Undici le squadre sulla linea di partenza
Il presidente Bonaiti: “Un evento per promuovere la cultura del dono e della donazione”.
LECCO – Nemmeno le nuvole e qualche goccia di pioggia hanno fermato il Trofeo Avis, organizzato per questa mattina, domenica, dall’associazione dei donatori di sangue lecchese, nel Parco di Villa Gomes.
La gara
Diventato ormai un appuntamento fisso, il Trofeo Avis quest’anno taglia l’importante traguardo della 40^ edizione: “Il Trofeo Avis vuole essere un momento per promuovere la cultura del dono e della donazione – ha dichiarato il presidente di Avis Lecco, Andrea Bonaiti – Oggi abbiamo bisogno di volontari attivi, giovani e meno giovani, che abbiano voglia di dare il proprio tempo”.
Undici le squadre che hanno partecipato, ciascuna composta da quattro atleti. I corridori si sono cimentati nella corsa campestre alternandosi ogni cinque giri per un totale di 180 minuti.
A tagliare per primi il traguardo gli atleti del Team Pentavis con 111 giri del tracciato per un totale di 44,435 km. Sul secondo gradino del podio la squadra dei Canottieri Lecco con 106 giri e sul terzo i Volontari Soccorso Calolziocorte con 103 giri.
A seguire, in ordine di arrivo si sono quindi classificati i team Croce Rossa Italiana Lecco, Aido Calolziocorte, Pkl, TrainingLab, Amatori Lecco, Avis Calolziocorte, L’equipe du Dimanche e Avis Lecco.
Infine, i migliori atleti, rispettivamente per le categorie maschile e femminile, sono stati Gabriele Gallo (Team Pentavis) con 30 giri e Eleonora Borghetti (Cri Lecco) con 25 giri.
La storia di Davide
Una giornata di amicizia, sport e solidarietà resa ancor più speciale dalla presenza di Davide, uno degli atleti, che nel giugno 2015 ha subito un trapianto di fegato. Oggi ha chiuso la gara all’8° posto nella classifica maschile per il team Aido Calolziocorte.
“La corsa mi ha tenuto vivo anche nei momenti difficili – ha commentato Davide, 47 anni di Tirano – Mi ha permesso di vedere ogni sconfitta nel percorso prima del trapianto come una tappa e non come un traguardo”.
A distanza di 4 anni dall’operazione, Davide, o AidoDavid come si fa chiamare, continua a coltivare la sua passione partecipando alle gare e migliorando i suoi record. “Essere qui per me oggi significa molto – ha aggiunto – Sono qui grazie a qualcuno che ha pensato fosse giusto donare. Per questo porto due scarpe di colore diverso: una rappresenta Davide e una il donatore che non conosco, ma grazie al quale sono qui”.
L’Inbook de “I Promessi Sposi”
Oltre al trofeo, ogni squadra ha ricevuto un premio speciale: un Inbook, ovvero un libro creato per bambini con disabilità cognitiva o problemi di comunicazione, de “I Promessi Sposi”.
“Abbiamo voluto tradurre l’opera manzoniana e lecchese per eccellenza per aiutare ragazzi e giovani con disabilità cognitiva – ha concluso Bonaiti – Il nostro intento è quello di permettere a questi giovani di lavorare sull’opera come tutti i loro compagni di scuola”.
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