110 anni di storia per la Casa Alpina Pio X, il 27 agosto la festa

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Casa Alpina Pio X Valbiandino

 

INTROBIO – Fervono gli ultimi preparativi per i festeggiamenti dei 110 anni della Casa Alpina Pio X in programma per il 27 agosto. Un traguardo storico e importante per la “Pio”, come viene solitamente chiamata da chi sale in Val Biandino, struttura di proprietà della parrocchia San Nicolò di Lecco che nei mesi estivi ospita campi-scuola, campi-scout, gruppi Cai, gruppi oratoriani e molti altri.

Posizionata sullo Zucco di Cobbio, lungo il sentiero che dalla bocca di Biandino sale verso il rifugio Grassi, la Pio X gode di un magnifico panorama sulla Val Biandino e sulle cime circostanti: Grigna Settentrionale, Grigna Meridionale, Pizzo Varrone. Realizzata in sasso con caratteristici infissi rossi, la casa è fornita di tutto quanto occorre per un soggiorno piacevole: cucina attrezzata, ampio salone/refettorio, spazio cinema, telefono con linea fissa, grande spazio per attività esterne, oltre ad avere una chiesa che fu consacrata dal Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster.

A proposito di storia, l’idea di costruire su quello zucco una casa, risale a poco più di 110 anni fa e fu di Monsignor Luigi Testa, “Cameriere Extra Urbem” di Pio X, che sentì la necessità di dare “una base stabile” all’Associazione Giovani Studenti Santo Stanislao di Milano. Da uomo amante della montagna quale era, giunto sulla sommità dello Zucco di Cobbio, Monsignore rimase incantato da quanto vide attorno a sé e volle che lì, in Val Biandino, venisse costruito un rifugio per i suoi giovani studenti.

Le difficoltà logistiche ed economiche non furono poche, ma nel corso del 1906, grazie ad iniziative culturali e alle “Liste delle offerte Pro-Biandino” si riuscirono a raccogliere i fondi necessari. Un anno dopo, il 23 giugno 1907, venne posata la prima pietra sotto la benedizione di Pio X, mentre il 16 giugno 1909 vi fu l’inaugurazione. Gli anni che seguirono furono per la Casa sereni e ricchi di ampliamenti e migliorie grazie a finanziamenti e donazioni. Non mancarono visitatori illustri: il 18 luglio 1935 il cardinale Schuster, salito a dorso di mulo fino alla Casa, dopo un breve riposo consacrò la Chiesa e benedì la nuova croce che venne poi installata sulla cima del Pizzo dei Tre Signori e che si slancia verso il cielo ancora oggi.

L’ombra della guerra gravava però sulla Pio X: durante il secondo conflitto mondiale, venne scelta come base logistica dai partigiani della Brigata Rosselli. Da qui l’evento che nell’ottobre del 1944 portò alla distruzione: le divisioni della Repubblica Sociale Italiana in forza alle SS, con lo scopo di eliminare quella che era diventata una delle basi più importanti dei partigiani della Valtellina, diedero fuoco all’edificio, di cui rimasero in piedi solo i muri perimetrali; né gli arredamenti né gli impianti furono risparmiati. La Casa e la chiesa annessa erano già state abbandonate al momento del rastrellamento, ma questo non bastò a salvarle.

Poco tempo dopo, il 28 marzo 1946, Monsignor Testa morì: la sua ultima volontà fu quella della ricostruzione della Pio X. Lo stesso anno iniziarono i lavori, anche grazie al risarcimento ottenuto per i danni di guerra. Qualche anno dopo nel 1951 iniziò la collaborazione con padre Lodovico Morell della “Compagnia di Gesù”, che portò un notevole risollevamento economico e grazie al quale la ristrutturazione proseguì. Nel 1959 l’opera proseguì con don Giampiero Maggiora che, riportando la Santo Stanislao al suo luogo d’origine e aiutato dagli allievi dell’Istituto Cattaneo di Milano, diede nuova linfa alla Pio X: i giovani, unendo piacevoli vacanze a utili lavori, diedero un contributo non indifferente al miglioramento della Casa Alpina. Fu questo anche il periodo delle grandi opere: nel 1962 venne fatta costruire la strada che dal Ponte Vecchio sul Troggia porta alla Sorgente Acqua San Carlo e qualche mese dopo la teleferica che conduce alla Casa dalla Bocca di Biandino.

Nel 1968 la direzione passò a don Alessandro Gandini e a Giuseppe Ravasio. Questo fu un periodo particolarmente felice che culminò con un evento eccezionale e unico per la Casa: un matrimonio! I due sposi, Roberto Minoia e Tullia Santini coronarono il loro sogno di sposarsi in una chiesetta di montagna, circondati da una cinquantina di invitati. A questo periodo ne seguì uno più difficile.

Fu così che, in seguito a gravi difficoltà economiche, il 6 luglio 1976 la Casa Pio X venne donata alla Parrocchia San Nicolò di Lecco.

Con la nuova gestione di Monsignor Ferruccio Dugnani e di Dario Spreafico, collaboratore parrocchiano, vennero eseguiti importantissimi lavori, primo fra tutti quello sulla teleferica, ma anche la rimessa a punto della cucina, delle docce e la messa in sicurezza delle bombole del gas.

Nel 1982 finalmente riaprirono i battenti, permettendo così ai giovani locali e agli altri oratori della diocesi milanese di passare piacevoli vacanze in compagnia. Grazie alla collaborazione con Mauro Buzzoni, allora gestore del rifugio Grassi e attuale proprietario del rifugio Tavecchia, si ultimarono importanti lavori di muratura. La Pio X era ormai a pieno regime, tanto che tra le frequenti visite di associazioni e oratori si ricorda anche la visita, nel 1986, dei membri della ex Associazione Stanislao. Una tappa importante nella vita della Casa fu il 2005, anno che vide l’inizio della collaborazione con l’Espe, il centro di formazione professionale edile di Lecco: terminato l’anno scolastico, gli studenti sperimentano una settimana di vacanza uniti ai piccoli lavori per il servizio della struttura che li ospita.

Da diversi anni a oggi, la casa ha come referenti Dalmazio Gerosa, Margherita MalobertiRenato Viscardi. Insieme a loro ci sono altri volontari che danno man forte nella gestione e nella manutenzione.
“La stagione sta iniziando – spiega Viscardi – Solitamente la casa viene affittata nei mesi estivi, in particolar modo a luglio. Quest’anno ci saranno quattro oratori, poi dovrebbe salire don Filippo Dotti con i giovani e forse don Cristiano. A chiudere la stagione, come succede ormai da 30 anni a questa parte, quasi come fosse una tradizione, arriva il Ger di Rancio (Gruppo Escursionisti Rancesi) che possiamo definirlo il cliente più anziano”.

Intanto proseguono gli ultimi preparativi per i festeggiamenti del 27 agosto, data da segnare in rosso sull’agenda, quando alla Pio X, salirà anche Roberto Busti, lecchese, vescovo emerito di Mantova ed affezionatissimo alla Pio X, che celebrerà la messa al termine della quale ci sarà un pranzo comunitario.