I beni frazionali di Vegno, tesoro che si tramanda grazie a un modello di gestione antico

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La frazione di Crandola e i suoi circa 60 abitanti rappresentano un unicum sul territorio

“Un sistema che consente di mantenere la propria identità e garantisce una maggior attenzione al territorio”

CRANDOLA VALSASSINA – Un caso più unico che raro quello che, da centinaia di anni, contraddistingue gli abitanti di Vegno, frazione di Crandola, nell’amministrazione di quelli che ancor oggi vengono chiamati beni frazionali. Si tratta di proprietà collettive di uso civico che la frazione ha portato in dote alla fine del ‘700 a seguito dell’incorporazione al comune di Crandola Valsassina ma che vengono amministrate da un comitato eletto in occasione delle amministrative.

La vecchia scuola di Vegno

Per capirci, nella tornata dello scorso ottobre che ha visto la riconferma del sindaco Matteo Manzoni, assieme alla scheda per l’elezione del sindaco di Crandola, solo gli abitanti della frazione di Vegno (poco più di una sessantina di persone su un comune che ne conta circa 270) hanno ricevuto una seconda scheda dove scrivere quattro preferenze, le cinque più votate andavano a formare l’Amministrazione dei Beni Frazionali.

“Il Comitato dei Beni frazionali è un organo elettivo composto da quattro membri più il presidente, quest’ultimo viene eletto dal consiglio stesso – ha spiegato il sindaco di Crandola Matteo Manzoni -. Tutti gli abitanti della frazione di Vegno godono dell’elettorato passivo, quindi non c’è bisogno di candidarsi ma tutti possono essere votati. Questo sistema è un unicum sul nostro territorio e si rifà in qualche modo ai Patriziati Svizzeri, enti di diritto pubblico che gestiscono proprietà collettive”.

Il lavatoio

Il comune di Crandola e la frazione di Vegno, ancor oggi, conservano identità ben distinte, ognuna delle due comunità mantiene vive le proprie feste e le proprie tradizioni: “La demarcazione c’è ancora: si collabora, come è giusto che sia, ma ognuno mantiene la propria identità e son contento che sia così perché questo sistema si traduce in modo diretto in una maggior attenzione verso il nostro territorio. Dal 1928 al 1957 Crandola venne accorpata a Margno, ma fu proprio la forte spinta dei frazionisti di Vegno, a cui poi seguì quella di tutti i cittadini, a dare il la alla ricostituzione del nostro comune”.

Una tradizione centenaria che non è mai caduta in disuso, anzi: “Oggi c’è molta collaborazione e attenzione da entrambe le parti. Nella costruzione della lista, per quanto mi riguarda, ho inserito persone valide e che si impegnano anche della frazione di Vegno, in modo da poter individuare tra loro il vicesindaco. Una scelta ‘bipartisan’ non scritta che però consente, come avvenuto negli ultimi anni, di portare avanti le istanze di tutti e collaborare con uno sguardo sempre più attento sia al comune che alla frazione”.

La vecchia latteria

I beni pubblici che amministra il comitato sono principalmente boschi e casere d’alpeggio, a cui si aggiungono la vecchia scuola e la vecchia latteria oggi diventate abitazioni private come ci ha spiegato l’attuale presidente Michela Ruffoni: “L’Amministrazione dei Beni Frazionali di Vegno è nata per amministrare beni del demanio civico della frazione di Vegno, quindi i suoi compiti sono gestire in maniera adeguata questi beni ed utilizzare i profitti per mantenere questo patrimonio nel migliore dei modi o utilizzare un eventuale avanzo di amministrazione per la sistemazione di altri immobili o beni sempre nell’interesse di tutta la popolazione di Vegno. L’Amministrazione dei Beni Frazionali di Vegno è una antica forma di governo che prevede che sia la comunità a gestire i beni dei frazionisti autonomamente e a reinvestire i benefici che trae da questa gestione all’interno della comunità stessa. L ‘Amministrazione dei Beni Frazionali di Vegno è composta da un presidente e quattro consiglieri eletti in concomitanza con le elezioni comunali tra i residenti a Vegno e svolge diverse attività istituzionali che possono essere riassunte nella gestione del patrimonio boschivo; gestione del patrimonio immobiliare e tutela dei diritti dei frazionisti. Questa organizzazione della comunità può essere vista come un primo livello di partecipazione alla cosa pubblica e ha importanti aspetti economici ambientali e sociali”.

