LECCO – “Crediamo che, per decidere su un argomento, sia necessario prima conoscerlo in modo approfondito. Per questo abbiamo voluto organizzare questo convegno, aperto agli amministratori pubblici dei Comuni partecipati, sul tema della tariffa puntuale. Siamo infatti convinti che questa sia la strada su cui occorre indirizzarsi, ma occorre farlo in modo consapevole, conoscendo il contesto generale, approfondendone i vantaggi ma anche i compiti e le responsabilità che questa strada comporta”.
Così Mauro Colombo, presidente di SILEA SpA, ha introdotto il convegno promosso da Operate.it, l’osservatorio nazionale ambiente misurazione e tariffa rifiuti, svoltosi alla presenza di un centinaio di amministratori pubblici presso la sala convegni di Confindustria Lecco Sondrio. Molti gli interventi di un programma ricco di spunti e contributi, ma anche di racconti di esperienze.
Punto di partenza è stata la presentazione del quadro legislativo di riferimento, che ha nel Decreto ministeriale 20 Aprile 2017 il suo riferimento più recente ed autorevole. A sviluppare la riflessione su questo tema è stato Mauro Sanzani, responsabile aziendale di COSEA T&S e componente di Operate.
“Non una nuova tariffa, ma una legge semplice e chiara, di pochi articoli, interamente dedicata a illustrare le regole da adottare in tema di misurazione dei rifiuti, che allinea l’Italia alla normativa europea”, ha sottolineato.
Punto focale del provvedimento l’obbligo per tutti i Comuni che abbiano istituito un sistema di misurazione dei rifiuti di adeguarsi, entro il 6 giugno 2019, al Decreto, a cui comunque devono sottostare anche i Comuni che ancora un sistema di questo tipo non l’abbiano.
Il Decreto ministeriale, inoltre, richiede che sia identificata l’utenza in modo diretto e univoco rispetto all’utente: se prima non era sostanziale, con il DM infatti occorre che all’utente siano fatti pagare i rifiuti prodotti nelle diverse utenze di competenza. E ciò, richiede, a monte, un data-base strutturato in modo corretto.
Altro punto qualificante il Decreto la modalità di misurazione dei rifiuti prodotti, attraverso un sistema di pesatura diretta (nel caso di accesso per esempio ai centri di raccolta) o di pesatura indiretta, in termini di volume dei rifiuti conferiti da ciascuna utenza.
Nel caso di utenze aggregate, alla misurazione diretta, non fattibile o non conveniente, si sostituisce la quantità di ciascuna tipologia di rifiuto raccolta, ripartita pro-capite per ciascuna utenza in base al numero dei componenti. Quanto alla tariffa, la legge introduce la variabile rappresentata dalla qualità del servizio e al numero dei servizi resi.
“L’Italia è leader in Europa per l’applicazione della normativa PAYT (“pay as your throw”). Un primato che va coltivato ed alimentato: per questo motivo è nata operate.it, libera associazione di aziende ed esperti che si pongono quale obiettivo prioritario di far partecipi amministratori pubblici, aziende e cittadini della grande sfida rappresentata dalla tariffazione puntuale, mettendo a fattor comune competenze ed esperienze”.
Lo ha spiegato nel suo intervento Luca Moretti, presidente di operate.it, che ha evidenziato come misurare, gestire e conservare siano le indicazioni del DM 20 aprile 2017, che prevede anche una serie di requisiti importanti, a cominciare dalla inalterabilità e dalla conservazione digitale dei dati, al fine di emettere un tributo o una fattura verso le utenze. Servono dunque anche infrastrutture informatiche che siano sicure e garanti della privacy, oltre che affidabili e performanti nel tempo.
A presentare le esperienze sul campo in tema di tariffazione puntuale sono stati sia Giorgio Prato, direttore generale di Amaie Energia e Servizi, che ha raccontato il percorso verso questo standard innovativo condotto da una serie di realtà della Liguria orientale, in provincia di Savona e Imperia, sia Marco Ricci, membro di Operate e alla guida di Altereko sas, che ha illustrato i benefici della tariffazione puntuale in termini di riduzione dei rifiuti urbani gestiti e di riduzione dei rifiuti da smaltire. I casi di Villa Lagarina (in provincia di Trento), di alcuni comuni del Veronese e di Lissone (Monza e Brianza) sono stati portati all’attenzione del pubblico.