Controlli alle attività cinesi: 100 chili di alimenti sequestrati

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    LECCO- Su 27 attività controllate solo 8 erano in regola, nelle altre 19 sono state riscontrate violazioni tra le più varie, dall’occupazione in nero alle norme igienico sanitare.

    Sono i numeri emersi dall’attività portata avanti dai carabinieri del Comando provinciale di Lecco, guidato dal comandante Marco Riscaldati, che insieme ai militari del Nucleo Ispettorato Lavoro di Lecco e del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Brescia, hanno passato in rassegna alcune attività commerciali gestite da cinesi sull’intero territorio provinciale. Controlli che hanno portato a denunciare 18 esercenti con multe per complessivi 70 mila euro.

    A finire nel mirino dei carabinieri i centri estetici, i negozi ma soprattutto i ristoranti (20 sul totale delle 27 attività controllate); solo di questi ultimi sono ben 13 quelli dove i militari hanno rilevato irregolarità.

    Nello specifico, nove ristoratori sono stati denunciati per violazioni alla sicurezza dei luoghi di lavori (omessa valutazione dei rischi, installazione impianti audio-visivi senza autorizzazione) e in due casi sono stati trovati altrettanti lavoratori in nero, di cui uno irregolare sul territorio italiano.

    Ma a destare preoccupazione sono le violazioni alle norme igienico sanitarie, con 100 chili di alimenti in cattivo stato di conservazione che sono stati sequestrati per la distruzione. Tre sono le persone denunciate per questa circostanza.

    Come se non bastasse, sempre all’interno dei ristoranti, i carabinieri hanno rilevato illeciti amministrativi come minor pulizia dei locali e mancato dispetto della destinazione d’uso, mancata etichettatura di alcuni prodotti e vendita di alcolici senza autorizzazione. Per questo, oltre alle sanzioni, è stata fatta una segnalazione all’autorità sanitaria.

    Nelle verifiche ai negozi di abbigliamento sono stati invece denunciati i titolari di due dei tre esercizi controllati per violazione delle norme di sicurezza. Denunciati anche due titolari di altrettanti centri massaggi e un parrucchiere. Per due di loro l’accusa è quella di aver occupato lavoratori in nero e in particolare uno straniero irregolare, favorendone la permanenza illegale sul territorio.

    La stessa denuncia è stata spiccata nei confronti del proprietario di un negozio di alimentari, al quale è stata inizialmente applicata la sospensione dell’attività, poi revocata in virtù delle azioni del titolare per regolarizzarsi.