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LECCO – Quinto giorno di disagi lungo le Provinciali del lago e dopo le prime contromisure messe in campo, tra cui i sensi unici alternati per snellire il flusso di veicoli, si cerca ora il colpevole del disastro. Gli occhi sono tutti puntati su ANAS, responsabile dei lavori nel tunnel del Monte Piazzo, chiuso da venerdì dopo la scoperta di lesioni nel rivestimento della galleria.
“Non si vede come mai in trent’anni scarsi di utilizzo, quel tunnel debba cedere – ha dichiarato il presidente della Provincia, Daniele Nava – Oltre a questo saranno da appurare, e sarà compito degli organi deputati a farlo, il motivo per cui la situazione è precipitata modo così repentino e sia stato necessario chiudere da subito la statale”.
Una questione “per nulla chiara” come l’ha definita lo stesso Nava che nel frattempo ha avuto l’assicurazione dall’assessore regionale Maurizio Del Tenno che Trenord potrebbe incrementare il numero di treni sulla direttrice di collegamento tra Lecco e Sondrio, così da rendere più agevole lo spostamento delle persone tra le due province.
A Villa Locatelli, intanto, il Partito Democratico ha presentato un’interrogazione che verrà discussa il prossimo lunedì: “Vogliamo incastrare finalmente l’Anas perché ci ritiene come dei sudditi facendo quello che vuole senza rendere conto a nessuno – ha tuonato il consigliere provinciale, Italo Bruseghini, che non ha risparmiato frecciate nei confronti dell’amministrazione Nava – Alla Provincia imputiamo di non aver monitorato costantemente questi lavori perché, conoscendo la delicatezza della questione, era necessario che stessero più attenti”.
Decisa la richiesta dei democratici: “Vogliamo ora che si raccolga tutta la documentazione inerente al progetto e alla gara d’appalto e se si verificasse che ci sono stati ritardi e che quindi i lavori in galleria sarebbero potuti partire a gennaio anziché e giugno, chiediamo che la Provincia si costituisca parte civile, che denunci Anas per interruzione di pubblico servizio e che chieda il risarcimento dei danni provocati a tutto il territorio, ambientali ed economici. E’ dal 2001 che si parla di questo pericolo, abbiamo aspettato che la tragedia annunciata si realizzasse”.