Ieri, domenica, la celebrazione al Santuario della Beata Vergine della Vittoria con una chiesa gremita
Nell’omelia il vescovo ha indicato nell’impegno per la pace uno dei frutti dell’Anno della speranza, richiamando il messaggio del Papa
LECCO – La chiusura dell’Anno Giubilare dedicato alla speranza si è celebrata al Santuario della Beata Vergine della Vittoria di Lecco con una partecipazione ampia e trasversale, che ha riunito clero e fedeli provenienti non solo dalla città ma anche da numerose realtà del territorio circostante. La celebrazione è stata presieduta dal vescovo Samuele Sangalli, originario di Acquate, affiancato dal prevosto don Bortolo Uberti e da una decina di sacerdoti, davanti a una chiesa gremita.

Nel corso dell’omelia, il vescovo ha richiamato il significato profondo dell’Anno della speranza, indicando nell’impegno per la pace uno dei frutti più concreti del cammino giubilare. Un richiamo esplicito è stato fatto al messaggio del Papa Leone XIV per la pace, come orizzonte verso cui orientare la vita personale e comunitaria al termine dell’anno speciale.
La conclusione di questo anno di grazia dedicato alla speranza nelle chiese giubilari è avvenuta ieri, domenica 28 dicembre, mentre a Roma sarà il Pontefice Papa Leone XIV a sancire ufficialmente la conclusione dell’Anno Giubilare con la chiusura della Porta Santa della basilica di San Pietro, prevista per il 6 gennaio. Mentre a Lecco, la celebrazione conclusiva si è svolta ieri, alle 17, segnando simbolicamente la fine di un percorso di grazia che ha coinvolto migliaia di persone.
Durante l’Anno giubilare sono stati oltre cinquanta i gruppi ufficiali di pellegrini che hanno varcato la porta del Santuario della Beata Vergine della Vittoria per partecipare ai vari eventi giubilari. In particolare si sono registrate presenze significative in occasione dei giubilei dedicati ad anziani e ammalati, dell’evento diocesano dei giovani e di numerosi pellegrinaggi di coppie, ragazzi e gruppi di oratorio accompagnati dai loro sacerdoti. La partecipazione è stata costante nel corso dei mesi, dall’estate alla Quaresima fino all’Avvento, con una risposta definita sentita e numerosa.
Accanto alla comunità cittadina, hanno preso parte alle celebrazioni fedeli provenienti da un’area vasta: dal lago alla Valsassina, dalla Brianza fino a zone della Bergamasca, nonchè alcuni decanati di Milano, a conferma di un’adesione che ha superato i confini locali e ha dato all’Anno della speranza una dimensione territoriale ampia e condivisa.

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