Retesalute, la preoccupazione dei sindacati che scrivono ai Comuni

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Cgil, Cisl e Uil sul mancato accordo con le cooperative sull’assistenza educativa nelle scuole

“A rischio la continuità del servizio. Retesalute implementi il proprio organico”

 

LECCO – Con una lettera aperta all’Assemblea dei Soci di Retesalute, l’azienda speciale che si occupa dei servizi sociali nei comuni del meratese che vi aderiscono, le Organizzazioni Sindacali hanno espresso la propria preoccupazione di fronte ai possibili scenari che potrebbero aprirsi a seguito del mancato accordo con le cooperative subentrate nella gestione dei servizi di Assistenza Educativa Scolastica e di Assistenza Domiciliare Minori per i Comuni Soci dell’Azienda Speciale Retesalute.

“A preoccupare è la mancanza di presupposti per poter assicurare la continuità dei servizi in questione, garantendo la qualità del servizio prestato, di fronte all’attuale insufficienza di personale destinato alla copertura dei medesimi servizi sul territorio – spiegano i sindacati di funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil – Insufficienza confermata dalle dichiarazioni rilasciate dal Dott. Rigamonti, in qualità di Direttore di Retesalute, che, al Consiglio Comunale di Lomagna di mercoledì 15 marzo u.s., ha riconosciuto che l’attuale stato di difficoltà ha indotto l’azienda a dover richiedere ad alcuni dipendenti di Retesalute in possesso della qualifica di educatore di distaccarsi provvisoriamente dal proprio incarico per coprire i servizi rimasti scoperti; il tutto mentre alcune scuole, di fronte all’evidente carenza di personale educativo registrata, stanno mettendo a disposizione le cosiddette funzioni strumentali”.

“Una preoccupazione lecita, che parte dalla considerazione che una quota cospicua degli educatori impiegati fino al 28 febbraio u.s. alle dipendenze del Consorzio Consolida, hanno rifiutato il subentro nelle Cooperative Sociali che si sono aggiudicate gli appalti di cui trattasi, rimanendo a carico dell’azienda uscente. Situazione che rischia di aggravarsi a seguito del mancato accordo rispetto ai termini di assorbimento degli operatori che hanno garantito la propria disponibilità al passaggio nelle Cooperative subentranti: la disponibilità all’assunzione del personale non può prescindere dalla garanzia di mantenimento migliori condizioni applicate dall’uscente (come ad esempio l’erogazione di buoni pasto), così come dal mantenimento dell’articolazione dell’orario di lavoro applicata fino al subentro dei nuovi soggetti appaltanti (spesso frutto di una conciliazione dei tempi vita – lavoro il cui equilibrio risentirebbe del passaggio, ad esempio, da part time orizzontale a part time verticale ciclico)”.

E’ quanto scrivono Teresa Elmo (FP Cgil), Massimo Tremolada (CSIL FP) e Italo Bonacina (UIL FPL) segretari dei rispettivi sindacati e che, “di fronte alle criticità emerse nella gestione di servizi destinati a categorie fragili”, hanno formalmente richiesto di avviare un’interlocuzione concreta con una rappresentanza dell’Assemblea dei Soci e del CDA di Retesalute, alla presenza del Direttore dell’Azienda Speciale, al fine di valutare le posizioni dei Soci – i comuni – rispetto all’eventuale possibilità di porre rimedio alla situazione venutasi a creare, “difendendo la gestione pubblica dei servizi sociali attraverso l’implementazione dell’organico attualmente impiegato sui servizi al cittadino alle dipendenze di Retesalute nell’ottica di un vero e proprio ‘rilancio’ dell’Azienda che, uscita dal delicato percorso liquidatorio, che ha tenuto i dipendenti sospesi in un clima di incertezza”.

Ora, secondo i sindacati, Rete Salute “ha la necessità di affermare il proprio ruolo di Azienda Speciale strumentale agli Enti Pubblici afferenti al circuito di Retesalute nella gestione di servizi sociali, contrastante con il ruolo di Centrale Unica di Committenza, in cui l’Azienda rischia di ‘scivolare’, continuando ad affidare la gestione di servizi fondamentali come quelli socio educativi assistenziali a soggetti terzi, di natura privatistica, attraverso gare di appalto che si sono avvicendate nel tempo”.

L’incontro richiesto dalle Organizzazioni Sindacali rappresenta l’occasione per chiedere ai soci di Retesalute “di esprimersi con la stessa coerenza – scrivono i sindacati – che li ha condotti a supportare il modello dell’Azienda Speciale fin dagli esordi, con la conseguente presa di distanza da un sistema che, attraverso l’affidamento della gestione di servizi pubblici al privato, non garantisce pari diritti ai lavoratori che operano nell’erogazione dei medesimi servizi al cittadino, in quanto assoggettati a contratti di diversa natura, creando lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Implementare gli organici impiegati per garantire l’accesso universale ai servizi sociali erogati dall’Azienda Speciale Retesalute è la strada che, a parere delle Organizzazioni Sindacali, occorre percorrere se si vuole sostenere la contrapposizione tra una gestione pubblica e una gestione privatistica dei medesimi servizi”.