LECCO – Si ride, si riflette, ci si abbandona ai ricordi. Sul palco del Teatro Sociale è tornato Paolo Rossi con il suo spettacolo “Rossintesta”, all’interno della rassegna “Altri Percorsi” promossa da Comune e Provincia di Lecco.
Il più stralunato e incisivo degli attori comici italiani ha fatto il tutto esaurito, trascinando il pubblico tra racconti di vita esilaranti, come il ricordo del periodo del militare o il suo primo incontro con Berlusconi, e frammenti della carriera condivisa con due grandi compagni di viaggio, Gianmaria Testa, cantautore recentemente scomparso ed Enzo Iannacci. A loro è dedicato un “capitolo” dello spettacolo diviso in quattro parti: l’attore, il rapporto tra uomo e donna, l’omaggio ai due grandi maestri e la politica.
“Questo spettacolo non vuole essere una celebrazione di Gianmaria e di Enzo – esordisce subito Rossi – ma una festa, un momento da condividere. A Lecco e a questo teatro mi lega un ricordo lontano nel tempo: proprio qui, mentre portavo in scena uno spettacolo ormai più di 20 anni fa, mio figlio di 5 anni, a cui facevo fare una piccola parte ad un certo punto mi tirò per la giacca e disse davanti a tutti “Papà mi annoio, voglio andare in camerino”.
Venne giù il teatro dalle risate e più volte chiesi a mio figlio, oggi quasi trentenne, di ripetere quella scena, ma lui mi disse “No, papà, non si ripete a teatro. Sono felice di essere qui”.
Sul palco con Rossi, ancora una volta, il chitarrista Emanuele Dell’Aquila e “I virtuosi del Carso”. L’ensemble ha proposto con maestria le canzoni di Gianmaria Testa in una nuova veste in cui la musica si è vestita da teatro colorandosi di sogni, speranze, parole e risate.
“Ricordo la nostra partecipazione al festival jazz di Roccella Jonica – racconta con ironia l’attore parlando dell’amico – Litigammo con il grande Michael Nymann. Noi avevamo il sound check subito dopo lui, mezz’ora lui e mezz’ora noi. Lui invece occupò tutto il tempo per le sue prove. Ah sì? Poiché al concerto noi eravamo in programma prima di lui tenemmo il palco per un’ora e mezza. Quando lo lasciammo era così tardi che per Nymann erano rimaste 200 persone delle 5.000 presenti al festival: Nymann, work is work, ma la maleducation è la maleducation”. E il pubblico non ha potuto che ridere ed applaudire all’esilarante racconto in cui sembra proprio di vedere i due amici, così diversi, eppure così uniti dalla loro arte, rendere pan per focaccia al compositore.
Anche per Enzo Jannacci non mancano gli aneddoti divertenti e una speciale dedica con una delle canzoni preferite dall’amico scomparso nel 2013: “Faceva il palo nella banda dell’ortica”.
Un Rossi in grande spolvero e una garanzia di divertimento e risate per il pubblico lecchese che ha applaudito l’attore di Monfalcone.