LECCO – “I Circoli PD lecchesi e la Direzione Provinciale rivolgono una pressante richiesta al Presidente della Regione Lombardia e all’intera Giunta perché, anche in segno di vera discontinuità con il passato, attuino politiche di sostegno ai bisogni dei cittadini superando la scelta politica dei voucher, strumento che oltre a non dare adeguata risposta alle necessità reali delle persone le lascia sole nella risoluzione dei propri problemi.”
Questa è una delle richieste del PD Lecco al governatore Roberto Maroni, insieme a quella di non istituire voucher da assegnare alle donne vittime della violenza, ma dare piena applicazione con adeguati finanziamenti alla Legge Regionale 11/2012 che affronta il contrasto alla violenza sulle donne nella totalità del problema: agendo concretamente con aiuti immediati alle donne vittime anche attraverso la rete di volontariato che da tempo opera sul territorio con competenza e che va sostenuta economicamente; rivalorizzando il ruolo dei consultori familiari prevedendo un incremento sia di risorse umane che economiche per garantire servizi stabili e non solo azioni a progetto; creando un coordinamento con forze dell’ordine e altre istituzioni per programmare anche un’efficace azione di prevenzione.
“Un problema così complesso deve essere affrontato con un programma che sia continuativo e non sperimentale/ temporaneo – sottolineano dal PD – con mezzi finanziari e progettualità adeguati proprio per non lasciare la donna già ferita, fortemente disorientata, bisognosa di sostegno psicologico, logistico e spesso economico sola ad affrontare tutti questi problemi”.
Il Consiglio Regionale ha approvato all’unanimità in data 18 giugno la Mozione presentata dai consiglieri Pd, a prima firma, Sara Valmaggi e altri che impegna la Giunta a prevedere finalmente i finanziamenti adeguati per la Legge Regionale 3 luglio 2012 , n. 11, (già approvata con grave ritardo rispetto ad altre regioni) ed avviare tutti i procedimenti per istituire il tavolo operativo previsto .
“Solo così, con una progettualità coordinata e non con finanziamenti a pioggia, una grande Regione come la Lombardia, di valenza anche europea, può dare risposte efficaci alla risoluzione delle necessità delle sue cittadine/i e non solo per il contrasto alla violenza sulle donne ma anche per tutti quei temi (conciliazione famiglia-lavoro, disabilità, scuola) che sono a oggi regolati dal solo sistema monetizzante e di difficile fruizione per il singolo, non fornendo invece i servizi essenziali, obbligando alla solitudine e a chi ne ha bisogno ad arrangiarsi – concludono – A maggior ragione il governo lombardo si deve assolutamente sottrarre alla tentazione di monetizzare il grave problema della violenza alle donne. Sarebbe un obbrobrio di tipo culturale, oltre che uno spreco economico”.

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