RUBRICA – Che caldo ragazzi! Con questo clima non mi sento di biasimare chi sceglie di dissetarsi con qualche bevanda alternativa al vino, ma per i fedelissimi potrebbe essere momento ideale per concedersi un bel Prosecco.
Vino simbolo del “made in Italy”, esportato in tutto il mondo per alcune decine di milioni di bottiglie, in questi anni ha avuto un ruolo fondamentale anche sul mercato interno e si è ritagliata la fama di bollicina fine, piacevole, economica, utilizzabile in molteplici situazioni, dall’aperitivo al “tutto pasto” o in qualsiasi evento o cerimonia.
Da operatore e professionista del vino devo purtroppo segnalare che sulla scia del successo che sta avendo il Prosecco, si sta speculando non poco sulla qualità e si trova in giro davvero un po’ di tutto.
Trovo quindi doveroso fare alcuni chiarimenti soprattutto in relazione alle recenti modifiche ai disciplinari DOCG e DOC che ne regolano la produzione.
Il Prosecco è un vino bianco che può essere prodotto nelle versioni fermo (molto raramente), frizzante e spumante. Il vitigno di riferimento viene chiamato in loco “Glera” e dovrà essere utilizzato per almeno l’85%; per il restante 15% sono utilizzabili sia vitigni autoctoni storici come Verdisio e Bianchetta sia uve internazionali come Pinot b.co e Chardonnay.
Le ultime fondamentali modifiche al disciplinare sono state apportate nel 2014 allorché si sono volute differenziare le zone storicamente più vocate con la qualifica di “Superiore” e l’ottenimento della DOCG. Queste zone sono Valdobbiadene e Conegliano, in l’aggiunta al mitico “Cartizze”, e poi Asolo o Colli Asolani. Per il resto è stato ampliato di molto il territorio della DOC inserendo zone distribuite in ben 9 province tra Veneto ( TV.BL.VI.VE.PD) e Friuli (PD.TS.UD.GO). Considerando che sono consentite rese piuttosto generose di 135 q.li /ha per le DOCG (120 per il Cartizze) e 180 q.li / ha per le DOC , si può intuire l’ampiezza e l’importanza del fenomeno Prosecco.
La versione “Spumante” è sicuramente la più diffusa sul mercato nelle tipologie “Extra Dry” e “Brut” che si differenziano per il residuo zuccherino che va da 12 a 20 gr./lt. per il primo e sotto i 12 gr./lt. per l’altro.
Per la versione “Frizzante” c’è da segnalare che è stato vietato l’utilizzo del “tappo a fungo” per cui non c’è più pericolo di confonderlo.
I prodotti sul mercato sono davvero tantissimi, nella grande distribuzione nelle enoteche e negli esercizi pubblici si possono trovare dei vini
dignitosi a prezzo contenuto e diciamo pure che la qualità pur non essendo eccellente è comunque livellata. Gli eccessi ed i costi ingiustificatamente elevati li si riscontrano soprattutto nel Cartizze, che è comunque un Prosecco spumantizzato in autoclave, per alcuni marchi storici delle zone qualificate a DOCG o per produttori emergenti ben recensiti dalle varie guide come Ruggeri, Follador o Sorelle Bronca.
Personalmente mi sono posto dei limiti di spesa perchè il vino stesso ha dei limiti che generalmente non vanno oltre la piacevole facilità di beva e non lo dico perchè lo ritengo un vino “popolare” ma perché recentemente, fra eventi, fiere e corsi di degustazione, ne avrò assaggiati almeno una ventina di tutti i prezzi e tipologie e quindi me ne sono fatto un’idea.
Piuttosto si faccia maggior attenzione alla tipologia: chi ama gli spumanti secchi si orienti sulle versioni “Brut” perchè gli “Extra Dry” possono risultare fin troppo dolciastri e stucchevoli. Il Cartizze lo si può trovare addirittura nella versione “Dry” con residuo zuccherino attorno ai 30 gr/lt., forse più adatto ad una torta di mele che ad una serie di stuzzichini da aperitivo.
Tra i tanti Prosecchi degustati recentemente mi sono piaciuti il Treviso DOC “Rustico” brut di Nino Franco, semplicemente da manuale, l’Asolo Superiore DOCG “Couvè Indigene” brut Loredan Gasparini ed il Valdobbiadene superiore DOCG extra dry Borgo Molino, tutti prodotti centrati nella tipologia, nella qualità, nel costo senza cadere nella mediocrità.
Tra i prodottini destinati alla quotidianità posso citare il Treviso Doc Casa Bianca brut Venegazzù ed il Prosecco DOC frizzante della cantina Colli Vicentini, territorio di recente acquisizione.
Spero di non essere stato troppo critico, ho fatto solo un tentativo di far rientrare questo gradevolissimo vino nella sua reale dimensione e
vi confesso che stasera con una fresca insalata vegetariana di pasta e verdure di stagione mi stapperò una bella bottiglia di Prosecco frizzante
(piace tanto anche a mia moglie).
Assaggiare per credere Roberto Beccaria
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