LECCO – “Noi non ci stiamo”. E’ più che ferma la posizione dei genitori degli studenti della Scuola per Geometri “Bovara”, che all’inizio del prossimo anno scolastico potrebbero ritrovarsi a fare le lezioni in una nuova sede, quella del Manzoni in via Ghislanzoni.
Una possibilità sempre più concreta, in un contesto di riorganizzazione e mobilità scolastica dettata da “motivi di tipo amministrativo” e che già negli anni passati aveva portato ad una suddivisione dell’indirizzo tecnico su tre sedi dislocate, a Lecco, Oggiono e Calolziocorte.
Non potendo mantenere la propria autonomia l’istituto è stato accorpato dapprima al Badoni, quindi al liceo artistico Medardo Rosso: ora la decisione provinciale di ‘traslocare’ i 212 aspiranti geometri nella sede di via Ghislanzoni è la cosiddetta goccia che fa traboccare il vaso, e i genitori non ci stanno.
Lo hanno ben dimostrato sabato mattino, presso la sede del Medardo Rosso, dove hanno incontrato il consigliere provinciale Marinella Maldini, delegato all’Istruzione, insieme ad alcuni esponenti del Collegio dei Geometri Laureati della Provincia di Lecco.
Nonostante il tentativo, da parte di Provincia e dirigenza scolastica, di fare chiarezza sui motivi e sulle modalità del trasferimento i genitori si sentono “presi in giro”, come più volte espresso durante l’animato dibattito, durato per circa due ore. “Lo scorso anno era stato fatto un Open Day per presentare il corso di Geometra, a quanto pare la possibilità di spostare le classi in un’altra sede erano già concrete allora, perchè non ci è stato detto niente e ci siamo in pratica trovati a decisione presa senza possibilità di cambiarla?” hanno detto alcuni di loro.
Il problema del trasferimento in via Ghislanzoni, come spiegato da un rappresentate dei genitori Manlio Farina, riguarda l’idoneità degli spazi per l’indirizzo tecnico dei Geometri: “Tra le criticità a breve termine abbiamo riscontrato la mancanza di aule per i laboratori Cad e con tecnigrafo, cosa non da poco visto che si tratta degli strumenti essenziali per i geometri”.
La nuova “casa” del Bovara occuperebbe il piano terra e una parte del primo piano dell’edificio (di proprietà comunale, ndr) oggi sede del Liceo Classico A. Manzoni: 10 le aule disponibili, una per ogni classe attualmente attiva al Bovara. Sulla mancanza di laboratori, come spiegato dal dirigente scolastico Carlo Cazzaniga, si sta ragionando: “Al piano terra dell’edificio c’è una grande biblioteca che non ci servirebbe. E’ uno spazio amplio e abbiamo calcolato di poterci ricavare un grande laboratorio per AutoCad, con qualche tecnigrafo se necessario, anche se mi è stato riferito dal docente di disegno che i ragazzi oramai usano esclusivamente il computer per disegnare. Servirebbero quindi altri due laboratori, uno di topografia e uno multimediale. Gli spazi fisici ci sono, per quanto mi riguarda penso che in via Ghislanzoni si può stare”.
Infattibile la proposta presentata dal Collegio dei Geometri che, ritenuta la sede di via Ghislanzoni inadatta, aveva individuato nella scuola elementare De Amicis di Via Amendola la possibile destinazione del Bovara: “La De Amicis non è adeguata per ospitare un istituto superiore, è fatta ‘su misura’ per le elementari” ha spiegato il consigliere provinciale Maldini. Ma i genitori non ci stanno e ribattono: “L’edificio che oggi ospita il Bovara è stato realizzato proprio per questo tipo di scuola, è assurdo che i nostri figli debbano sloggiare, in una sede inadeguata per lo più“.
“Quello che chiediamo è chiarezza e garanzia – hanno detto infine – la Provincia, le istituzioni, chi di dovere ci deve garantire che se il trasloco avverrà sarà a ‘lavori terminati’, i nostri figli nella nuova sede dovranno avere tutto il necessario per poter portare a termine gli studi, quindi aule decenti, agibili, i laboratori, gli strumenti per disegnare. Fino a che queste cose non saranno disponibili nella nuova sede rimaniamo dove siamo ora”.
E’ possibile che i genitori torneranno presto sull’argomento, chiedendo un incontro direttamente al presidente della Provincia Flavio Polano e al sindaco di Lecco Virginio Brivio.