Treni e fase 2: il questionario di Trenord e le proposte dei Comitati pendolari

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Restano ancora diversi nodi da sciogliere in vista della fase 2, a partire dai controlli nelle stazioni

L’Ad di Trenord ha spiegato che per rispettare le misure anti covid i treni non potranno trasportare più del 30-40% dei passeggeri di prima

 

LECCO–  Ancora da definire, nel dettaglio, la riorganizzazione del servizio di trasporto ferroviario alla luce della riapertura di diverse attività lavorative il 4 maggio. Da lunedì prossimo, Trenord dovrà infatti garantire la sicurezza e il distanziamento richiesto dalla misure anti Covid facendo i conti con un prevedibile aumento di viaggiatori che torneranno a prendere il treno per raggiungere il luogo di lavoro. Proprio per capire meglio le esigenze dei propri utenti, Trenord ha provveduto il 15 aprile a inviare 550mila questionari a pendolari (contattando diversi abbonati via mail) e 500 imprese convenzionate per valutare le necessità di chi dovrà ricominciare a raggiungere il luogo di lavoro attraverso i mezzi di trasporto su ferro.

L’amministratore delegato Marco Piuri ha precisato che, per rispettare le misure anti Covid, Trenord non potrà trasportare più del 30-40% dei passeggeri che venivano trasportati prima dell’emergenza sanitaria in corso. Non solo, ma il numero uno della società partecipata dalla Regione ha sottolineato la necessità di spalmare l’utenza nell’arco della giornata, evitando il concentramento dei pendolari nelle fasce della prima mattina e del tardo pomeriggio. Intervistato dai giornali nazionali, Piuri ha ribadito che non sarà possibile arrivare all’ultimo minuto in stazione e salire di corsa sul convoglio, annunciando l’intenzione di aggiungere, nell’App di Trenord, una funzione per avvisare i pendolari sullo stato di riempimento dei treni.
Un altro nodo da sciogliere riguarda il tema dei controlli, su cui in particolare si attendono indicazioni governative. Resta da capire, infatti, come possa essere contingentato l’accesso alle stazioni dal momento che la stragrande maggioranza di queste, a differenza della metropolita, non hanno tornelli.

Sulla questione anche i comitati dei pendolari hanno fatto sentire la loro voce, rispondendo alla richiesta dell’assessore Claudia Maria Terzi di portare un contributo propositivo alla ripresa, per quanto parziale e progressiva, delle attività. “Il nostro contributo parte dalla consapevolezza che Regione Lombardia ha la piena responsabilità delle condizioni in cui si svolge la progressiva riapertura delle attività, segnatamente nel campo della mobilità e del trasporto pubblico, ferroviario e non solo, e pertanto come Ente titolare e regolatore del TPL dovrà “garantire la sicurezza dei viaggiatori, predisponendo il 100% del servizio ferroviario visto che scontiamo una riduzione di capacità dei treni a circa un quarto rispetto alla capacità nominale per le limitazioni dovute al distanziamento tra le persone, sulle quali non si può derogare”.

I pendolari chiedono anche pulizia e sanificazione, oltre alla disponibilità a bordo treno e nelle stazioni di tutti i dispositivi raccomandati dalle Autorità sanitarie, quali mascherine, guanti, gel disinfettante, nonché gli apposi raccoglitori per i rifiuti potenzialmente infetti”. I pendolari si sono invece detti contrari alla prenotazione del posto: “Qualora un qualche Ente o Gestore la volesse attuare dovrà essere in grado di dimostrare di essere perfettamente in grado di gestirla e governarla, ovviamente senza alcun costo o complicazione a carico dei viaggiatori e senza che ciò diventi una barriera all’accesso al mezzo pubblico o causa di ritardi. L’unica mitigazione praticabile rispetto ai problemi di affollamento è l’erogazione del 100% del servizio e la sua affidabilità e, dove possibile, l’aumento delle composizioni soprattutto dagli orari più affollati”.