Expo: scenografia sull’acqua, il Comune fa la figura dell’Asen del Girell

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LECCO – C’è un detto lecchese, forse ai più sconosciuto, che recita: “L’asen del Girell el birla giò sol bel”. Tradotto, l’asino del signor Girell (padrone della bestia) cade sul più bello”. Ovvero, quando si ha un’opportunità o un’occasione favorevole non si è capaci di sfruttarla. Ieri sera, il Comune di Lecco, ha fatto la parte dell’asen del Girell.

Expo Lecco 04Infatti, doveva essere la serata dell’ “inaugurazione di Expo con uno spettacolo di illuminazione scenografica sul lago e proiezione architetturale grafica a colori sul campanile della Basilica di San Nicolò”. Con testuali parole è stata annunciata e promossa dal Comune di Lecco l’iniziativa in programma per la sera del primo maggio poi rinviata, causa maltempo, a ieri sera, sabato 2 maggio.

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I lecchesi fiduciosi e curiosi di vedere cotanto spettacolo (nonostante la pioggia scesa comunque in barba al posticipo) hanno risposto alla grande, assiepati in 3 mila circa, sul lungo lago, come se fosse l’ultima domenica di giugno quando in programma c’è lo spettacolo pirotecnico.
E così, pochi minuti prima delle 22.30, ora fissata per il grande evento, sono spuntate dal lago 4 Lucie illuminate ad annunciare lo spettacolo tanto atteso.
Puntuale, alle 22.30, si è attivato un faro che ha illuminato di viola il campanile di Lecco e, in contemporanea, un secondo faro avrebbe dovuto proiettare (il condizionale è d’obbligo visto il pessimo risultato) il simbolo di Expo in alternanza allo Stemma del Comune di Lecco, su un getto d’acqua vaporizzata collocato in prossimità della piattaforma galleggiante. Tutto qua.

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Risultato: persone attonite, allibite, con qualcuno che ha persino provato vergogna per quanto “offerto” ai circa 3 mila astanti rimasti di stucco. Altri invece non hanno resistito nel commentare con le più svariate battute, una su tutte: “E’ stato peggio della corazzata Potëmkin di Fantozzi”. Facce perplesse, sorrisi amari e come non condividere l’incazzatura di chi si è fatto quasi 50 chilometri proprio per assistere allo “spettacolo di illuminazione scenografica sul lago”.

Un flop clamoroso, quindi, sul quale, chi di dovere è chiamato a riflettere dato che ne va dell’immagine di un’intera città.

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