Fuori tempo massimo, è arrivata l’osservazione della Soprintendenza di Bergamo Brescia sul nuovo ponte di Paderno
“Una vera mazzata per chi vorrebbe tutelare il paesaggio. In pratica si dice che il San Michele non si tocca, ma si può costruire un nuovo ponte a nord”
PADERNO D’ADDA – “Dallo specifico punto di vista della tutela paesaggistica appaiono di qualche interesse per motivi diversi, comunque legati a minori gradi di impatto sotto l’uno o l’altro aspetto, sia lo ‘scenario 2’ del DOCFAP (due ponti, distanziati, a sud e a nord del ponte storico), sia alcune proposte emerse nel dibattito pubblico, in particolare quella del Comune di Calusco (c.d. ‘1bis’), meritevole di attenzione perché favorevole a un ponte sia pur affiancato all’esistente ma dal lato nord anziché dal lato sud, con il vantaggio paesaggistico di salvaguardare le vedute panoramiche del ponte da e verso sud, mentre sul lato nord a monte le viste sono meno interferite dal previsto ponte in quanto più ravvicinate e limitate dalla vicina ansa del fiume”.
Così si è espressa la Soprintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio di Bergamo e Brescia nell’osservazione, firmata dal Soprintendente Giuseppe Stolfi e presentata, oltre i termini previsti, all’interno del dibattito pubblico per la realizzazione del nuovo ponte San Michele tra Paderno e Calusco.
Una presa di posizione che ha lasciato con l’amaro in bocca il comitato Cittadini Ponti che parla di una “vera mazzata a chi si batte per l’integrità di questo paesaggio e per soluzioni di mobilità ferroviaria e viaria poste, intelligentemente, in zone più adatte da tutti i punti di vista: collocazioni che molte autorevoli Osservazioni pervenute al Pubblico Dibattito, tra cui la nostra, hanno dimostrato fattibili”.
Dopo aver sollecitato più volte e invano una presa di posizione della Soprintendenza di Lecco – Como ponendo l’accento sull’impatto paesaggistico del nuovo ponte, il Comitato da anni attivo per la tutela del San Michele si dichiara altamente deluso dalle parole messe nero su bianco dalla Soprintendenza bergamasca e bresciana: “Non possiamo non porci delle domande sulla reale indipendenza di giudizio di chi ha in mano, per legge, la tutela del San Michele e del suo ambito così prezioso”.
Nella corposa osservazione, la Soprintendenza di Bergamo e Brescia ripercorre la vicenda relativa alla costruzione del nuovo San Michele e rimarca come “l’ipotesi di intervenire nuovamente sul ponte esistente eventualmente con opere di maggior entità (supportata anche dal Comitato Cittadini Ponte e dai Comuni del Meratese, ndr) è stata in questa fase (ovvero ben prima dell’apertura del dibattito pubblico, ndr) considerata non fattibile, anche sulla base di studi e indagini condotti in collaborazione con l’Università di Bergamo e il Politecnico di Milano”.
Non solo. Nel documento, l’ente che rappresenta il Ministero della Cultura precisa come lo scenario 1, preferito da Rfi e Regione, ovvero quello di un ponte unico promiscuo stradale e ferroviario in affiancamento a quello attuale, sia “quella che in relazione al ponte storico comporta il maggiore grado di impatto sui valori paesaggistici del sito, e che perciò risulta la meno auspicabile sotto il profilo di competenza”. Una considerazione a cui si aggiunge anche un’altra chiosa: “Già il solo prendere forma di tale orientamento ha prodotto quello che è difficile non considerare come un danno culturale immediato, ovvero la rinuncia (estate 2024) all’inserimento del ponte San Michele nella prestigiosa candidatura (avviata nel 2017) alla òista del patrimonio mondiale Unesco, nell’ambito del sito transnazionale dei ponti ad arco in ferro dell’Ottocento (rinuncia che sarebbe apparsa forse prematura, quando la scelta del ponte affiancato non si fosse ritenuta già allora come tracciata in via definitiva)”.
