e non da ultimo della gestione del flusso di fruitori e turisti in aumento degli ultimi anni. Per questi motivi, nel momento in cui, a fine 2022, abbiamo saputo della nascita dei distretti del cibo, quale strumento di collaborazione pubblico – privato per realizzare progetti di rete che potessero aiutarci nel soddisfare i nostri obiettivi e far crescere il territorio , abbiamo subito capito che i tempi erano maturi per portare avanti questa sfida”.

Gli incontri sono iniziati a gennaio 2023 con il Comune di La Valletta Brianza che ha creduto da subito in questo progetto, finanziando lo studio di fattibilità affidato allo Studio Agronomico Agricovo, che in cinque mesi ha girato le aziende, agricole e non, raccogliendo spunti e progetti, aspettative e necessità.

Per avere una visione aperta e innovativa, è stato coinvolto nella squadra Giacomo Mojoli , docente universitario, già vice presidente internazionale Slow Food, che per sua professione si è trovato a collaborare con territori importanti quali la Valtellina, la Franciacorta, la Puglia e diverse aziende agricole su tutto il territorio nazionale.

“C’è un grande tema che attraversa e interrogherà il futuro dei territori e dei luoghi che viviamo e abitiamo – puntualizza lo stesso Mojoli -. E’ quello della loro rigenerazione che, nel concreto, significa e significherà ridare vita e valorizzare ciò che abbiamo dimenticato. Non certo per ricordare “il bel tempo che fu”, la storia del “Mulino Bianco” brianzolo,o, lo specchietto della “tradizione ruspante” per attrarre migliaia di visitatori della domenica. Il Distretto che immaginiamo è una sorta di rete, un intreccio di esperienze connesse ed elaborate sul campo, a più dimensioni, con dentro tanto vissuto e consapevole “saper fare”. In sostanza, il Distretto è un incubatore di idee, un ponte tra il privato e le istituzioni, un’opportunità per quest’ultime, di riconoscere, valorizzare e sostenere una progettualità che nasce dalla ricerca della qualità di ciò che si vuole offrire. Il tutto, nella consapevolezza di dover sempre “governare il limite”, sapendo pensare localmente, ma con una visione dinamica e globale. C’è tanto bisogno di competenza, di ri/tornare ai fondamentali, alla reputazione dei mestieri, alle cose ben fatte e ben progettate. Il Distretto è uno strumento, non un fine, una metodologia di lavoro, un prototipo di quello che si definisce “cultura del progetto”.

L’iniziativa è stata presentata nei giorni scorsi durante un incontro tenuto a Villa Sommi Picenardi a cui hanno preso parte i rappresentanti dei comuni partner tra cui Samuele Panzeri,  assessore di La Valletta Brianza, Matteo Fratangeli vicesindaco di Olgiate Molgora e il presidente del Parco del Curone Giovanni Zardoni. Da registrare anche l’intervento da remoto di Giovanni Malanchini , consigliere regionale, promotore e primo firmatario della Legge regionale 5 febbraio 2024 , n. 3 “Disposizioni regionali per la promozione delle azioni di sostenibilità del sistema agroalimentare realizzate dai distretti del cibo”, che ha voluto complimentarsi con il Consorzio Distretto del cibo per il lavoro svolto , ribadendo la necessità di creare vere reti di cooperazione territoriale al fine di
valorizzare i nostri sistemi agricoli e tutto ciò che è collegato al settore primario.

Tra gli obiettivi da realizzare per il distretto del cibo della Valle del Curone si annoverano, in ordine di priorità:
• Realizzazione di una APP dedicata e collegata ai canali dei principali Social Network per
promuovere le attività presenti e per informare il fruitore sulle iniziative, sulla viabilità, i
parcheggi, le “regole” per rispettare il Parco e le opportunità di conoscere e vivere il
territorio;
• Istituzione di uno o due “Open Day” all’anno di presentazione di tutti i prodotti , con
iniziative di educazione, degustazione, etc;
Realizzazione di segnaletica informativa e di infopoint legati agli obiettivi sopra descritti;
• Promozione di un formaggio tipico e redazione di un disciplinare di produzione “formaggino
di Montevecchia” ;
• Promozione cultivar “Montevecchia” di Rosmarino;
• Formazione degli operatori agrituristici per migliorare la qualità dei servizi offerti ;