VARENNA – La Corte d’Appello di Milano, con sentenza dello scorso 25 marzo, ha confermato la sentenza emessa dal Tribunale di Lecco il 4 maggio 2012 che condannava il sindaco di Varenna, Carlo Molteni, per il reato di omissione di atti d’ufficio in relazione a una lista di nomi di cittadini residenti che avevano richiesto la prenotazione di 50 posti auto riservati ai varennesi nell’allora costruendo parcheggio multipiano di viale Polvani.
Al riguardo i consiglieri comunali del gruppo di minoranza “Vivere Varenna” hanno diffuso oggi, venerdì 3 aprile, un comunicato in cui si legge che “la vicenda processuale, che prese il via dal ragionevole sospetto di possibile disparità di trattamento operata a vantaggio di alcuni cittadini a scapito di altri, attiene all’omessa risposta alle istanze presentate il 24 maggio 2008 e il 13 giugno dello stesso anno dall’allora consigliere comunale Antonio Bonati quale capogruppo di “Varenna Isola Nuova” con le quali chiedeva di prendere visione della lista depositata presso gli uffici comunali portante un elenco di persone che, a quanto si andava dicendo in paese, avrebbero comunicato preventivamente i loro nominativi al fine di prenotare la futura assegnazione dei posti auto riservati dal bando di gara ai residenti, all’interno del maxiparcheggio”.
“Il comportamento omissivo del sindaco – si legge sempre nella nota di Pinuccio Dajelli, Nives Balbi e Mauro Manzoni – fa seguito alla precedente presentazione di una formale interrogazione sull’argomento depositata il 2 febbraio 2008 dall’altro consigliere di minoranza Giorgio Lanfranconi e alla richiesta formulata il 15 marzo 2008 dal consigliere Balbi al fine di ottenere la produzione del predetto elenco, istanza quest’ultima a cui il sindaco ebbe laconicamente a rispondere che lo stesso era stato da lui secretato”.
“Le mancate risposte e la mancata produzione di documenti richiesti nell’esercizio del nostro mandato – concludono gli esponenti dello schieramento di opposizione – sono purtroppo comportamenti che caratterizzano costantemente questa Amministrazione e nei confronti dei quali ci siamo faticosamente opposti in tutti questi anni con ogni strumento a disposizione”.
Quindi l’ultimo affondo al primo cittadino: “Conosciamo la strafottenza del sindaco e il suo solito tono di sfida. Ma allora perché non si sfida lui davvero? Visto che si giudicherà innocente e, con ogni probabilità, ricorrerà in Cassazione per mettere in discussione la seconda sentenza di condanna, perché non rinuncia alla prescrizione, così da affrontare il giudizio definitivo? Questo sarebbe un comportamento serio”.