Calcio Lecco. Annuncio shock: “Senza supporto del comune, giocheremo in un altro stadio”

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Aniello Aliberti - presidente Calcio Lecco

Il presidente Aniello Aliberti attacca il comune sulle precarie condizioni del Rigamonti-Ceppi

“Sono stufo di essere preso in giro dal comune. È probabile che andremo a Monza o a Bergamo, a Lecco non è più possibile giocare”

LECCO – Il presidente Aniello Aliberti attacca il comune sulla questione stadio. Nella conferenza stampa convocata per fare un bilancio sulla situazione del Rigamonti-Ceppi ha toccato diversi argomenti, in particolare il difficile rapporto col Comune arrivato ad un definitivo punto di non ritorno sulla questione della manutenzione dello stadio.

Infatti, dopo un anno e mezzo di trattative tra la società e Palazzo Bovara, il Presidente sta prendendo in seria considerazione l’opzione di far giocare la Prima Squadra fuori Lecco a causa degli ingenti costi di gestione che la struttura comunale richiede dal campo, agli spalti sino all’impiantistica interna.

L’inizio della conferenza stampa, però, è dedicato al momento positivo della squadra, oggi al terzo posto della classifica di Serie C, dopo la larga vittoria con l’Arzignano: “Quest’anno abbiamo deciso, insieme a Minadeo, di puntare sui giovani. Ho capito che in questa categoria si vince correndo. La fortuna è stata anche quella di trovare un allenatore che ha condiviso questa scelta. Quest’estate ci siamo mossi prima sul mercato e abbiamo iniziato a pensarci appena raggiunta la salvezza. Abbiamo inserito giovani di qualità e il nostro obiettivo è quello di puntare ai play-off. Tutto quello che viene in più lo prendiamo. Sappiamo, però, di dover combattere con società molto più strutturate che hanno investito tanto quali: Brescia, Vicenza e Cittadella. Anche se quest’ultima non ha dato le risposte previste a inizio stagione”.

Si guarda già a gennaio, mese in cui si riaprirà la finestra invernale di calciomercato: “In curva, domenica, mi hanno chiesto se prenderemo qualcuno che segna. A gennaio vedremo se ci saranno operazioni da fare. Noi dipendiamo anche dalle scelte che faranno i nostri calciatori. Ad oggi io non vorrei perdere nessuno anche se delle richieste ci sono state. Inoltre vedo un spogliatoio unito, a differenza delle diatribe che ci sono state l’anno scorso”.

“Già siamo fuori dal budget per due elementi che io ritengo importanti – ha continuato il presidente -. Zanellato che ci ha dimostrato un gran attaccamento alla maglia, rifiutando ingaggi molto più alti pur di restare qui e questo mi riempie il cuore di gioia. L’altro è Voltan che è un calciatore di alta qualità. Escludo che a gennaio, laddove ce ne fosse l’esigenza, che parte sempre da Valente e Minadeo, mi tirerò indietro. Al momento comunque vedo una squadra molto valida. Anche chi subentra durante la partita fa il suo, tutti i giocatori sono titolari”.

Il presidente Aliberti riprende il discorso aperto a luglio nell’ultima conferenza stampa in cui aveva parlato del rapporto col Comune sulla manutenzione allo stadio Rigamonti-Ceppi: “Rispetto a luglio non è cambiato granché, qui subentra la ‘tigna’. Ad inizio stagione lo sconforto era dovuto ad un mancato supporto dell’amministrazione comunale. Spendere soldi per una cosa che mi appassiona va bene, ma aggiungere dei soldi per una struttura stadio che non è mia, ma è di proprietà del Lecco per poi lasciarla al comune onestamente non ci sto“.

Quello sconforto che mi aveva portato a pensare di lasciare oggi non c’è, sicuramente troverò delle soluzioni diverse. Non posso più attendere perché ora sembra il gioco dell’oca: fai un passo avanti e poi tre indietro. Da un anno e mezzo sto dialogando col Comune e ci sono solo mezze promesse. Nell’ultimo incontro che abbiamo avuto, due settimane fa, siamo ritornati al punto di partenza. Io non faccio politica ma non voglio neanche essere preso in giro, per me il discorso col Comune è chiuso”.

