Ciclismo. Venti volte da Parlasco al passo Agueglio per ricordare l’amico “Piga”

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Gabriele Scaioli con la foto dell'amico Matteo Pigazzi
Gabriele Scaioli con la foto dell'amico Matteo Pigazzi

Gabriele Scaioli, appassionato di montagna, racconta il suo Everesting

Il giovane di Primaluna: “Pensare a Matteo, amico scomparso in un incidente in moto, mi ha fatto dimenticare la fatica”

PRIMALUNA – Ha solo 20 anni Gabriele Scaioli ma è già un grande sportivo. In particolare ama la montagna, tanto che a fine marzo è salito assieme ad altri tre amici sulla parete Fasana, meta frequentata dagli appassionati delle scalate ma per lui è anche la montagna che ogni giorno guarda dalle finestre di casa. Questa volta, però, ha voluto portare a termine una impresa particolare da dedicare a Matteo Pigazzi, un amico morto in un tragico incidente qualche anno fa.

Il giovane di Primaluna al termine dell'Everesting: in biciletta per venti volte da Parlasco al Passo Agueglio
Il giovane di Primaluna al termine dell’Everesting: in biciletta per venti volte da Parlasco al Passo Agueglio

Un mese fa le prime volte in sella

La bici, non è mai stata tra i suoi sport preferiti. Il calcio in gioventù, poi la grande passione per la montagna. Nella sua testa inizia a farsi largo un pensiero ricorrente: compiere qualcosa da poter dedicare al suo amico e la sua scelta è caduta sull’Everesting, ovvero percorrere tante volte una medesima salita fino a raggiungere gli 8.848 metri di dislivello positivo, esattamente l’altezza del monte Everest. Per farlo ha scelto la strada che da Parlasco sale sino al Passo di Agueglio e dopo ben 17h47’ (di cui 14h55’ in movimento) e 234 km percorsi, ha potuto alzare lo sguardo al cielo e vedere il sorriso dell’amico “Piga”.

Il mio Everesting, il racconto dell’impresa

“Tantissima soddisfazione, un altro piccolo sogno portato a casa, questa piccola impresa la dedico a Matteo Pigazzi “Piga”, carissimo amico scomparso in un incidente in moto più di quattro anni fa. Partenza alle 2 di mattina da Parlasco, l’intento era quella di salire per 20 volte fino al passo di Agueglio, così da sommare tutte le salite e arrivare all’altezza del monte Everest 8.848m, la sfida vera e propria da portare a termine. Nelle prime salite, ancora prima dell’alba, sono stato accompagnato da caprioli, dalla magnifica luna piena, dalla mia frontale, dal freddo e dalla musica delle mie cuffiette, completa solitudine. Qualche pausa alla base (macchina a Parlasco) per integrare cibo e via per le altre salite. Alle 10 ero a metà dell’opera, ancora molto fresco e carico per le altre 10 salite che mi aspettavano. Salita dopo salita, tra caldo, nebbia, vipere, chiacchiere con altri ciclisti, sorsi di borracce e via dicendo, arrivo all’ultima salita, carico a mille salgo veloce per la ventesima volta, arrivo in cima al belvedere del passo di Agueglio alle 19.47, accolto con un grosso applauso e una bella bottiglia per festeggiare. Durante la salita non ho mai pensato di abbandonare l’impresa, anche se la maggior parte delle salite ero solo ma l’obiettivo era quello di concludere la prova per dedicarla al mio amico scomparso prematuramente. Se anche ci sono stati dei momenti di “crisi” questa motivazione faceva passare la stanchezza in secondo piano. Avventura stupenda, molto stancante sia fisicamente che psicologicamente, ma ne è valsa la pena. L’unica nota negativa della giornata è che a 3 ore dalla fine il mio Garmin orologio, ha voluto abbandonarmi, così la traccia GPS è andata persa, ma il computer di bordo fortunatamente è rimasto acceso per salvare solamente i dati. Un grosso ringraziamento a Giampi, che mi ha accompagnato e motivato per ben 4 salite e nell’ultimo giro mi ha accompagnato per tutto il tracciato in macchina. Altro grosso ringraziamento va a chi mi ha accompagnato anche solo per un giro o mi ha fatto visita durante la giornata e ai parenti che mi hanno accolto alla fine.
I dati sono i seguenti: D+ 8890m, 234,4km, tempo in movimento 14.55h e tempo totale 17.47h, incluse pause.
Ps. Quasi 9 mila metri di dislivello positivi in un’unica tirata non sono pochi… Alé”.