Locali non assegnabili, Abbadia li apre a quattro donne rifugiate

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Cristina Bartesaghi, sindaco di Abbadia Lariana.

ABBADIA – Hanno già ottenuto il riconoscimento del diritto di asilo ma ancora non sono state prese in carico dal servizio Sprar per mancanza di posti in provincia e così, queste quattro donne di origine Somala, inizialmente ospitate nel quartiere lecchese di Castello,  erano rimaste nel ‘limbo’ di un servizio di accoglienza che, messo in difficoltà dagli arrivi degli ultimi anni, non poteva al momento farsene carico.

Ci ha pensato il Comune di Abbadia ad offrire loro ospitalità temporanea in due locali di proprietà comunale rimasti liberi e che, per questioni legate questa volta alla burocrazia’, non potevano essere messi a disposizione della cittadinanza. Si tratta di due appartamenti siti in piazza don Luigi Alippi e destinati in origine a due anziani venuti recentemente a mancare.

Alcuni cittadini di Abbadia avevano chiesto di poterne usufruire, fa sapere il sindaco Cristina Bartesaghi, “ma in questo momento l’Amministrazione Comunale è impossibilitata ad emettere bandi di assegnazione poiché Regione Lombardia ha approvato una nuova legge e un regolamento con alcune importanti novità che ci riguardano”.

Gli alloggi, infatti, come spiegato dal primo cittadino, non verranno più assegnati dai singoli Comuni, ma questi dovranno individuare un ente capofila (un Comune) che predisporrà il piano e promulgherà il bando a livello d’ambito, nel caso di Abbadia si tratta dell’ambito di Bellano. Al bando potranno partecipare i cittadini residenti nei Comuni dell’ambito che, ottenendo un punteggio maggiore, potranno avere l’assegnazione di un nostro alloggio.

“Il problema che stanno evidenziando i Comuni è che non è possibile continuare a trasmettere compiti e ruoli senza le necessarie risorse” è lo sfogo del sindaco Bartesaghi.

Nell’attesa, Abbadia ha deciso di accogliere la richiesta della Comunità Montana che gestisce l’accoglienza dei rifugiati ad ospitare in via temporanea le quattro donne. Le ospiterà a titolo gratuito, perché nessuna istituzione al momento le ha in carico, mentre al sistema dell’accoglienza a livello provinciale verrà chiesto di contribuire al pagamento delle utenze e al vitto.

“Nei prossimi giorni si avrà modo comunque di coinvolgere anche le Associazioni del territorio per una collaborazione tutta da progettare – spiega il sindaco – Ci è sembrato doveroso compiere questo passo, al fine di dare il nostro contributo, affinché si lavori tutti insieme per un’accoglienza diffusa, anche in solidarietà con i Comuni del nostro territorio che già da tempo ospitano richiedenti asilo”.