Critiche allo spot anti- omofobia: “Non si scherza sulla famiglia”

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LECCO – Erano nell’aria da giorni e lunedì si sono palesate le critiche nei confronti dello spot anti-omofobia presentato nei giorni scorsi da “Renzo e Lucio”, l’associazione lecchese da anni in campo per la difesa dei diritti gay e il rispetto dei diversi orientamenti sessuali.

Ad avanzare la sua disapprovazione è stata Angela Fortino, consigliera tra le fila del Pdl, che non ha affatto gradito il patrocinio che il Comune di Lecco (insieme a quello di Mandello del Lario) ha concesso alla campagna sociale:

“Io e tanti altri cittadini, che in questi giorni mi hanno contattato, non ci sentiamo rappresentati da questo patrocinio e lo contestiamo” ha spiegato Fortino in una nota distribuita lunedì sera alla stampa.

Al centro della polemica è l’idea stessa che lo spot, intitolato “Pranzo di famiglia”, vuole veicolare: l’immagine di un nucleo familiare che vive l’omosessualità con assoluta tranquillità e naturalezza, quindi con un figlio che presenta il proprio compagno ai genitori senza che questi ne rimangano affatto turbati e che, anzi, accettano la rivelazione in un clima di cordialità.

C’è di mezzo un valore che ritengo indiscutibile e non mistificabile come la famiglia – denuncia il consigliere PDL – Con la famiglia non si scherza e non si gioca, è uno di quei valori definito talmente bene dalla Costituzione Italiana da non lasciare spazio ad equivoci ed io voglio difenderne la dignità e il rispetto. Non credo abbia fatto altrettanto chi ha concesso il patrocinio comunale”.

Fortino si è poi rivolta al sindaco Brivio: “Qual’è il significato di famiglia che si vuole far passare ai cittadini lecchesi con questo spot? Con la scusa che in famiglia si può parlare di tutto, in realtà, si propone un modello di unione che, tutt’oggi, non è contemplato dalla Costituzione”.

Fortino si è poi chiesta se per lo spot in questione siano stati spesi soldi da parte dell’Amministrazione comunale, una domanda a cui ha risposto già nelle scorse settimane l’assessore alla Cultura, Michele Tavola, che ha assicurato che le casse comunali non sono state toccate in alcun modo.

Una cosa è il rispetto delle persone e le loro vicissitudini, buone o cattive che siano, altra cosa è fare un pastone e mescolare le carte in tavola al punto che neanche la polenta – il piatto consumato dai commensali nello spot – non si capisce più che cosa è”.