Camusso e Landini a Lecco: “Il sindacato rappresenti tutti”

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LECCO – I due principali esponenti della Cgil sono tornati a Lecco per onorare la memoria dell’amico Pio Galli: Susanna Camusso e Maurizio Landini avevano raggiunto entrambi il capoluogo manzoniano nel dicembre del 2011, per presenziare ai funerali dello storico sindacalista lecchese, e oggi, venerdì, sono tornati in città per il convegno organizzato dall’associazione che porta il nome dello scomparso dirigente della Cgil.

Un appuntamento che si è aperto in mattinata nell’auditorium della Camera di Commercio e dedicato al tema della rappresentanza dei lavoratori, partendo dall’esempio dei consigli di fabbrica che rappresentano una delle innovazioni principali degli anni ‘60 sul piano sindacale.

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Dopo l’introduzione di Vanni Galli, presidente dell’associazione Pio Galli, tante sono state le figure del sindacato e non solo che si sono alternate  sul palco della sala di via Tonale, per dare il proprio contributo alla riflessione che, partendo dal passato e da ciò che è stata la rappresentanza sindacale negli anni delle “lotte”, ha cercato spunti per affrontare la situazione attuale, tra crisi economica e riforme politiche sul tema del lavoro e dei contratti.

Tra i primi ad intervenire  Mimmo Carrieri, docente di sociologia all’Università Sapienza di Roma e direttore de “Quaderni di rassegna sindacale”, seguito dall’ex segretario nazionale Uilm, Giorgio Benvenuto, dagli ex segretari nazionali della Fiom Antonio Lettieri e Alessandra Mecozzi, l’ex segretario generale della Cgil Antonio Pizzinato, il giurista Roberto Romagnoli, Tiziano Rinaldini della fondazione “Claudio Sabattini” e il suo direttore Francesco Garibaldo. 

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Landini è arrivato al convegno già in mattinata, prendendo posto al tavolo dei relatori presieduto da Diego Riva, segretario lecchese della Fiom, e da Mirco Rota, segretario Fiom Lombardia, insieme al segretario provinciale della Cgil, Wolfango Pirelli. 

Susanna Camusso, leader nazionale della Cgil,  è  invece giunta a Lecco nel primo pomeriggio, al termine della manifestazione milanese dei lavoratori delle banche: “In passato una condizione di lavoro era di per sé una condizione di non povertà. Oggi noi abbiamo parte consistente del nostro mondo del lavoro in cui la condizione lavorativa, anche a tempo pieno, è comunque una condizione di povertà – ha sottolineato Camusso nel suo intervento –  La prima domanda da porsi per affrontare il tema della rappresentanza è se il modello attuale riunifica o no il mondo del lavoro. In passato ci riusciva, oggi riesce solo a rappresentare una piccola parte di quello che si agita in un luogo di lavoro”.

Quindi, se si vuole pensare ad una nuova stagione sindacale, secondo il segretario Camusso “bisogna partire da coloro per i quali non vale dire che lavoro e dignità camminano di pari passo. O ricostruiamo quella dimensione di dignità, che è sopratutto dimensione di libertà, oppure perderemo quei valori di democrazia che dovrebbero caratterizzare il mondo del lavoro”.

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Valori e diritti che, ha sottolineato Landini, “non sono stati regalati ma sono frutto di lotte di lavoratori e lavoratrici  del passato  e che diritti non ne avevano. Oggi siamo di fronte ad una  fase di liquidazione di quei diritti, non perché siano radicalmente cambiati i rapporti di forza nelle fabbriche,  siamo di fronte a provvedimenti legislativi, leggi, che stanno liquidando lo statuto dei lavoratori”.

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Il pensiero va ai giovani, ai nuovi assunti, “che non  ha determinate tutele e che può essere licenziati anche senza giusta causa. Il primo problema che dobbiamo porci è se vogliamo rappresentare quei lavoratori e quelle persone . Ripensare al senso della rappresentanza nei luoghi di lavoro, significa avere la consapevolezza che siamo in una fase nuova sotto ogni punto di vista.  Si sta tornando ad una mercificazione totale del rapporto di lavoro e forse è il tempo di usare quel coraggio avuto da chi in quegli anni diritti non ne aveva”. 

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A margine del convegno, il segretario Camusso ha incontrato i rappresentanti sindacali della Cgil lecchese. Commosso il ricordo di Pio Galli: ““Mi legava a lui  uno straordinario affetto, Pio era una persona che aveva una grande capacità di relazione ed affetto, era anche una persona molto solida nei convincimenti, nei percorsi di relazione con la Confederazione. Un dirigente molto radicato nella condizione operaia ma con una straordinaria visone del mondo del lavoro nella sua unità”.

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