Ghisallo: i campioni dello sport per l’omaggio a Balatti

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MAGREGLIO – Una cerimonia emozionante. Un momento di preghiera e di riflessione nel ricordo di Ugo Balatti, il mandellese morto lo scorso febbraio schiacciato dal suo trattore nei boschi sopra Abbadia Lariana. Un rito eucaristico nel giorno in cui Ugo avrebbe compiuto 60 anni (era nato infatti il 13 luglio 1953) e in un luogo – il Ghisallo – particolarmente caro agli appassionati dello sport del pedale.

In molti, oggi, hanno raggiunto il santuario della Madonna patrona dei ciclisti per presenziare a un evento voluto in particolare da don Agostino Frasson, direttore della “Casa don Guanella” di Lecco, in onore di un grande amico – come era scritto sulla locandina predisposta dagli organizzatori – che nel corso degli anni si era particolarmente legato a quella comunità educativa.

C’erano appunto gli amici di Ugo, molti dei quali (compreso lo stesso don Agostino) saliti al Ghisallo in bicicletta. E c’erano l’ex campione del mondo Gianni Bugno (che in febbraio era arrivato anche a Mandello per rendere omaggio a Ugo nel giorno dei suoi funerali) e un altro grande del nostro ciclismo di un passato non lontanissimo, quel Claudio Chiappucci protagonista di indimenticabili imprese tanto al Giro d’Italia quanto in particolare al Tour de France e alla Milano-Sanremo.

C’era poi Antonio Rossi, pluricampione olimpico e mondiale di canoa, oggi assessore regionale allo Sport. E c’era Fabio Triboli, il mandellese campione paralimpico di ciclismo nel 2008. Tutti stretti idealmente attorno ai familiari di Balatti – sua moglie Giusy e il figlio Fabio, l’anziana mamma Ida e i fratelli di Ugo – e tutti a rendere omaggio a una figura carismatica del ciclismo lombardo.

“Oggi siamo qui al Ghisallo – ha premesso don Agostino introducendo la celebrazione eucaristica – per dimostrare con un gesto concreto quanto tutti noi abbiamo voluto bene a Ugo e perché vogliamo testimoniare che la nostra vita non si esaurisce con la morte ma va verso la risurrezione”. “Siamo qui anche per dire grazie a Dio – ha aggiunto il sacerdote – per averci donato Ugo e per i momenti che abbiamo condiviso con lui”.

All’omelìa don Agostino si è soffermato su quanto scritto dal giornalista sportivo Bruno Raschi e riportato sul monumento al ciclista eretto proprio a fianco del santuario del Ghisallo: “Poi Dio creò la bicicletta perché l’uomo ne facesse strumento di fatica e di esaltazione nell’arduo itinerario della vita…”. “Non è una frase dissacrante – ha detto il sacerdote, che all’altare era affiancato da don Ottavio – perché quando l’uomo progetta e realizza qualcosa continua la creazione voluta da Dio. Attraverso la bici io ho conosciuto Ugo e grazie alla comune passione per le “due ruote” lui si è avvicinato alla Casa don Guanella”.

“Raschi parlava di fatica e di esaltazione – ha continuato don Agostino – e io credo che fatica e esaltazione siano le dinamiche che ciascuno vive quotidianamente nella propria esistenza perché la vita di ognuno di noi è un itinerario che ci deve anche far sognare”.
Alla preghiera dei fedeli non sono mancate le invocazioni degli amici più stretti di Balatti. “Lui ci ha preceduto sulle piste ciclabili del Paradiso”, ha detto uno di loro. E un altro ha supplicato la Madonna del Ghisallo affinché tenga la sua mano sul capo di Ugo. “Era una persona adorabile – è stato ricordato in un’altra testimonianza – e era speciale perché non era perfetto”.

“L’ho conosciuto quando ancora correvo tra i dilettanti – ha detto Claudio Chiappucci – poi l’ho incontrato più volte da professionista. Mi ricordo quando lo incrociavo su queste strade, a torso nudo… E di lui ho ancora ben impresso quel suo carattere semplice, schietto e gioioso”. “So che continuerà a pedalare per sempre nei nostri cuori – ha aggiunto – perché lui parlava il linguaggio del cuore”.

Prima della conclusione della cerimonia a tutti i presenti è stata distribuita una piccola croce con l’iniziale del nome di battesimo di Balatti realizzata dai ragazzi della “Casa don Guanella” di Lecco ed è stato annunciato che verrà istituito un fondo a nome di Ugo a sostegno delle persone in difficoltà. Quindi un ultimo, lungo applauso, prima di rimontare in sella e riprendere la strada di casa.