Intervista all’ideatore del trail che si correrà sabato 1 ottobre a Mandello
Analizzate con lui alcune novità legate all’imminente edizione, aspetti organizzativi e speranze future del progetto, nato da un’intuizione avuta sui sentieri delle Grigne
MANDELLO – L’evento che da sempre nel mese di settembre catalizza tutta l’attenzione sul territorio di Mandello è il Motoraduno Guzzi, di cui si sono svolti i festeggiamenti record del centenario qualche settimana fa.
Da cinque anni a questa parte però, a prendersi la scena settembrina/autunnale seppur in un ambito diverso, è arrivato il TGS, abbreviazione di Trail Grigne Sud, percorso che si snoda lungo il versante meridionale delle Grigne e disegna un arco che dalle soleggiate sponde del lago porta fino all’ombra del Sasso Cavallo, ritornando poi al punto di partenza.
Tanto suggestivo quanto impegnativo, richiede ai partecipanti uno sforzo congiunto di gambe, testa e cuore non indifferente, che anche per l’edizione di quest’anno, in programma sabato 1 ottobre, dovranno mettere in campo per giungere al traguardo. A portarci “sui Sentieri dei Camosci”, così come sono stati denominati, l’ideatore e organizzatore Alessandro Gilardoni, con cui indaghiamo nascita, aspetti organizzativi, novità presenti, speranze future del trail mandellese.
Com’è nata l’idea del TGS? Per quale ragione è stato scelto il camoscio come simbolo? “Tutto ha avuto inizio quando ho preso ad allenarmi e a partecipare a lunghi trail in montagna: svolgendo le competizioni mi sono reso conto che tante di queste, seppur blasonate, non avevano a disposizione un territorio con scorci unici come il nostro. Nella mia testa ha dunque cominciato a prendere forma un percorso, somma della concatenazione di tanti altri presenti tra la cima del Grignone e il lago, sentieri che percorrevo abitualmente anche durante i miei allenamenti. Ho parlato dell’idea a qualche amico: inizialmente mi hanno dato del pazzo, dopo si sono uniti al progetto, che è partito ufficialmente con la prima edizione nel 2017. Il motivo per cui si è scelto il camoscio come simbolo della competizione è molto semplice: il percorso su cui si snoda il TGS è uno degli habitat prediletti da questa specie, soprattutto le zone più impervie, e non è raro incrociarne uno o più”.
A Mandello erano presenti altri circuiti di gare (ora scomparsi) come la Luzzeno-Manavello e la Molina-Bietti. Si può dire che sono stati (almeno parzialmente) inglobati nel TGS? “No, l’iniziativa è nata in maniera autonoma, anche se il G.A.L. (Gruppo Amici di Luzzeno), organizzatore della Luzzeno-Manavello, si è unito a noi nel 2017 perché aveva deciso di non preparare più la corsa, riversando le proprie risorse in favore del TGS. In ogni caso, sin dal principio, sapevo che non avrei potuto muovermi da solo, e ho convolto Carlo Gilardi (scomparso a seguito di un malore accusato su un sentiero nel gennaio 2021) chiedendogli di darmi una mano. All’epoca lui bazzicava il mondo della Polisportiva, struttura e società che ha coperto e ricopre un ruolo enorme a livello istituzionale per favorire l’organizzazione del TGS e delle gare in generale. Dopodiché è arrivato anche il coinvolgimento del Cai, che ricopre come area di competenza le zone più alte del territorio. Queste le prime tre associazioni a essere rese partecipi, insieme al Consorzio Alpe di Era, quarto pilastro su cui si poggia l’organizzazione del trail”.
Oltre a loro, quali altre associazioni contribuiscono? “Tantissime realtà ci danno supporto: ANA, Protezione Civile, Quii dei Crebi di Abbadia, l’antincendio di Olcio e di Lierna, il Soccorso Alpino, la Pro Loco di Mandello, la Polizia Locale, il Gruppo della Gardata (che ha creato un ristoro informale sul percorso di gare nell’omonima località), e quello di Versarico. Abbiamo anche il patrocinio dei Comuni di Mandello, Abbadia, Lierna. Ciascuna di queste strutture locali gestisce diverse zone del tracciato, occupandosi della pulizia dei sentieri e allestendo il punto ristoro: così gli sforzi vengono distribuiti per seguire un intento comune. Saranno più di 130 i volontari coinvolti durante la gara quest’anno. Dall’edizione 2021, essendo associati alla FISky (Federazione Italiana Skyrunning), siamo obbligati anche ad avere una guida escursionistica, che assume il ruolo di direttore di percorso. Fare parte della Federazione porta vantaggi, ma comporta anche l’adempimento di obblighi, quali sicurezza e supervisione”.
Secondo te, che cos’ha di diverso il TGS rispetto alle altre competizioni del territorio? “In termini di percorso di gara, nonostante siano presenti salite ripide e anche sassose, le discese si trovano praticamente tutte nei boschi, risultando più morbide e corribili. Inoltre la vista che si può godere sul lago è invidiabile”.
E invece qual è l’aspetto che spinge di più a iscriversi a questa gara? “Sicuramente la convivialità, e in questo ho preso ispirazione da un’altra competizione del territorio, il Giir di Mont, dove ogni alpeggio cura una parte del tracciato e c’è forte partecipazione anche da parte degli spettatori. Numerosi sono i punti ristoro dislocati sul percorso del TGS: a Era, sul Manavello, in Versarico, allo Zucco della Rocca, anche in forma privata come al casello La Spaula, situato a metà tragitto, dove il proprietario prepara da mangiare per i corridori”.
