Intervista ad Anna Mei: “Ogni mio record è per i bimbi farfalla”

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LECCO – Amore per lo sport ma soprattutto, amore per una causa umana. E’ la storia di Anna Mei, classe 1967, biker e ciclista su strada detentrice di numerosi record mondiali (l’ultimo stabilito risale al 2013, quando nella 24h su pista percorre 738,851 km alla media di 28,153 km/h), da tre anni eletta ambasciatrice dei “bambini farfalla”, così chiamati per la rara patologia genetica da cui sono affetti che rende cute e mucose estremamente fragili, comportando un continuo distaccamento – sia indotto che spontaneo – della pelle (vengono chiamati “bambini farfalla” proprio perché la delicatezza della loro pelle ricorda quella delle ali di una farfalla).

Sono oramai tre anni che Anna ha deciso di “devolvere” le sue performance sportive alla causa dei bambini farfalla, indirizzando i fondi raccolti al finanziamento delle ricerche per sconfiggere la patologia. Per loro, sempre nel 2013, la ciclista milanese di nascita ma lecchese di adozione – nella nostra città insegna alle scuole primarie di S. Stefano – ha macinato 901 km in 32 ore e 2 minuti. La sfida che si appresta ad affrontare, tra il 31 ottobre e il 1 novembre, è quella dei 1000 km su pista, al Velodromo di Montichiari di Brescia.

Abbiamo incontrato Anna Mei, per farci raccontare il suo impegno in questa causa.

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Com’è diventata ambasciatrice dei bambini farfalla?
La storia in realtà è molto semplice. Fino al 2009 correvo come ciclista normalissima, per lo più in mountain bike, un giorno per caso ho trovato su internet una gara 24h su strada, e decisi di prendervi parte. Scoprii quindi che la gara era a favore dei bambini farfalla e lì ho avuto modo di conoscerli. L’impatto di quella realtà, confesso, non è arrivato subito ma almeno un mesetto dopo. Continuavo a pensarci e avevo capito che questi bambini non avevano bisogno tanto di soldi quanto di qualcuno che facesse sentire la loro voce e li facesse conoscere. Essendo una malattia rara e praticamente sconosciuta non si sente parlarne tanto in giro, eppure questi bambini esistono e conducono una vita di dolore, perennemente sotto antibiotici e praticamente ustionati, a causa delle lesioni continua che si generano sulla loro pelle e all’interno del corpo.

Immaginiamo non esista una cura ancora per questa patologia…
Esattamente, allo stato attuale non c’è una cura ma diverse ricerche. L’obiettivo è naturalmente finanziare la ricerca contro l’epidermolisi bollosa: tutte le mie iniziative da tre anni a questa parte hanno lo scopo di raccogliere fondi da donare all’Associazione Debra Sud Tirol, sostenitrice tra gli altri del progetto Samoa che a sua volta finanzia le ricerche del Cnr di Modena.

Come sostiene attivamente questa causa?
Dopo quella gara, nel 2009, ho deciso che avrei corso esclusivamente per i bambini farfalla: il grosso problema di questa patologia, aldilà del dolore è la discriminazione: sono bambini che vanno in giro sempre bendati, dando di conseguenza l’idea del contagio. Ogni due giorni devono cambiare questi bendaggi, in un processo che dura almeno 4 ore e comporta dolori inimmaginabili: pensate di avere il corpo completamente coperto di vesciche e bolle infette…quando ho scoperto cosa dovevano sopportare questi bambini mi sono ripromessa di non lamentarmi più di una vescica.

Mi sono liberata di tutti gli sponsor che fino ad allora mi avevano dato visibilità per le mie precedenti gare e record mondiali stabiliti: alla fine io stessa sono uno sponsor vivente e mi sono detta ‘perché non sponsorizzare questi bambini?’. Naturalmente è stato un processo molto lungo, …ma alla fine ce l’ho fatta, ora la maglia con cui corro ha unicamente le farfalle e il nome della Società che mi supporta, la Sportnelcuore Cycling Team di Cuggiono, che mi aiuta anche organizzando gare ed eventi per i bambini, i cui proventi vengono naturalmente devoluti a Debra.

Anna Mei_bambini farfalla2015

 

E riesce ad “andare avanti” senza sponsor?
Continuo ad avere degli sponsor che mi sostengono, come Molle, B Emme, Clorofilla ed altri. I benefattori tuttavia non sono mai sufficienti, di fatti io e la Asd Sportnelcuore Cycling Team siamo alla ricerca per finanziare il prossimo record. Il 31 ottobre e 1 novembre i miei sponsor saranno presenti nel palazzetto, ma non sulla mia maglia. Il feedback che ho ricevuto nella mia testa è stato molto forte: questi ragazzi non hanno bisogno tanto di soldi, quelli servono alla ricerca. Loro hanno bisogno di qualcuno che porti avanti la loro causa e dia voce alla loro esperienza. In Italia sono circa un migliaio i bambini farfalla, 30 mila in Europa e oltre 500 mila in tutto il mondo.