Interno della vecchia latteria

L’Amministrazione resta in carica 5 anni e viene rinnovata in concomitanza delle elezioni comunali. Rappresenta un valido aiuto e un interlocutore per l’amministrazione comunale poiché svolge un’importante funzione pubblica di conservazione e gestione dei beni collettivi.

Come nasce l’amministrazione dei beni frazionali di Vegno

Nell’anno 1763 Vegno e Crandola, allora comuni autonomi, decisero di unirsi facendo una stima delle proprietà pubbliche e dei diritti di usi civici di pertinenza di ciascuno. La stima dette come risultato una differenza di valore a favore di Vegno di Lire 312 che il Comune
di Crandola avrebbe dovuto conguagliare in denaro. Non potendo o non volendo l’allora comune di Crandola versare tale somma, fu stabilito che alcuni terreni restassero amministrati dai frazionisti di Vegno. Questi terreni furono identificati nel bosco
detto di Ronchi nonché vari terreni a prato e pascolo in Località Oro (o Leuro) e diverse piante di castagno in località Piale. Questi terreni di proprietà della frazione erano comunque gravati di uso civico di pascolo. I beni frazionali sono di piena proprietà e godimento dei frazionisti, questi beni vengono amministrati da un consiglio di cinque rappresentanti della frazione che curano gli interessi e i diritti dei frazionisti di Vegno.

la chiesa della frazione Vegno

I beni amministrati dalla frazione di Vegno

Latteria di Vegno: antica latteria sociale costituita da un fabbricato di tre piani posto all’ingresso del paese. Al pian terreno sono ancora visibili la cantina per la stagionatura del formaggio, il locale adibito alla cottura del latte con il camino e il locale dove il latte veniva refrigerato attraverso recipienti introdotti in “fontane” di cemento con acqua corrente. Numerose conche per il latte e oggetti atti all’uso testimoniano l’antica funzione dell’edificio. Il pian terreno non dispone né di bagno, né di riscaldamento e neanche di elettricità e necessiterebbe di un intervento ai serramenti. Al primo piano si trova un appartamento affittato e al secondo piano si trova la soffitta dove sono conservati alcuni arredi d’epoca, qualche banco della scuola e alcuni attrezzi.

Ex scuola di Vegno: fabbricato di tre piani, al pian terreno si trova l’antico lavatoio, al primo piano un piccolo bilocale ristrutturato così come al secondo piano. L’edificio ospitava l’antica scuola chiusa nei primi Anni ’60.

Casera Alpe Besso e Alpe Oro: l’alpe Oro a 1500 msl e l’alpe Besso a 1000 msl sono gli alpeggi di Vegno che venivano monticati in estate. In entrambi gli alpeggi si trovano le Casere per la lavorazione del latte. La casera dell’Alpe Oro non viene più usata come latteria, ristrutturata negli Anni ’80 viene utilizzata per preparare il “Beck” il 15 agosto durante la festa dell’alpe. La casera dell’Alpe Besso, alpeggio abbandonato e decadente, era una bella costruzione con tetto a quattro spioventi ma ormai necessiterebbe di una ristrutturazione totale.

Bosco in località “Piale” e bosco detto “dei Ronchi”: bosco di castagno e faggio di 30 ettari, con il taglio del bosco ai tempi in cui il legname aveva ancora un valore fu costruita la Latteria a Vegno.