LECCO – Vent’anni di attesa e giovedì, finalmente, la consegna della benemerenza cittadina per l’ex vicesindaco di Lecco e parlamentare socialista, Pierluigi Polverari, scomparso il 10 marzo scorso dopo una lunga battaglia con un male inguaribile.
E’ stato il sindaco Virginio Brivio a consegnare la medaglia d’oro nelle mani della moglie Nora e del figlio Marco, in una cerimonia che si è svolta nel salone consiliare del municipio di fronte anche ad alcuni esponenti politici della città, tra i quali l’ex sindaco Giulio Boscagli, che con Polverari ha condiviso l’esperienza alla guida della città.
Una storia travagliata quella della benemerenza assegnata all’ex vicesindaco, maturata nel 1993 dopo 15 anni come consigliere comunale e che gli fu offerta dall’allora sindaco Lorenzo Bodega, ma rifiutata dall’ex parlamentare:
“Quando da Bodega, con lettera firmata in verde, gli venne scritto di passare quasi nello sgabuzzino del comune, per ritirare la medaglia che accidentalmente era stata ritrovata, se rifiutò, non lo fece tanto per orgoglio, quanto perché, in quel modo rigidamente identitario di vedere la società non ci si riconosceva” ha spiegato Marco Polverari, ricordando quell’episodio.
Solidarietà è un concetto al centro dell’intervento di Marco Polverari: “La solidarietà, intesa nella sua accezione sociale, è il fattore più importante per il futuro del nostro Paese, dell’Europa – ha spiegato rivolgendosi alle diverse parti poltiche – Non c’è cristianesimo senza solidarietà, la solidarietà è il patrimonio da cui è scaturita la sinistra, i legami di solidarietà sono valori fondanti della società umana”.
Di la proposta lanciata dal figlio dello scomparso parlamentare e diretta in modo particolare alla Lega Nord:
“Mi piacerebbe che la mia città, la nostra città, la città che io ringrazio per aver saputo dare molto alla mia famiglia, dedicasse una via o una piazza alla solidarietà. Faccio una proposta alla lega. E lo faccio con il forte rispetto necessario per un partito importante nella politica lecchese. Chiedo anche a lei di essere solidale. Se lo vorrà, potrebbe rinunciare a un valore che è proprio di una parte, pur importante della società lecchese, a favore di un valore che invece è patrimonio di tutta la società lecchese. Intendo dire che potrebbe rinunciare alla piazza della lega lombarda, già piazza della stazione fino a pochi anni fa, per farla diventare piazza della solidarietà. Ciò, a mio avviso, sarebbe fattibile solo se la lega fosse d’accordo. Altrimenti ci sono altre piazze”.

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