MANDELLO – “Il pagamento delle contravvenzioni effettuato all’ufficio postale comporta di per sé difficoltà per il Comune, che naturalmente deve poi sempre sapere dell’avvenuto pagamento. Si spiegano dunque esclusivamente con le criticità del sistema di comunicazione appunto tra Comune e Poste i casi denunciati di recente da alcuni cittadini che avevano ricevuto solleciti di pagamento per contravvenzioni che in realtà erano state da loro già pagate appunto presso gli sportelli dell’ufficio postale”.
Mario Modica, comandante della Polizia locale di Mandello, interviene appunto sulla vicenda delle multe già “saldate” e di cui tuttavia accade che il Comune torni a chiedere il pagamento.
“Per semplificare e per chiarire i termini del problema – spiega Modica – sulla scorta dell’esperienza maturata nel comando di Mandello rileviamo che quando un cittadino paga una multa in Posta ottiene una copia del bollettino con un timbro che attesta la data e, anche se non sempre questo accade, con una serie di numeri identificativi. Il pagamento dovrebbe poi essere caricato dall’ufficio in un sistema informatico che “gira” i dati del pagamento stesso al Comune, ma a volte anche questo non accade. Da qui l’emissione dell’avviso di pagamento o, peggio, del verbale con somme maggiorate rispetto all’importo iniziale della contravvenzione”.
Resta il fatto che a quel punto il cittadino, comprensibilmente risentito, si ritiene ingiustamente vessato. E protesta. Evidentemente il servizio di trasmissione dei dati dalle Poste verso gli uffici comunali non sempre funziona a dovere. E allora il comandante della Polizia locale di Mandello entra nel merito delle anomalìe segnalate.
“In qualche caso – osserva Modica – abbiamo rilevato che il bollettino pagato regolarmente non viene poi inviato al Comune, che in tal modo non riesce a depennare il pagante dall’elenco dei suoi debitori. In qualche altro caso il bollettino viene smarrito dalle Poste e il Comune riceve, per via telematica, il cosiddetto “bollettino sostitutivo” da cui, però, non si possono ricavare i dati di chi ha effettuato il pagamento. In altri termini l’ente pubblico incassa sì il denaro, ma non sa chi depennare dall’elenco dei debitori e di conseguenza invia un nuovo sollecito di pagamento al cittadino in questione”.
C’è altresì la possibilità che il pagamento della multa sia avvenuto con un bollettino marcato “DEM”, ossia dematerializzato. Questa indicazione compare sul timbro di avvenuto pagamento inserito dalle Poste sulla ricevuta consegnata al cittadino, solitamente in basso a sinistra del timbro postale che comprova l’avvenuto pagamento.
“A questo punto – afferma ancora il comandante – spiegare le procedure è complicato, ma vorrei semplificare. Il sistema di trasmissione dei pagamenti dalle Poste al Comune non è automatico. Infatti il Comune stesso deve dotarsi di un accesso al sistema delle Poste per scaricare di volta in volta i pagamenti effettuati. Le difficoltà consistono non tanto nell’aggancio dei dati appunto tra Comune e Poste quanto nella successiva verifica del pagamento da parte del Comune, che legge sul sito delle Poste soltanto il numero di riferimento della multa e l’importo pagato. Per sapere però se il cittadino ha pagato la somma esatta e se l’ha fatto entro i termini previsti il Comune deve accedere, per ogni singolo pagamento DEM, alla corrispondente cartella e esaminarne la correttezza (somma effettivamente pagata e termini di scadenza) caso per caso”.
Mario Modica rileva che “ciò comporta tempo e un impegno di personale considerevoli, perché i passaggi da effettuare sono più di uno e occorre agire manualmente per ogni pagamento”.
“Si consideri altresì – aggiunge – che dopo un determinato periodo di tempo i dati vengono cancellati dal sistema elettronico delle Poste e dunque diventa a quel punto impossibile fare la verifica. Da qui la possibilità che il Comune invii la richiesta di pagamento nonostante il cittadino lo abbia già effettuato”.
E’ anche accaduto che qualche DEM non sia mai stato caricato sul sistema e quindi soltanto alla verifica quinquennale dei pagamenti ricevuti dal Comune, sempre che il cittadino abbia conservato la ricevuta, viene riscontrato l’avvenuto pagamento appunto tramite DEM.
“L’invio dei solleciti – spiega ancora il comandante – non è insomma sempre responsabilità dei Comuni. E’ piuttosto il sistema informatico di collegamento tra Poste e Comune a presentare criticità. Ad esempio nel nostro ultimo invio dello scorso 20 settembre di 269 “Ultimi avvisi” in seguito a risultanze di mancato pagamento di multe per l’anno 2012, abbiamo già rilevato due pagamenti effettuati regolarmente da cittadini e mai trasmessi dalle Poste. Per fortuna i due diligenti mandellesi avevano ancora la copia del bollettino postale. Siamo così riusciti a evitare che dovessero pagare un’altra volta. Abbiamo anche mostrato al cittadino che il sistema informatico delle Poste verso il Comune non dava notizia del suo pagamento”.
Mario Modica dà allora qualche importante suggerimento. Innanzitutto quello di conservare i bollettini di pagamento postali per almeno 5 anni così da poterli eventualmente mostrare al comando di polizia in attesa che le criticità evidenziate si risolvano.
“Non c’è assolutamente la volontà di fare cassa “spremendo” i cittadini – osserva – C’è invece la necessità di affinare i sistemi di comunicazione dalle Poste verso i Comuni e, qualora avvenissero casi di indebite richieste di pagamento, la semplice collaborazione tra cittadino e pubblica amministrazione potrà risolvere in tempi rapidi lo spiacevole disagio, nella speranza che vada stemperandosi la sensazione che le Amministrazioni operino in maniera scorretta e sleale nei confronti dei cittadini”.