LECCO – Fallimenti in calo nel settore dell’edilizia: secondo i dati della Cassa Edile Como-Lecco, resi noti dal sindacato Fillea Cgil, nei primi sei mesi dell’anno nelle due province lariane sono state aperte 18 procedure fallimentari contro le 51 che si sono invece registrate nell’intero 2014.
Un trend che, se confermato a fine anno, lascerebbe intravedere un miglioramento della situazione, almeno sul fronte dei fallimenti, perché dalla statistica sono esclusi i concordati preventivi. Non a caso il sindacato mette in guardia e lascia intendere che la crisi dell’edilizia è tutt’altro che alle spalle:
“Siamo di fronte ad un calo delle procedure perché settore si è ridimensionato negli ultimi anni, le aziende sane dal punto di vista finanziario sono rimaste, altre sono scomparse – spiega il segretario provinciale di Fillea Lecco, Giuseppe Cantatore – poi dobbiamo tenere conto che concordati preventivi e fallimenti hanno procedimenti lunghi e quelli emersi lo scorso anno sono ancora gestiti dal tribunale. Attualmente i Tribunali nell’ambito delle sezioni fallimentare sono strapieni e sotto organico. Questo implica prolungamenti significativi sulle procedure a discapito dei creditori, tra cui i lavoratori”.

Anni estremamente difficili quelli che il settore ha recentemente vissuto, che hanno visto in crisi o chiudere alcune delle più importanti imprese lecchesi: nel 2010 il “crack” della Beton Villa di Merate, 376 dipendenti; nel 2012 il fallimento della Fumagalli Edilizia industrializzata di Bulciago, colosso della prefabbricazione residenziale con 154 dipendenti; nel 2013 a Lecco l’Airoldi e Paolo, 50 dipendenti, è finita in concordato preventivo e in ultimo l’Impresa Bianchi di Oggiono che lo scorso mese ha avviato la procedura di concordato.
A queste vanno aggiunte le imprese dell’indotto che hanno subito il “colpo di coda” della crisi dell’edilizia: è il caso della Calvasina spa, specializzata nella lavorazione di lastre di marmo, 25 dipendenti, in concordato preventivo dal 2014 e prima ancora, sempre nel settore del marmo, è fallita la Crippa e Verardo, storica azienda di Barzanò.
“Il vero problema di questa profonda crisi riguarda gli appalti pubblici – spiega Cantatore – ancora non vediamo investimenti sulle infrastrutture che sarebbero necessari per rilanciare il settore. A parte la Lecco-Bergamo e il cantiere di Pusiano non ci sono investimenti da parte dell’ente pubblico. Si parlava di interventi di edilizia scolastica ma, nonostante le scuole siano chiuse, non ne abbiamo riscontrati”.
Il sindacato è consapevole che “l’edilizia non tornerà ai livelli del passato. Fino al 2008 la gente investiva sul mattone – prosegue Cantatore – oggi le condizioni sono drammaticamente cambiate, chi può costruire o ristrutturare lo fa perché ha messo da parte dei risparmi; oggi molti lavoratori, perdendo l’impiego e non avendo lo stesso reddito, attingono dai propri risparmi e lasciano perdere investimenti sulla casa e sui mobili. Subiamo le conseguenze di un’economia fragile”.

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