Aliberti prosegue analizzando altri punti critici quali la convenzione per lo stadio e la cabina elettrica: “Io non punto il dito contro nessuno, ma bisogna dire i fatti come effettivamente stanno. Per un anno e mezzo ho chiesto aiuto all’amministrazione per la parte struttura, essendo essa stessa di proprietà comunale. Gli ultimi lavori fatti risalgono a trent’anni fa. Francamente mi vergogno di dover dire a una donna di utilizzare i bagni dello stadio per lo stato in cui sono. Con questa convenzione, che prevede sia la manutenzione ordinaria che straordinaria a carico della Calcio Lecco, vuol dire che qualsiasi cosa fai resta al Comune. Per me è una cosa impensabile, se per assurdo dovesse cadere una tribuna, dovrei rifarla a spese della società, sistemando una struttura che non è di proprietà della Calcio Lecco”.

“Devo, prima di tutto, ringraziare tutti gli sponsor che ci hanno dato di più. Fino all’anno scorso, non avevamo una sala per far lavorare lo staff dell’allenatore. Ci hanno pensato EdilSider e Impresa Rigamonti che a loro spese mi hanno dato l’opportunità di sistemate tre container. Noi, poi, a nostre spese abbiamo fatto gli allacciamenti. Metteremo le paratie in tribuna per vedere il campo. Qui a Lecco, il Comune ti dà le chiavi, ti dice che non ne vuole sapere niente, non vuole spendere soldi e devi fare tutto quello che è necessario. Per me non funziona così. A Renate ho avuto i brividi quando è andata via la luce… se dovesse succedere qui?”

Stiamo andando avanti con un generatore a gasolio di 28 anni fa. Abbiamo fatto richiesta al Comune di una cabina, ma ci hanno risposto che ci vogliono due anni. Ma io so per certo che che questo progetto c’era già in preventivo quatto anni fa e bisognava solo stanziare allora i soldi. Ad oggi non è stato stanziato nulla per questo stadio e io rischio di perdere una partita perché si potrebbe rompere il generatore. Noi stiamo portando avanti un bilancio di sostenibilità e ci siamo attivati insieme alla dottoressa Bonfanti. Infatti, con AutoCogliati, stiamo utilizzando dei pulmini elettrici, poi abbiamo in mente un progetto per raccogliere le acque piovane e innaffiare il campo risparmiando 9/10mila euro l’anno”.

Aliberti spiega che lo stadio di Lecco è una bomboniera per la sua posizione: “È un edificio costruito cent’anni fa e l’ultima volta che ha subito una manutenzione è stato trent’anni fa. Secondo me nessun altro bene comunale ha avuto meno manutenzione negli ultimi trent’anni quindi, mi dispiace per i tifosi, ma noi ci stiamo orientando verso uno stadio diverso da quello di Lecco. È probabile che andremo a giocare a Monza o a Bergamo perché non è più possibile giocare in questo stadio se il Comune non ci supporta. Se il Comune non fa nulla, io cambio stadio”.

“Devo dire che l’errore più grosso l’ha fatto Di Nunno che ha eseguito i lavori dopo la promozione in Serie B. Avrebbe dovuto avere la certezza della compartecipazione alle spese da parte dell’amministrazione comunale. In questo momento ho già speso oltre 1,3 milioni di euro, dettati dall’impianto di illuminazione per la Serie B, dalla tribuna sud e dai tornelli. Noi di questi interventi ne avevamo parlato con l’ufficio tecnico. Per i tornelli e i lavori alla curva sud ci è stato risposto che non erano interessanti e fatti solo per giocare in Serie B. È come dire che la Calcio Lecco deve morire in Serie C. Per i fari il rientro economico avverrebbe in 14 anni – sperando di arrivarci – e questa è stata l’unica offerta. Della cabina non se ne parla nemmeno. Non mi resta altro che procedere a un’azione legale che stiamo valutando”.

Con questa struttura del genere qui non ci resto. Noi vogliamo offrire ai tifosi che pagano il biglietto una struttura che sia agibile. Già oggi stiamo facendo gli allenamenti a Rovagnate su un campo bello, al Bione paghiamo 70mila euro all’anno per fare gli allenamenti sull’unico campo agibile dei quattro disponibili. Si parla sempre del progetto al Bione ma per adesso non si muove nulla”.

“Valuteremo di giocare le partite in altro stadio e utilizzare questo che già è sotto convenzione per due anni per i lavori fatti da Di Nunno per fare gli allenamenti oppure ci faremo giocare la Primavera. Non c’è nessuna apertura o una soluzione ventilata dal Comune e francamente adesso dico basta. Ho cercato in tutti i modi il dialogo. Io non so se non vogliono o non possono o non ci sono i soldi, io so solo che altre squadre hanno fatto dei campi bellissimi per esempio a Caldiero Terme o, non andando troppo lontano, a Rovagnate il comune ha speso tanto per metterlo a posto. A Lecco invece no, io lo farei diventare un bene storico”.