Il percorso, nelle tre versioni Sprint, Extreme e Intrepid, rispetto allo scorso anno è rimasto invariato o ci sono delle novità? “Da segnalare per l’edizione di quest’anno ci sono quattro nuove varianti, due in realtà molto modeste, mentre l’altro paio sicuramente più importanti. Considerando esclusivamente quest’ultime, la prima consiste in un allungamento di 150 metri che permette di evitare una catena situata in prossimità del Baitello di Barc, proprio sotto alle pareti del Sasso Carbonari, uno dei posti più belli delle Grigne. La seconda invece è stata realizzata per una ragione simile, ossia saltare una catena, in zona Versarico: con questa modifica il percorso passerà davanti alla Grotta dell’Acqua Bianca e all’Orrido del Meria, per poi salire in Versarico. Dalla variante del Baitello di Barc passeranno solo i partecipanti all’Extreme, mentre i corridori della Sprint attraverseranno entrambe. È rimasta invariata invece la gara Intrepid, tracciato dedicato a ragazzi con disabilità che corrono in coppia con un accompagnatore, dotato di una propria partenza, classifica, punti ristoro, premiazioni. La prima edizione di questo percorso ha preso vita nel 2018, e si presenta anche stavolta come un tracciato di 6km e 400 metri di dislivello, sicuramente meno duro dell’Extreme o dello Sprint ma capace di generare competitività e allenamento tra i partecipanti, che si sentono peraltro trattati al pari degli altri atleti”.
Parlaci di come è organizzata la gara di sabato. “Alle 7 ci sarà la partenza per gli atleti iscritti al percorso Extreme, che avranno 11 ore di tempo per percorrere 42 km e 3700 metri di dislivello. Un’ora dopo, alle 8, partiranno i concorrenti della gara Sprint, con 7 ore di tempo massimo per compiere 22 km e 1800 metri di dislivello. Speriamo in una bella giornata, anche se abbiamo previsto alcune varianti sul tracciato sfruttabili dai partecipanti in caso di mal tempo. A conclusione del percorso, è previsto un Pasta Party gourmet in Piazza del Mercato”.
Come si è evoluto il progetto TGS dalla sua prima edizione a oggi? “Nel tempo abbiamo aggiunto alcune varianti con l’intento di valorizzare di più il tracciato, come la salita dalla Bocchetta di Calivazzo al Monte Pilastro o il passaggio al Baitello di Barc. Dall’anno scorso siamo obbligati ad avere a disposizione un elicottero, non tanto per portare via gli infortunati, quanto per trasferire velocemente sul punto di un eventuale incidente la squadra di soccorritori e fargli compiere la medicalizzazione, dopodiché, se necessario, a trasportare via il ferito ci penserà l’elisoccorso. Lungo il percorso poi sono presenti altri tecnici, pronti a intervenire in caso di bisogno. A questo proposito ci tengo a ringraziare il Soccorso Alpino che ci supporta, insieme alle scope che hanno il compito di chiudere il percorso e verificare che nessun concorrente rimanga indietro, peraltro aumentate di numero quest’anno”.
In termini di iscrizioni, com’è cambiato il riscontro nel corso degli anni? “Devo dire che il primo anno abbiamo ottenuto un successo incredibile, tanto che wedosport, realtà che si occupa di raccogliere le iscrizioni degli atleti, ha detto che non ha mai visto una gara avere così tanti partecipanti alla sua prima edizione, ben 400 contando i percorsi Extreme e Sprint (150 nella prima e 250 nella corta), tanto che abbiamo dovuto correre ai ripari aggiungendo dei pettorali in più. Nel tempo le cose sono cambiate e non abbiamo più avuto un simile boom di iscritti, restando sui 300, e questo fondamentalmente per due ragioni: il TGS è una competizione dura, che spaventa anche un po’ e richiede una certa preparazione, e in secondo luogo perché si è avuta negli ultimi anni una vera e propria esplosione di gare di corsa in montagna. È vero che anche i concorrenti sono aumentati vertiginosamente, ma tanti circuiti hanno cominciato a sovrapporsi tra di loro e anche gli atleti top sono costretti a fare delle scelte per non strafare e riuscire a riposarsi. Sarebbe bello, perlomeno sul territorio, arrivare a coordinare un calendario comune per aggirare questa concomitanza”.
Cosa ti auguri per questo TGS? Quali gli obiettivi per il futuro? “Oltre al bel tempo, punto a tenere la manifestazione nella maggior sicurezza possibile e a garantire il massimo divertimento per i partecipanti, sperando che possano beneficiare della vista panoramica verso il lago e lungo le pareti montuose. In merito agli obiettivi futuri, già da tempo stiamo cercando di far diventare il TGS un percorso escursionistico oltre che competitivo, mantenendo una cartellonistica fissa lungo il tracciato ormai da cinque anni. Chi deciderà di seguirlo, potrà sostare anche al Rifugio Bietti e al Rifugio Elisa. Così facendo, si riesce a valorizzare il territorio rendendolo un’attrattiva turistica, anche riportando alla luce vecchi sentieri come fatto con quello che dal Manavello arriva allo Zucco della Rocca, il sentiero dei cacciatori risistemato dal GAL o la variante che dal Ponte di Ferro sale a Versarico, dove è stato ripristinato un tracciato che praticamente non esisteva più. Inoltre, forse il prossimo anno diventeremo a tutti gli effetti una gara appartenente al campionato FISky, di cui per ora siamo solo associati. Infine un’associazione francese ha selezionato il TGS per entrare a far parte di un gruppo di gare scelte per l’avere un certo livello qualitativo e per la possibilità di raggiungere in treno le località in cui si svolgono, quindi entrerebbe in gioco anche un aspetto legato alla sostenibilità”.
Rimangono pochi giorni per iscriversi al TGS, tutte le informazioni per farlo su www.trailgrignesud.it.