Da qui l’orientamento più favorevole espresso sull’ipotesi 2 o sull’1 bis avanzata da Calusco, chiarendo come il posizionamento a nord del nuovo ponte salvaguarderebbe la visione a sud del San Michele.
Un’indicazione di massima a cui la Soprintendenza aggiunge la rivendicazione di portare comunque il proprio contributo sul progetto qualora si arrivasse a scegliere invece la soluzione 1.
“Quanto sopra argomentato non toglie che qualora fosse confermato, all’esito del processo decisorio, sulla base di quella comparazione e ponderazione complessiva dei vari interessi in gioco propria della discrezionalità amministrativa, (e non già della discrezionalità tecnica cui devono tenersi le valutazioni degli uffici di tutela, per gli aspetti di specifica competenza la cui cura è loro assegnata), la scelta localizzativa del ponte promiscuo in affiancamento dello ‘scenario1’, residuerebbe per questa Amministrazione il compito, non del tutto secondario, di portare il proprio contributo in relazione al prospettato concorso di progettazione per il nuovo ponte, come già discusso nei contatti intercorsi con la superiore Direzione Generale, affinché possa essere raggiunto un esito progettuale di elevata qualità tanto architettonica che paesaggistica, e all’altezza del pur difficile compito posto dalla delicatezza e unicità del contesto d’intervento”.
Un parere (QUI IL DOCUMENTO INTEGRALE) che ha lasciato sgomento il Comitato Cittadini Ponti con una nota, che pubblichiamo integralmente sotto, intitolata “Lo scempio è meglio a sud o a nord?”
Questa è la domanda che probabilmente si è posta la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, per le Province di Bergamo e Brescia, in ordine al Dibattito Pubblico riguardante un nuovo ponte sull’Adda nei pressi del S. Michele.
Noi del Comitato Cittadini Ponti, in vista della conclusione del Dibattito Pubblico, ci eravamo decisi a scrivere nuovamente alle Soprintendenze di Bergamo e Brescia e a quella direttamente coinvolta di Lecco, da cui non avevamo ricevuto risposta, per raccomandare a chi ha la legale autorità in merito, di esprimere una posizione decisa e ferma in difesa del S. Michele, viste le ottime soluzioni alternative che il Dibattito ha evidenziato.
In fondo, ci siamo detti, all’epoca della manutenzione straordinaria tra il 2018 e il 2019, proprio la Soprintendenza, fortemente preoccupata per il “monumento storico”, a detta di RFI, proibì l’uso di materiali più moderni e performanti, causando così, sempre secondo RFI, una vita del ponte abbreviata al 2030.
Non può essere, ci siamo sempre detti, che la Soprintendenza accetti che il S. Michele e il sito paesaggistico subiscano alcuno scempio!
Accidenti, ci siamo sbagliati!! Come una doccia fredda, fuori dai tempi regolamentari, giungono le osservazioni della Soprintendenza di Bergamo e Brescia e non sono quelle sperate! Le leggiamo attenti e fiduciosi. Una lunga premessa evidenzia come, nonostante diversi incontri più o meno ufficiali dove la Soprintendenza puntualizzava la delicatezza storico paesaggistica del sito, le intenzioni di RFI per un unico ponte “a ridosso” sono
rimaste ferme, poste al Dibattito come soluzione preferita e sposate in pieno dalla Regione.
Il punto 2, interessantissimo, spiega poi la situazione vincolistica del luogo e
del monumento.