Parliamo del record che cercherà di superare: come va la preparazione?
Bè…va!! O sono a scuola o sono in bici, diciamo. La domenica generalmente riposo e quando ho il giorno libero, come lunedì, farò 11 ore. Naturalmente d’estate è molto più facile. Quando ho fatto i 901 km non sono stata bene, colpa anche di un’intolleranza a determinati alimenti, tra cui glutine e caseina. In sostanza prima delle gare facevo il carico di carboidrati, com’è normale che sia, e arrivano alla prestazione intossicata e gonfia. Nel 2013, l’anno del record, l’obiettivo erano i 1000 km ma per il malessere dovuto anche a quest’intolleranza non l’ho raggiunto. Successivi esami hanno rilevato questo problema alimentare e ora ho sto attenta a quello che mangio, quindi…questa volta vanno fatti! Nessuna donna ci è mai riuscita, qualunque tempo stabilirà un record. In settimana quando ho scuola pedalo a casa la sera, quando ho il giorno libero mi toccano le pedalate più lunghe, di 11 ore. L’11 di ottobre al Velodromo di Montichiari farà la prova record di 12 ore per verificare l’alimentazione e altre cose…La mia è diventata un’attività benefica ma richiede una preparazione e uno sforzo notevole. La fatica è la parola chiave, la stessa che mi unisce ai bambini farfalla, che ogni giorno faticano per fare anche le cose più normali.

Insomma vuole far passare un messaggio con il suo impegno.
Più che un messaggio vorrei rappresentare con la mia performance la fatica che questi ragazzi fanno per raggiungere il loro obiettivo. La mia è fisica e mentale, la loro pure. Certo si parla di due fatiche su scale molto diverse… ma idealmente il mio pedalare vuole rappresentare questo, oltre che far conoscere la realtà dei bambini farfalla e aiutare la ricerca per trovare una cura alla loro patologia.

Anna Mei_world record 2013Tra i vari record che ha stabilito qual è il più importante?
Direi il primo che ho stabilito, nel 2011 a Busto Garolfo: dopo aver partecipato a quella gara per i bambini farfalla mi sono detta ‘bello, perché non provare a fare queste gare su strada?’, così mi sono rivolta al  mio preparatore atletico di allora e abbiamo cominciato gli allenamenti. Il record mondiale era ai tempi detenuta da Seana Hogan, che nel 1993 percorse 688 km in 24 h: io non sapevo chi fosse fino a dieci giorni prima della gara!  Alla fine ho superato il suo record, percorrendo 711 km con una media di 30,76 km/h e i soldi ricavati li diedi già allora ai bambini farfalla.

Ha qualche altro progetto avviato per la causa dei suoi ragazzi?
Sì, quest’anno il collegio docenti della Santo Stefano ha approvato un progetto chiamato proprio “Bambini farfalla”: si tratta di una serie di laboratori dove alcune mamme insegneranno ai bimbi a realizzare alcuni gadget che saranno poi venduti. Il ricavato naturalmente sarò devoluto all’associazione Debra Sud Tirol. In futuro sarebbe bello estendere questo progetto alle classi delle  medie e dei licei, per far conoscere questa realtà.

Tra i successi di Anna Mei ricordiamo nel 2007 la vittoria del campionato italiano Circuito 24h mtb Cup, nel 2010 e quindi nel 2011 la vittoria della Milano-Sanremo, il record woman 12 ore e 24 ore outdoor track nel 2011, la vittoria della Coppa del Mondo 24h ultracycling UMCA nel 2012 e quindi il record del mondo 24 ore in pista, nel 2013. Tutta l’attività di Anna Mei si trova al seguente link.

Per saperne di più sull’attività benefica portata avanti dalla campionessa consigliamo di visitare il suo sito www.annamei.it e la pagina facebook Mei Anna. Per meglio diffondere il suo impegno e trovare sponsor a sostegno del record del prossimo 31 ottobre/1 novembre, Anna ha invitato tutti coloro che lo desiderano a compiere un piccolo gesto di solidarietà, che consiste nel realizzare un breve video in cui presentare sé stessi e la propria attività, quindi nominare la malattia dell’epidermolisi bollosa e l’evento del 31 ottobre e 1 novembre. “Con le parole che preferite regalate il vostro sostegno” è l’invito di Anna Mei. Al video vanno aggiunti i seguenti ashtag: #1000k #stopeb #annamei. Il video va quindi caricato su youtube o sui social, e linkato alla pagina dell’atleta. Maggiori info sul suo sito.

Segue un esempio tratto dal video realizzato dal gruppo musicale Soundpressure: https://www.youtube.com/watch?v=qmvm5IfqxBA