Tetraplegico dopo un incidente nel 2011, Giovanni Corso è stato seguito per anni nel reparto di terapia del dolore di Lecco
La scelta della donazione dopo la morte nel febbraio 2023. La compagna Erica: “Con il dottor Maniglia abbiamo trovato professionalità, umanità ed empatia”
LECCO – In ospedale ha trovato non solo una terapia giusta per provare a lenire il dolore, ma anche e soprattutto un’umanità e una capacità di empatia straordinari. Tanto che, prima di morire nel febbraio scorso, stroncato a soli 43 anni da un’infezione, ha deciso di donare ben 100mila euro al reparto di terapia del dolore guidato dal dottor Paolo Maniglia. E’ una storia di una sofferenza, acuta e pungente, ma anche della capacità di volgere al positivo, senza mai smettere di lottare, un dolore immenso piombato all’improvviso in una vita tranquilla e serena, quella che Erica Scalzi ha deciso di condividere oggi, raccontando la vicenda del compagno Giovanni Cosco, coinvolto nel luglio del 2011 in un terribile incidente motociclistico a Eupilio.
L’incontro con il dottor Maniglia
Sopravvissuto quasi per miracolo allo schianto, Giovanni, classe 1979, residente a Vercurago, è restato però paralizzato fino al collo: tetraplegico, inchiodato per sempre su una carrozzina, ha dovuto reinventarsi, dopo un anno trascorso in ospedale, la vita intera partendo dai gesti quotidiani non più semplici e banali. Al suo fianco, Erica che lo ha aiutato a lottare e a non arrendersi mai. “Quando l’ho visto arrivare in ambulatorio, mi sono chiesto “Mo’ che faccio?”” ha ammesso il dottor Maniglia durante la conferenza stampa convocata da Asst Lecco questa mattina, martedì, per ringraziare per l’importante donazione ricevuta.
“Giovanni mi ha però dato subito la risposta: non mi ha chiesto grandi soluzioni, ma piccole risposte per piccoli problemi, come una spalla dolorante, un braccio. Di lui mi ricordo quel sorriso, quasi beffardo, con cui entrava in ospedale per sottoporsi alla terapia. E’ uno di quei pazienti a cui ti affezioni. Come anche a Erica, capace di stare vicino, ogni giorno, ora per ora, a cercare di alleviare le difficoltà e le problematiche di chi soffre di dolore cronico. In gergo tecnico si chiamano caregiver, più poeticamente potremmo vederli come degli angeli. In realtà sono persone comuni, ma con un dono prezioso, un cuore molto grande”.
Una donazione preziosa
Grazie alla donazione di Giovanni il dipartimento di terapia del dolore dell’Asst Lecco potrà provvedere all’allestimento di un ambulatorio di terapia del dolore anche a Merate dotato di un lettino automatizzato per le visite e le procedura mini invasive, di un ecografo e di un monitori multiparametrico. Non solo. Sarà possibile anche coprire le spese di un contratto di 12 ore alla settimana per uno psicologo che si occupa dei pazienti (e dei familiari) sottoposti a terapia del dolore: “Un aspetto importantissimo perché incide anche sull’efficacia delle cure” ha rimarcato Maniglia. Grazie al gesto di altruismo di Giovanni ed Erica sarà possibile potenziare anche la gestione a domicilio dei pazienti con dolore cronico attraverso l’acquisizione di una cartella informatica e il potenziamento degli strumenti di telemedicina. Una parte dei 100mila euro serviranno anche per la formazione, ovvero per la frequenza a master universitari, di medici e infermieri.
“Mai arrendersi”
La targa in memoria di Giovanni verrà posizionata fuori dall’ambulatorio dell’ospedale Manzoni di Lecco dove il vercuraghese si recava per i controlli e le terapie stabilite. “Ne aveva una programmata per marzo, ma purtroppo il 25 febbraio del 2023 Giovanni ha deposto la sua splendida armatura. Da una storia come la sua però si impara tanto. Si impara ad amare, a tendere la mano, a buttarsi anche quando si ha paura, ad ascoltare, a non arrendersi mai, a “non mollare” come diceva lui”.
Un reparto trasversale tra Lecco e Merate
Un’altra targa verrà realizzata dall’Asst Lecco e posizionata all’ospedale Mandic di Merate, dove il dottor Maniglia opera parallelamente a Lecco: “L’attività ambulatoria è stata svolta finora principalmente al Manzoni, ma ora con l’arrivo di un anestesista potremo proporla anche a Merate. Qui vengono svolte la maggior parte delle 800 infiltrazioni alla colonna che svolgiamo, mediamente, in un anno”. Sono 24 i nuovi accessi, sempre annuali, di pazienti che necessitano di cure non urgenti; una ventina quelli invece che hanno una priorità di urgenza.
Grazie alla donazione di Giovanni, il reparto guidato dal dottor Maniglia potrà fare ancora di più e star vicino a chi soffre e deve imparare a convivere con un dolore cronico.
“Non scopriamo certo oggi la sensibilità dei lecchesi e dei meratesi verso i loro ospedali, ne abbiamo avuto prova solo qualche giorno fa – ha sottolineato il direttore generale di Asst Lecco Paolo Favini -. Questa donazione è un segno tangibile del sostegno e della fiducia che la comunità dimostra verso la terapia del dolore e il nostro impegno nell’assicurare cure di livello”.