“Crollati i trasferimenti statali, Comuni costretti a fare gli esattori”

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OLGIATE – Riceviamo e pubblichiamo la relazione di Ambrogio Sala, vicesindaco di Olgiate Molgora, in merito al trasferimento di risorse pubbliche tra Comuni e Stato.

“In merito alle discussioni sui bilanci comunali in corso in questi giorni vorrei evidenziare l’evoluzione dei trasferimenti statali. Prendo come esempio il mio Comune, Olgiate Molgora.

Ho ricostruito la situazione dal 2008 al 2013.

 

anno

 entità

  diff.

       %

2008

1.198.750,74         –

2009

1.205.064,68       6.313,94

0,52

2010

1.219.338,63      20.587,89

1,69

2011

972.936,35    225.814,39

-18,52

2012

 346.202,53    852.548,21

-87,63

2013

 59.420,00 1.139.330,74

-329,09

Come si vede negli ultimi due anni c’è il tracollo dei trasferimenti perché lo Stato ha trattenuto e tratterrà quando incassato con l’IMU a tariffe base.

L’intento è evidente ed è duplice:

  • Il primo è far fare da esattore al Comune e, quindi, i cittadini si arrabbieranno con il livello amministrativo più vicino a loro.
  • Il secondo, nonostante le chiacchiere sul federalismo degli ultimi cinque anni, è che non bisogna permettere ai Comuni di essere autonomi. Li si vuole mantenere ai livelli di pura sussistenza.

Per dare un esempio ancora più palpabile del disegno accentratore e contro le Comunità Locali basta esaminare quanto ricevevano i cittadini di Olgiate nel 2008 e quanto ricevono oggi:

anno

entità

residenti__

    procapite

2008

1.198.750,74__         6.140

195,24

2009

  1.205.064,68__        6.260

192,50

2010

  1.219.338,63__        6.278

194,22

2011

    972.936,35__        6.349

153,24

2012

     346.202,53__        6.425

53,88

2013

       59.420,00__        6.436

9,23

Il cittadino di Olgiate è passato da 195,24 euro a 9,23 euro! In più deve pagare un mare di tributi ed imposte locali (dall’Imu all’addizionale IRPEF, ad esempio).

A tutto questo si aggiunge il Patto di Stabilità che non ci permette di asfaltare, ma solo rappezzare le strade, limita fortemente la manutenzione degli edifici pubblici e del territorio. Si rischia di sforare il patto di stabilità ogni volta che nevica.

In questa situazione di crisi non ci sono nemmeno i margini per innovare la spesa. Tutto è come “incollato”.

Anche sulle emergenze sociali è impossibile intervenire organicamente per i continui tagli regionali e statali.

Nel mio Comune ci sono 200 persone in estrema difficoltà e ci sono in più 79 minori con problemi “pesanti”.

Lo Stato e la Regione fanno i rigoristi, ma non pagano  i servizi come dovrebbero per le leggi che loro producono: spesa sanitaria nelle RSA dovrebbero pagare il 50% della retta. Sono fermi al 40%! I costi sanitari veri sono oltre il 70% secondo l’ANCI. Sui Centri  Diurni Disabili intervenire per il 70% dei costi, ma, nel distretto di Merate, hanno una percentuale tra il 39 ed i 44%! Il resto lo mettono i Comuni e le famiglie!

Oltre ai tagli, continuano ad imporre vincoli normativi per impedire il ruolo dell’Ente Locale in un processo di auto organizzazione della Comunità Locale.

Il problema, però, è di reagire. E’ di organizzarsi lo stesso! Gli attori locali non si nascondano dietro il dito del proprio orticello. Tra un anno se non si comincia rischiano di perdere  anche l’orticello”.