Migranti ai Resinelli: è polemica tra volontari e cooperativa

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LECCO – Non sono mancate le polemiche durante la serata sul tema migranti e accoglienza di mercoledì sera organizzata da Qui Lecco Libera (vedi articolo). Al termine dell’intervento dell’avvocato Paolo Oddi, esperto in legislazione in materia di immigrazione, l’invito ai presenti è stato infatti quello di offrire la propria testimonianza, relativamente all’attività svolta nei pressi dei campi profughi allestiti nel territorio lecchese.

Presenti in sala molti rappresentanti e membri delle Associazioni che si stanno occupando del problema, chi coordinando le strutture di accoglienza, chi seguendo i migranti, oltre che moltissimi volontari.

 

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Il Centro servizi della Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino dove sono ospitati i 37 profughi

 

A prender parola, scatenando il disappunto di questi ultimi, è stato un operatore della  Cooperativa “I Girasoli” di Desenzano che attualmente gestisce il “Cara” dei Piani Resinelli che oggi accoglie 37 migranti, per lo più nigeriani come ha spiegato: “Sono ragazzi tranquilli e le cose proseguono bene, se pensiamo che la struttura dove sono ospitati è stata messa in piedi in poco più di un giorno. Come cooperativa stiamo garantendo loro cibo, vestiti e un minimo d’istruzione, per permettergli di imparare l’italiano”.

Su questo punto i volontari non sono riusciti a trattenersi:

“Noi abitiamo ai Resinelli – ha spiegato Elisa Ghezzi – e possiamo raccontare come vanno esattamente le cose al ‘Cara’. Il corso di italiano è nato e procede per iniziativa dei volontari, gli stessi che recentemente hanno accompagnato dei ragazzi malati in Pronto Soccorso per farsi visitare e prendere le medicine necessarie perché gli operatori, ci hanno raccontato loro stessi, non hanno la carta prepagata dalla cooperativa. In più sono diverse le richieste di permesso di soggiorno inoltrate e ancora in sospeso, perché gli operatori non accompagnano i richiedenti a Lecco”.

 

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A sinistra con gli occhiali Elisa Ghezzi, titolare de “Il Forno della Grigna” ai Piani Resinelli, volontaria, insieme al marito Beppe

 

A rincarare la dose è stato il marito di Elisa, Beppe: “I ragazzi cucinano per sé, con una piastra che gli è stata fornita dai volontari: cucinano su tre turni, uno dalle 10 alle 15, uno dalle 15 alle 17 e uno dalle 17 a mezzanotte e spesso per permettere a tutti di fare il corso di italiano bisogna chiedere loro di anticipare o ritardare il pranzo, visto che nella struttura manca uno spazio comune dove svolgere attività e si è costretti a farlo in cucina. La cooperativa che gestisce la struttura non si è nemmeno preoccupata di dare loro di adeguati cambi di biancheria e di vestiti: i ragazzi hanno ricevuto in 10 giorni due paia di mutande, il resto è stato portato dai volontari. Tutto quello che hanno è stato dato dai volontari. Un grande aiuto e supporto ci è stato dato dal Sindaco di Abbadia Lariana Cristina Bartesaghi con la quale abbiamo avuto diversi confronti nel corso dei numerosi sopralluoghi al centro”.

 

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Una situazione insomma, quella tracciata da chi vive e frequenta il centro di accoglienza ai Piani Resinelli, molto diversa da quella descritta dalla Cooperativa e che non ha mancato di sollevare polemiche.

“La colpa tuttavia – ha concluso qualcuno – non è nemmeno tutta della Cooperativa ma della Prefettura che ha deciso di ‘relegare’ 37 persone in una struttura che può ospitarne 21, a 1300 m di altezza…