“Con uno sponsor molto piccolo stiamo valutando di riverniciare tutti i parapetti che sono malandati. La manutenzione dopo 30 anni costa più del nuovo. Io non riesco a capire cosa si faccia per lo sport a Lecco, riguardo al Bione non c’è solo la nostra società. Penso che non sia più tempo per riprendere una trattativa, se dovesse cambiare qualcosa io comunque sono a disposizione ma non penso accada. Ci sono troppi rischi: la cabina, il campo, gli spogliatoi. Ho fatto tante proposte ma al Comune evidentemente non interessano e l’unica alternativa possibile è lasciare Lecco per giocare le partite da un’altra parte”. 

“Per esempio il manto erboso è di proprietà del comune di Lecco, quest’estate ho speso 42mila euro per sistemarlo per non rischiare di perdere per impraticabilità. Il campo andrebbe rifatto totalmente, l’invaso è a carico nostro mentre l’intervento di riqualificazione del drenaggio avrebbe dovuto farlo il Comune. Ogni volta che piove abbiamo l’ansia che il terreno non regga”.

Ancora non c’è una soluzione definitiva spiega Aliberti: “Se avessi già un accordo in mano mi sposterei già settimana prossima. Fino a due settimane fa ero convinto che una soluzione l’avessimo già trovata. Soluzione che ci avrebbe concesso di prendere dei soldi che dobbiamo avere per i lavori fatti e investirli in interventi urgenti come la cabina. Ad un fornitore ho chiesto se c’è la possibilità di averne una come quelle che si montano nei container, perché se non trovo un altro campo, io non lascio qui un investimento da 250mila euro. Questa potrebbe essere una soluzione per farci arrivare alla fine del campionato. Per quest’anno reggiamo, per l’anno prossimo non se ne parla”

Il colpo più grande sarebbe per i tifosi che sostengono la squadra ogni partita: “Giocare in questo stadio ti dà un’energia incredibile, i tifosi sono il 14° uomo in campo, non c’è paragone con le altre tifoserie. Come glielo dico? Gli direi che non ho altre possibilità, per un anno e mezzo ho evitato qualsiasi scontro per cercare di ottenere qualcosa ma non possiamo andare avanti così. I costi per giocare qui, per come è dislocato il campo, sono altissimi, e spendiamo molto più di quello che incassiamo. I tifosi capiranno che questa è l’unica strada, le ho già provate tutte“.

“A me non interessa il colore politico dell’amministrazione, io voglio risposte e non mi interessa se mi vengono date da questa amministrazione o quella che sarà. La Calcio Lecco deve fare calcio con la prima squadra e coi giovani. Vedere lo stadio pieno durante la festa a fine anno o al Meet And Greet è stata una delle soddisfazioni più grandi. La città e il calcio devono essere un tutt’uno e gli sponsor devono essere la terza componente fondamentale con cui lavorare assieme in vari progetti”

“Il mio è un progetto triennale – conclude Aliberti – questo è il secondo anno, e faremo anche il terzo finché mi diverto e vedo i ragazzi contenti. Abbiamo dato una organizzazione aziendale a questa società. Portare nel calcio questa mentalità non era semplice. Avere un progetto triennale è per darmi delle scadenze e degli obiettivi. Se mi piace vado avanti, i tre anni sono un periodo minimo per completare un progetto, così faccio anche a livello aziendale al fine di raggiungere degli obiettivi e poi lo devo anche a chi ho coinvolto in questa struttura a partire dallo staff tecnico e dirigenziale. La progettualità è fatta anche per il futuro del Calcio Lecco che non finisce tra tre anni ma proseguirà nel tempo”.

“Ho sempre valutato positivamente l’ingresso di un altro socio. Abbiamo ricevuto delle richieste ma le condizioni sono sempre quelle di ultimare il progetto con la mia presidenza e poi vedere un domani. Se non c’è nessuno, vado avanti io. Su mio figlio Francesco? Lui soffre nel vedere la partita e cosa succede nelle altre società. Era tifoso del Lecco ancora prima che entrassi in società. Si è intestardito nel scegliere Valente a tutti i costi e i risultati gli danno ragione”.