![Alcuni dei lavoratori del Tubettificio, con loro anche Enrico Azzardo (Uilm)](https://www.lecconotizie.com/wp-content/uploads/2016/04/lavoratori-tubettificio-510x340.jpg)
LECCO – Continua il confronto tra sindacati e Tubettificio riguardo al futuro dei lavoratori: se la proprietà aveva proposto l’assunzione immediata di una sessantina di dipendenti nella nuova srl del Tubettificio che dovrebbe nascere a fine maggio, i sindacati spingono affinché la nuova società assorba tutte le oltre cento maestranze.
La controproposta dei sindacati è giunta in un incontro avvenuto giovedì mattina nella sede di Pescarenico con la direzione aziendale, un confronto “duro e acceso” spiegano i sindacalisti, durante il quale l’azienda ha posto delle condizioni all’eventuale assunzione di tutto l’organico attualmente in forze al Tubettificio: il taglio sui costi del lavoro, ovvero una riduzione della busta paga rispetto a quella oggi percepita dai dipendenti.
“Si tratta di una riduzione tra i duemila e i cinquemila euro all’anno per dipendente” spiega l’ex Rsu, Giuseppe Mancuso. I lavoratori denunciano la possibilità che l’azienda metta mano anche al premio di produzione e al premio individuale oltre a ribadire che dal 2008 attendono il rinnovo del contratto aziendale.
![Giovanni Gianola (Fim)](https://www.lecconotizie.com/wp-content/uploads/2016/04/giovanni-gianola-300x401.jpg)
“La nostra preoccupazione – ha proseguito Mancuso – è che ci riducano lo stipendio per poi lasciarci a casa tutti dopo pochi mesi. Quello che vorremmo sono garanzie”.
Lo stesso pensiero condiviso dalla Fim Cisl: “Le condizioni possono divenire accettabili se dall’altra parte vi è una proposta credibile – ha spiegato Giovanni Gianola – se c’è possibilità di futuro si discute di tutto, i superminimi non sono un argomento tabù per il sindacato che rappresento ma ci deve essere una proposta credibile e l’azienda deve palesare il proprio piano aziendale, deve essere disposta ad investire”.
Intervenire al ribasso sugli stipendi è qualcosa di “sindacalmente inaccettabile per la Fiom – ha affermato Mauro Castelli dei metalmeccanici Cgil – l’alternativa è capire quanti dei lavoratori passeranno alla nuova società e quanti invece, per mobilità volontaria o accompagnamento alla pensione, resteranno nella srl e in base al loro numero fare della valutazioni”.
Per questo motivo i sindacati hanno promosso un sondaggio tra i dipendenti che si chiuderà il 30 aprile e attraverso il quale si potrà delineare meglio la situazione tra quanti vogliono essere assorbiti dalla Srl. L’assunzione potrebbe avvenire per accordo individuale tra azienda e lavoratore, bypassando i sindacati, e questo, spiegano gli stessi lavoratori, li renderebbe “deboli e attaccabili”.
![Mauro Castelli (Fiom)](https://www.lecconotizie.com/wp-content/uploads/2016/04/Mauro-Castelli-300x450.jpg)
L’accordo al ribasso per salvaguardare i posti di lavoro non è invece da escludere per la Uil: “Poco vale preservare un superminimo importante se poi la nuova società non decolla e si finisce per ingrossare le file dei disoccupati – ha sostenuto il sindacalista Enrico Azzaro – Chiaramente se tutta questa operazione fosse partita con i criteri giusti lo scorso anno, con le vecchie normative sugli ammortizzatori, avremmo parlato in termini rafforzativi, oggi invece ci troviamo a fare una scelta che può portare a rivedere i costi generali dell’azienda. La scommessa è che , con un’azienda più pulita, si concretizzino quella manifestazioni di interesse che ci sono state accennate”.
Il riferimento è ad alcune cordate di imprenditori che si sarebbero fatte avanti con la proprietà, si parla di imprenditori locali, cinesi, tedeschi e di un fondo di investimenti, ma finora, fanno sapere dalla Fiom, non ci sono stati riscontri diretti da parte dei sindacati verso eventuali interessati.