Gli alpini di Rancio e Laorca ricordano Padre Gianola a 25 anni dalla scomparsa

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LECCO – Una serata dedicata a Padre Augusto Gianola, missionario del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere), scomparso il 24 luglio del 1990 all’età di 59 anni, quella in programma venerdì sera, presso la sede Ana di via Paradiso a Rancio (Lecco).

Un momento fortemente voluto dalle Penne Nere e condiviso insieme alla famiglia Gianola, in primis dal fratello Alberto, che si è reso subito disponibile a collaborare col Gruppo degli Alpini per organizzare l’evento.
Evento che prenderà il via alle 20.45 e che alternerà letture e canti alla proiezione della celebre intervista che il giornalista Rai Enzo Biagi fece al missionario nell’ottobre del 1989 in Amazzonia.

Ordinato prete nel 1953, dopo 9 anni in diocesi Padre Augusto Gianola riceve il Crocifisso di missionario partente nella chiesa del Pime a Milano, dalle mani di monsignor Giovanni Colombo, suo rettore nel Seminario di Venegono e prossimo arcivescovo cardinale di Milano.

Nel 1963 viene mandato tra i caboclos, gli indios che vivono sui fiumi dell’Amazzonia brasiliana ed è qui che Padre Augusto inizia un lungo percorso interiore e di vita alla ricerca di Dio, coniugando la missione tra i più poveri al suo smisurato amore per l’avventura.

 

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Nominato viceparroco della Cattedrale di Parintins, Padre Augusto dà vita a numerose iniziative di carattere religioso e sociale. Nel 1966 gli vengono affidate 60 comunità sui fiumi, da Parintins al Mocambo. Nel 1973, dopo dieci anni, torna in Italia per qualche mese di ferie per poi ripartire. Si stabilisce sul Rio Panauaru, ritirandosi di lì a poco al Paratucu, luogo più all’interno sul fiume omonimo, in cui vive da solo in quello che definì il suo eremo. 
Negli anni seguenti realizza in grande il progetto delle “colonie agricole”. Nel 1976 fonda ad Urucani il Nti (Scuola agricola Intensiva) per dare ai figli dei caboclos una formazione agricola moderna. La Scuola acquista in breve tempo una grande fama in Amazzonia, visitata e lodata dalle autorità brasiliane.

 

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Nel giugno del 1985 Augusto compie un’impresa incredibile: in canoa scende il Rio delle Amazzoni fino a Macapa (1400 km) per un totale di 15 giorni di viaggio, circa 138 ore effettive di remo, compiute da solo all’età di 55 anni. Da Macapa va Belém, poi a Recife un po’ a piedi e un po’ in pullman) e in aereo a Lisbona. Da qui va a Fatima a piedi e poi a Lourdes quindi in pullman in Italia. Nel maggio del 1987 la rivista Mondo e Missione pubblica un servizio speciale su padre Augusto. Nel 1989 scopre di avere la lebbra, si fa curare e nel 1990 guarisce.
Nell’ottobre del 1989 il giornalista Enzo Biagi lo intervista in Amazzonia per la Rai il servizio andrà in onda a novembre con un successo straordinario facendo conoscere ed amare al grande pubblico il missionario laorchese.
Nel 1990 per Padre Augusto inizia la lotta contro il cancro, malattia che avrà il sopravvento il 24 luglio del 1990 quando Padre Augusto spira a casa del fratello alberto nel rione di Malavedo.

Scriveva di lui il giornalista Enzo Biagi: “L’ho incontrato in Amazzonia: viveva tra gli indios. Era nato dalle parti di Lecco ed era anche un grande scalatore, ma lo destinarono a un posto dove non c’erano montagne. Soltanto foreste e fiumi. E lui imparò a manovrare una fragile canoa. Viveva con quella strana gente che da lui imparava a dissodare la terra, a seminarla, ad amarsi, a vivere: aveva inventato per loro un mondo possibile e aveva saputo vincere in sé la paura, non solo del giaguaro e dei serpenti,delle scimmie e delle lontre che riempivano le notti con i loro urli, ma si era liberato anche di ogni lusinga. Era un uomo alto, forte e bello; nei suoi discorsi generosi e nel sorriso innocente c’era una scintilla di eternità”.

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L’INTERVISTA DI ENZO BIAGI