LECCO – La comunicazione tra mondo sanitario e Media è sempre cruciale; ma quando si parla di emergenza il rapporto diventa ancor più delicato per un motivo di per sé banale: il tempo che si può dedicare alla comunicazione è sempre breve.
“Non c’è tempo per rispondere al giornalista che chiede notizie durante l’intervento; non c’è tempo di lasciar sedimentare la notizia perché sia ricontrollata e poi trasmessa; spesso non c’è neppure il tempo di verificare che ci siano tutte le autorizzazioni del caso – spiega la dott.ssa Cristina Corbetta, responsabile dell’Ufficio Comunicazione AREU, agenzia del 118 – E’ evidente che in situazioni di questo tipo bisogna avere chiara la strada da seguire, a livello comunicativo, in relazione alle varie situazioni che si possono presentare; diverso è, per esempio, il comportamento da tenere durante “l’assalto quotidiano” dei Media rispetto al verificarsi di un evento eccezionale”.
Un ruolo non semplice quello svolto dalla dott.sa Corbetta, mediatrice tra i soccorritori nel pieno di una situazione di emergenza e la stampa che necessita di sapere cosa stia accadendo per informare i suoi lettori. Dalla sua esperienza è nato un libro “118 e MEDIA, istruzioni per l’uso” valido sia per i giornalisti che per gli operatori del 118.
“Ci si rivolge a due target diversissimi, che in teoria hanno due mission opposte: i giornalisti quella di “far sapere”, e gli operatori sanitari quella di tenere riservate tutte le informazioni relative ai propri pazienti – spiega Corbetta – Queste mission così diverse possono trovare un punto d’incontro, nell’interesse del cittadino? Siamo convinti di sì. Non a caso il libro vede il contributo di chi si occupa di comunicazione ma anche quello di chi opera in ambito sanitario; senza dimenticare l’opinione del giurista. Obiettivo, contribuire a disegnare una via possibile di informazione corretta, completa, tempestiva e rispettosa: quella che ciascuno di noi vorrebbe; per sè e per gli altri.”

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