Lo Stato si tiene 3 milioni dei lecchesi, “Rischio dissesto”

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il sindaco Virginio Brivio

LECCO – Questa volta lo scenario è “nero” per davvero: mercoledì, in una conferenza dai toni funesti, il sindaco Brivio insieme a parte della Giunta ha convocato urgentemente la stampa per informare degli ennesimi ed inaspettati tagli ai trasferimenti dallo Stato ai Comuni e che a Lecco rischia di mettere in crisi l’erogazione dei servizi alla città.

C’è il rischio che il Comune di Lecco vada in dissesto finanziario se non si cercherà un assestamento di bilancio, ma sarà necessaria una cura da cavallo per ottenerlo perché non è nostra intenzione aumentare le tasse ai cittadini ” ha spiegato Brivio.

Al centro delle denunce dell’amministrazione è il fondo di solidarietà comunale 2013 stabilito dal recente accordo tra Stato Città e Autonomie Locali, che porterà via 6,3 milioni di euro di trasferimenti dell’IMU destinati al capoluogo manzoniano, restituendone solo 2,5 milioni. Praticamente verranno meno al Comune di Lecco circa 3 milioni di euro delle tasse pagate dai lecchesi, che saranno trattenuti dall’Agenzia dell’Entrate per essere redistribuiti tra gli enti.

“Sapevamo che anche Lecco avrebbe dovuto dare il suo contributo ma si è rivelato doppio rispetto a quanto preannunciato – ha spiegato il primo cittadino – Lo chiamano fondo di solidarietà ma per noi è il fondo della fregatura, esprimiamo tutto il nostro disappunto per i modi, i tempi e l’entità di questi tagli”.

Secondo quanto prospettato inizialmente, il fondo di solidarietà avrebbe dovuto avere un valore complessivo di 4 miliardi di euro, portati poi a 6 miliardi con il conseguente maggiore prelievo da parte del Governo sui Comuni. “Così – ha proseguito l’assessore al Bilancio, Elisa Corti – riceveremo indietro 16,8 milioni a fronte dei 19 milioni dello scorso anno. Soldi che non ci vengono dati e che consideravamo nostri. Ora abbiamo 8 giorni di tempo per andare a modificare l’impianto di spesa, intervenendo dove possibile”.

L’assessore Corti ha precisato che non mancano disponibilità di cassa e che non è a rischio l’erogazione degli stipendi dei dipendenti pubblici e il pagamento dei mutui, ma bisognerà spulciare nella spesa corrente e capire a si dovrà rinunciare. “In questi giorni tutti impegni di spesa sono sospesi – ha precisato il sindaco – anche quelli di mille o due mila euro per iniziative modeste”.

In una lettera al premier Letta, al vice premier Alfano, ai ministri Delrio e Saccomanni,  Brivio ha sottolineato l’emergenza: “Di fronte al mancato trasferimento sono a rischio o il rispetto degli equilibri di bilancio o i servizi essenziali dei cittadini, tra cui la sicurezza stradale, la manutenzione ordinaria degli esercizi pubblici (scuole, palestre, uffici) gli interventi a sostegno delle fasce più deboli della popolazione”.

A rincarare la dose è l’assessore Ivano Donato: “In forse sono tutte quelle risorse che servono ad integrare l’affitto a chi è ai limiti dello sfratto o i servizi di ricovero per bisognosi e senza tetto – ha spiegato l’assessore Ivano Donato – Si dovrà correre ai ripari con l’aiuto delle parrocchie e delle associazioni. Il rischio di tensione sociale è molto alta”.

Il sindaco ha fatto sapere che il Comune si è riservato anche un’azione legale per quella che lo stesso ha definito “una perturbazione” nell’emissione di servizi essenziali per i cittadini. “Siamo buoni ma non coglioni” ha commentato schiettamente Brivio  sottolineando come alcune città italiane (“i soliti noti del Nord e del Sud”) abbiano invece tratto vantaggio da questa manovra.