LECCO – Domenica alla scoperta dei beni confiscati all’ndrangheta per i giovani del Campo di Lavoro Antimafia organizzato anche quest’anno da Arci Lecco e Libera in collaborazione con CGIL Lecco, AUSER Lecco, cooperativa ALMA FABER, Consorzio Consolida nonché realizzata in collaborazione con Arci Lombardia, CGIL Lombardia e i Comuni di Lecco e Olgiate Molgora.
Un “legali-tour”, come è stata definita l’iniziativa, che ha preso il via dal CFPP di via Montessori, dove dal 24 luglio al 2 agosto i ragazzi stanno trascorrendo questa esperienza insieme ai volontari di entrambe le associazioni lecchesi che li coinvolgono ogni giorno in attività educative e culturali.
“Sono una ventina i giovani che hanno aderito quest’anno – spiega il coordinatore del campo di lavoro, Marco Pessina di Arci Lecco – la maggior parte viene da Lecco, dalla Lombardia e con loro ci sono anche tre ragazzi della Toscana”.
Prima tappa del loro tour è stata l’ex pizzeria Wall Street, confiscata al clan Coco – Trovato negli anni ’90 e recentemente affidata ad Arci, Auser e alla cooperativa Olinda per farla rinascere come “pizzeria della legalità”.
“Questo posto era la centrale operativa del clan, pianificavano traffici di droga, omicidi. Il quartier generale nascosto dietro la facciata di una pizzeria di lusso – ha spiegato ai ragazzi Paolo Cereda, coordinatore provinciale di Libera – Per restituire questo bene alla comunità si è dovuto affrontare un percorso lungo e faticoso: l’immobile è stato sequestrato nell’agosto del 1992 con l’arresto di Franco Coco Trovato, è stato confiscato definitivamente nel 1996, assegnato poi al Comune di Lecco, poi Prefettura e di nuovo Comune nel 2006”.

Ora che la gestione è stata affidata alla cordata delle tre associazioni, per Cereda occorre lavorare per “dare un’identità forte a questo locale che deve ripartire con un luogo di ristorazione ma anche sociale e di aggregazione. Dal punto di vista imprenditoriale la nuova pizzeria dovrà stare in piedi con le proprie gambe, è necessario promuovere questo progetto, recuperare nella memoria dei lecchesi cosa è stato in passato questo posto e cosa vuole essere oggi”.
Nei prossimi giorni i giovani sistemeranno le aiuole del corridoio all’ingresso dell’ex pizzeria con delle per abbellirlo e durante la settimana produrranno dei bancali colorati che dovranno fare parte dell’arredamento della nuova pizzeria.
Oltre a Wall Street, i giovani del campo di lavoro antimafia hanno fatto visita anche agli altri due beni confiscati all’organizzazione criminale: l’ex pizzeria Il Giglio di Pescarenico, da qualche mese diventato un centro di aggregazione per gli anziani del rione, e l’appartamento di viale Adamello che nel 2012 è stato destinato ad housing sociale.
“Il Giglio e la casa di Viale Adamello erano gravati da un’ipoteca bancaria – ha spiegato Cereda – I mafiosi avevano chiesto soldi alle banche che glieli avevano concessi ipotecando il bene, e quindi per riscattarlo le istituzioni dovevano pagare all’istituto di credito gli interessi. L’ipoteca bancaria sui beni confiscati è un ulteriore ostacolo che pesa sul 60% dei beni confiscati in Italia alla mafia. Da tempo Libera chiede che, una volta che il bene viene confiscato definitivamente, vengano chiuse queste ipoteche senza farle gravare sulla comunità”.
Tre i beni confiscati alla mafia nella città di Lecco, mentre sono 22 , ha ricordato il coordinatore di Libera, quelli presenti su tutto il territorio provinciale.

RADIO LECCOCITTÁ CONTINENTAL








































