Finanza: sequestrati prodotti contraffatti per 29 milioni di €

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    GDF  - FinanzaMILANO –  Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Milano, dopo aver avviato specifiche attività informative e di riscontro, hanno portato a termine, a più riprese, una imponente operazione denominata “Dragon Ghost” nel settore della importazione ed illecita commercializzazione di prodotti contraffatti e pericolosi, destinati a rifornire gli scaffali dei negozi operanti nella zona “China Town” di Milano per essere posti in vendita al pubblico.

    Nel corso dell’attività info investigativa sviluppatasi a partire dal novembre 2014, i finanzieri del Gruppo Milano hanno proceduto al controllo di alcune attività commerciali riconducibili ad esponenti della comunità cinese meneghina che opera principalmente nella zona di via Paolo Sarpi. Partendo dai sequestri effettuati presso i punti vendita, i militari hanno effettuato l’esecuzione, in più riprese, di numerosi sequestri di merce contraffatta o pericolosa, stoccata presso depositi di custodia che venivano ubicati, di volta in volta, in zone periferiche della provincia milanese e distanti tra loro al fine di renderne maggiormente difficoltosa la loro individuazione e la riconducibilità al sodalizio criminale.

    L’attività ha permesso, attraverso una capillare analisi della documentazione acquisita nelle perquisizioni man mano eseguite e mirati pedinamenti dei soggetti coinvolti, a tracciare una esatta mappatura dei locali adibiti a deposito di tali prodotti e a risalire, in ultimo, all’individuazione del deposito principale ove sono stati sottoposti a sequestro ben oltre 39 milioni di merce contraffatta e pericolosa. L’operazione di polizia condotta dai militari della Guardia di Finanza di Milano, oltre a smantellare un intera e florida filiera del falso di etnia cinese, ha permesso di rilevare come fosse in atto, in tale zona, soprattutto tra i commercianti di articoli di materiale elettrico, uno scambio di documenti (fatture) ideologicamente falsi al fine di giustificare, in sede di controllo da parte degli organi preposti, la provenienza lecita dei prodotti acquistati, in realtà “in nero”.

    Una volta ricostruito tale “sistema di sicurezza”, che i commercianti mettevano in opera per schermare la reale provenienza dei beni al fine di rendere poco incisiva l’azione delle forze di polizia, i militari della GdF tramite servizi di appostamento e presidio del territorio, hanno individuato colui che fungeva da grossista e che riforniva la maggior parte dei commercianti di etnia cinese.
    Tale grossista è risultato essere l’ex titolare di una ditta individuale che, a causa di pregresse operazioni di polizia giudiziaria, aveva ceduto la propria attività.

    Le indagini svolte hanno permesso di appurare come il l’uomo, al fine di eludere i controlli, disponesse di magazzini e di un enorme capannone non dichiarati e non riferibili alle attività commerciali intestate a prestanome, ma di fatto gestite dal proprio “entourage familiare”. La distribuzione della merce dal magazzino principale (occulto) alla filiera di commercializzazione al minuto avveniva, nella maggior parte dei casi, durante l’arco notturno e mediante l’utilizzo di manovalanze sempre differenti al fine di non consentirne la ricostruzione da parte delle Forze di Polizia.

    Gli accertamenti effettuati hanno trovato riscontro anche dalla disamina della documentazione fiscale già acquisita nei precedenti interventi e da successive indagini facendo emergere, senza alcun dubbio, che le attività risultavano gestite e condotte sempre dal medesimo “entourage familiare” che, con artifici e raggiri posti in essere al fine di rendere i controlli il più complicati possibile e cercando di far perdere la tracciabilità dei prodotti non conformi nella filiera della commercializzazione, intesterebbero fittiziamente delle attività commerciali a dei soggetti, molto spesso loro dipendenti, sempre di nazionalità cinese.

    In tale contesto è stato inoltre rilevato che gran parte degli articoli posti sotto sequestro negli anni precedenti risultavano importati da ditte risultate essere sconosciute.

    Tale ricostruzione è stata possibile anche grazie ad una accurata risk analysis basata sulle precedenti attività ispettive condotte. Infatti, se alcune realtà commerciali sembravano non avere nulla a che fare con i sequestri di merce pericolosa e/o contraffatta effettuato in precedenza risultando entità giuridiche a sé stanti, l’attività dei militari ha invece ricondotto tale universo di piccole società fantasma ad un unico gruppo di persone dedito in concreto allo stesso disegno criminale.

    Le operazioni di polizia giudiziaria d’iniziativa, si sono, allo stato, concluse con la denuncia complessiva di 8 persone ed il sequestro di 18 milioni 527mila e 172 articoli per violazioni di carattere penale (ex artt. 474, 515, 517 del c.p. ed art. 112, comma 1, del D.Lgs. 206/2005), e  20 milioni 546mila e 835 articoli per violazioni di carattere amministrativo (ex D.Lgs. n. 206/2005, D.Lgs. n. 54/2011, D.Lgs. 188/2008, L. 713/1986 e L. n. 633/1941) per un totale di 39 milioni 74mila e 7 pezzi quantificati in un controvalore di 28 milioni e 217 mila 929 euro.

    Le indagini, tuttora in corso, saranno dirette ad approfondire i profili di illecità fiscale della vicenda con particolare riguardo all’accertamento delle violazioni di carattere tributario da parte dei soggetti coinvolti.