Riportiamo integralmente:
“…- Vincolo di tutela paesaggistica ex art. 136 c. 1 D.Lgs. 42/04 (d’ora in avanti ‘Codice’) dell’intero territorio del Comune di Paderno d’Adda, apposto con DM del 15.7.1969: secondo la declaratoria, i caratteri di interesse paesaggistico di questo territorio ‘si ravvisano particolarmente importanti in corrispondenza delle vedute dal ponte di Paderno, con le magnifiche vedute dell’Adda verso nord e il territorio di Robbiate, con il corso del fiume, il canale scolmatore e la notevole struttura in ferro del ponte viario e ferroviario’. – Vincolo di tutela paesaggistica ex art. 136 c. 1 lett. c-d Codice di una zona in Comune di Calusco d’Adda, apposto con DPGR del 6.2.1985: oggetto del vincolo è un tratto di paesaggio fluviale con caratteri unici, ovvero le sue rapide e singolarità geologiche ben
visibili dalla sponda sinistra del fiume, e i suoi elementi antropici essenziali costituiti dal Naviglio di Paderno con la serie di chiuse e di centrali elettriche, costituente ‘un quadro naturale visibile da svariati punti di vista tra cui il famoso ponte in ferro di Paderno’. – Vincolo di tutela paesaggistica ex art. 142 c. 1 lett. c) Codice (fascia di rispetto di 150 m dei corsi d’acqua). – Vincolo di tutela paesaggistica ex art. 142 lett. f), in quanto area compresa nel territorio del Parco Regionale Adda Nord (istituito con LR 80/1993). – Il Piano Paesaggistico Regionale della Lombardia include la ‘veduta dell’Adda dai ponti di Trezzo e di Paderno, al n. 47, nel Repertorio delle 71 ‘Visuali sensibili’ (tav. B) più importanti della regione. – Vincolo di tutela culturale ex artt. 10-12 Codice, come da declaratoria del 14.7.1980, con una molto stringata motivazione che sottolinea principalmente la ‘logica e ardita struttura’ del ponte e il suo essere testimonianza dell’evoluzione della tecnica architettonica del XIX secolo. Ma, come riportato nella scheda SIRBeC LC120-
00634, il Ponte San Michele è concordemente riconosciuto quale ‘il maggiore monumento italiano dell’architettura in ferro dell’Ottocento’, di ‘rilevanza paragonabile a quella della Tour Eiffel a Parigi, che fu costruita negli stessi anni e con le medesime tecnologie’, e rappresenta un simbolo dell’archeologia industriale in Italia”.
Non si dice che non si possano aggiungere elementi costruttivi, figli del normale adeguamento storico economico, antropico della zona, ma chiaramente le caratteristiche del manufatto e la sua posizione pretendono interventi accuratissimi e super rispettosi, difficili da attuare anche coi migliori accorgimenti architettonici.
Detto tutto questo, in caduta libera, si giunge infine alle Conclusioni, o meglio, alle “Sconclusioni”:
– Avete già fatto un guaio serio e inopportuno rinunciando nel 2024 alla candidatura Unesco.
– Comunque tra le soluzioni sarebbe meglio la 2 che costruisce lontano
dal S. Michele.
– Però visto che volete insistere a costruire il nuovo ponte doppio “a ridosso”, beh, allora la proposta di Regione, la uno-bis, che mette tutto a lato nord, potrebbe anche andare. Infatti la visuale verso Nord è più corta perché il fiume fa una curva…(Sic)
– Resta inteso che sulla progettazione architettonica anche Noi di Soprintendenza vogliamo dire la nostra…
Leggiamo, rileggiamo e restiamo a bocca aperta! Una vera mazzata a chi si batte per l’integrità di questo paesaggio e per soluzioni di mobilità ferroviaria e viaria poste, intelligentemente, in zone più adatte da tutti i punti di vista: collocazioni che molte autorevoli Osservazioni pervenute al Pubblico Dibattito, tra cui la nostra, hanno dimostrato fattibili.
Delusi, non possiamo non porci delle domande sulla reale indipendenza di giudizio di chi ha in mano, per legge, la TUTELA del S. Michele e del suo ambito così prezioso.
Paderno d’Adda
Comitato Cittadini Ponti di Paderno, Verderio, Robbiate

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