GALLARATE – Irregolarità per oltre 1300 lavoratori: è quanto scoperto dai finanzieri della Compagnia di Gallarate che nei giorni scorsi hanno ultimato, in collaborazione con la Direzione Provinciale dell’I.N.P.S e con la Direzione Provinciale del Lavoro di Varese, un attività in materia di tutela dei lavoratori e degli Enti previdenziali.
Al centro delle indagini una cooperativa operante nel gallaratese ed attiva nella gestione di mense. I vertici aziendali, con la collaborazione di impiegati compiacenti, avrebbero messo a punto un sistema di frode attuato mediante l’alterazione dei “cedolini paga” dei dipendenti.
Utilizzando un apposito software, di fatto, le ore riportate sul libro unico del lavoro aziendale risultavano inferiori a quelle prestate da ciascun lavoratore che, ignaro, si vedeva consegnare il “prospetto paga” regolare, a fronte di quello appositamente rettificato, che, conseguentemente, riportava imponibili fiscali e contributivi di importi inferiori, comunicati poi ai previsti enti.
Infatti, durante le attività ispettive sarebbe emerso che, una volta effettuati alcuni “controlli” da parte della Cooperativa ovvero se la decurtazione operata era sufficiente a raggiungere il risparmio previsto, veniva dato il nulla osta alla società che gestiva le paghe, affinché elaborasse il prospetto paga definitivo sulla base di tali dati rettificati, per la trasmissione degli stessi agli Enti destinatari.
In un successivo momento, con uno specifico programma informatico, si sarebbe provveduto a modificare gli importi, in modo da consegnare al lavoratore un cedolino paga che rispecchiasse la propria reale situazione lavorativa.
Accertata dai militari un’evasione IRPEF effettuata dalla Cooperativa per 1,4 milioni di euro, un evasione di ritenute fiscali non operate e non versate nei confronti dei lavoratori per circa 350.000 euro e segnalare all’Ente competente un evasione contributiva per 1,5 milioni di euro
Sette persone con ruoli apicali nella cooperativa, sono stati denunciati alla competente Autorità Giudiziaria per l’ipotesi di truffa ai danni dello Stato. Contestualmente, a seguito della minuziosa ricostruzione del patrimonio illecitamente costituito da parte di tutti gli indagati, è stato richiesto all’Autorità Giudiziaria bustocca il sequestro di beni per oltre 3 milioni di euro (composti da 18 immobili e numerose quote societarie), pari al provento della truffa perpetrata ai danni degli Enti previdenziali e assicurativi nazionali per circa 1,5 milioni di euro, IRPEF evasa pari a oltre 1,4 milioni di euro e ritenute fiscali evasi pari a quasi 350 mila euro.