Resta “appeso” sul Sasso Cavallo, salvo 39enne

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MANDELLO– Pomeriggio di super lavoro, quello di sabato, per il Soccorso Alpino che ha assistito tre persone in difficoltà sulle montagne lecchesi.

Subito dopo pranzo è  giunta una chiamata al centro operativo del Bione da parte di un gruppo di arrampicatori in Grigna,  uno dei quali bloccato lungo la parete poco sotto il Sasso Cavallo.

L’uomo, 39enne originario della Germania ma residente nel milanese, a lungo è rimasto appeso alle corde senza riuscire né a salire né a scendere. Non facile il recupero da parte degli uomini del CNSAS: le condizioni meteo inizialmente non permettevano un agevole intervento in elicottero, tanto che la cima era totalmente coperta da nuvole.

Si è dovuta attendere una schiarita che consentisse l’operazione dall’alto, per evitare un più faticoso (e oneroso in termini di personale coinvolto) avvicinamento all’escursionista da terra. I soccorsi, dopo essere stati portati in loco dall’elicottero del 118,  si sono calati verso il 39enne riuscendo a recuperarlo. L’uomo è stato poi caricato sul mezzo ed elitrasportato alla pista del Bione poco dopo le 16.

Una donna si è invece persa ai piani di Artavaggio, nei pressi del rifugio Nicola. La donna si era inoltrata su un sentiero per una passeggiata, seguendo un altro gruppo di escursionisti; volendo però tonare indietro, ha smarrito la strada ed ha allertato il Soccorso Alpino. Intorno alle 15.30 è giunta la jeep con a bordo i tecnici del CNSAS, nel frattempo però la donna era riuscita a ritrovare la “retta” via.

Sui monti sopra Bellagio, invece, un giovane è caduto mentre si muoveva in bici non distante dal rifugio Martina. Anche in questo caso il Soccorso Alpino si è mosso in jeep raggiungendo il ferito e caricando sul mezzo per trasportarlo al parcheggio dei piani di S. Primo, dove li attendeva un ambulanza. Il giovane avrebbe riportato la sospetta frattura della clavicola.

Una giornata di grandi impegno e sforzo per gli uomini del CNSAS, così come per il personale del 118. Spesso ci si chiede se siano costose queste operazioni (in termini monetari e di impegno del personale) e se possano essere evitate se ci fosse più prudenza da parte degli escursionisti, soprattutto  se non preparati ad affrontare salite fuori dalla loro esperienza. La risposta è sì.