Crisi Carcano Spa, il 22 gennaio convocata la Commissione in Regione

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Gli stabilimenti di Mandello della "Antonio Carcano Spa"

Restano le preoccupazioni su cassa integrazione, mancanza di segnali per il 2026 e sull’ipotesi di cessione a un gruppo straniero

“Indispensabile coinvolgere anche le istituzioni per capire quale destino attende l’azienda e i lavoratori”

MANDELLO – Dopo l’allarme lanciato nelle scorse settimane, arriva un primo, seppur parziale, segnale di attenzione istituzionale sul futuro di Carcano Spa. I sindacati sono stati convocati in Commissione per le Attività Produttive della Regione Lombardia per il prossimo 22 gennaio: un passaggio ritenuto fondamentale per portare ufficialmente la vertenza all’attenzione della politica regionale.

“La richiesta di convocazione che avevamo avanzato è stata accolta – spiegano i rappresentanti sindacali –. Rispetto a quanto già scritto nella domanda non ci sono ulteriori novità o segnalazioni”. Un chiarimento che conferma come, al momento, la situazione resti sostanzialmente invariata, con tutte le incertezze che questo comporta.

La preoccupazione, spiegano le organizzazioni sindacali, è duplice. Da un lato c’è l’andamento attuale e ordinario dell’azienda: dopo i fatti dell’ottobre 2024 (lo stabilimento di Delebio subì un importante incendio), la contrazione produttiva ha portato per il 2025 all’utilizzo della cassa integrazione. “Ad oggi – sottolineano – non abbiamo alcun segnale chiaro e forte che questa situazione possa cambiare nel 2026”. Un’assenza di prospettive che pesa sui lavoratori e sulle loro famiglie.

Dall’altro lato resta aperta la questione, definita “fondamentale”, di una possibile acquisizione da parte di un gruppo straniero. “La situazione è ferma al Ministero da oltre quattro mesi – denunciano – e non arrivano notizie di alcun genere a riguardo. È evidente che diventa indispensabile coinvolgere anche le istituzioni per capire quale destino attende l’azienda e i lavoratori“. Un silenzio che alimenta l’incertezza e rende ancora più urgente un confronto trasparente.

La vertenza Carcano, spiegano i sindacati, non riguarda solo un singolo stabilimento, ma un intero territorio. Fondata 145 anni fa, l’azienda è considerata una delle realtà industriali più antiche del Lecchese, con un ruolo socio-economico di primo piano tra due province, Lecco e Sondrio. “Dà lavoro a circa 500 persone e garantisce almeno 200 posti di lavoro diretti: numeri che spiegano perché l’attenzione debba essere massima”.

Un elemento positivo, in questo quadro complesso, è rappresentato dall’interesse bipartisan dimostrato da diverse forze politiche, segno di quanto Carcano sia un’azienda storica e strategica, per il cui destino vige una sensibilità trasversale.

I sindacati annunciano che metteranno in campo tutte le azioni di sensibilizzazione necessarie. “Non vogliamo mettere il carro davanti ai buoi – chiariscono – ma il problema esiste e va affrontato ora. Preferiamo intervenire prima, piuttosto che trovarci a gestire certe situazioni”.

L’obiettivo è chiaro: non limitarsi a gestire le conseguenze di una crisi, ma essere parte attiva di un ragionamento condiviso sul futuro. “Sensibilizzare le istituzioni significa chiedere loro di non intervenire solo a posteriori, ma di muoversi prima che la situazione diventi irreversibile”.

L’ultimo incontro con l’azienda risale al 19 dicembre. In quella sede, spiegano i sindacati, “l’azienda ha invitato alla tranquillità”. Un messaggio che viene registrato, ma che non basta. “Vorremmo – concludono – che questa tranquillità fosse supportata da elementi più solidi e concreti”. Il confronto del 22 gennaio sarà quindi un banco di prova decisivo per capire se alle parole seguiranno finalmente risposte chiare.