Via Carlo Porta sempre più colorata grazie a Lions e Don Guanella

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Promotori del progetto e artisti in via Carlo Porta

 

LECCO- Via il brutto, spazio a colori: la riqualificazione di via Carlo Porta conclude la sua “fase due” e dopo il primo step del 2017, quando i volti sorridenti dei passanti sono stati immortalati per aggraziare il grigiore del muro che segue il corso del Caldone, ora altri lavori di abbellimento sono stati compiuti ed è ancora una volta la street art a ricavarsi un ruolo da protagonista.

I più attenti avranno già notato la nuova veste del ponte ferroviario, grazie al lavoro di un giovanissimo artista residente in città, ma anche altre parti della via sono state rimesse a nuovo, dalle ringhiere riverniciate al sottopasso migliorato da una striscia accesa dal verde e giallo a ricoprirne la lunghezza e l’angolo del sottoscala. Anche il cancello che chiude la strada nei giorni di piena del torrente, già verniciato lo scorso anno, è stato nuovamente ritoccato di colore.

E’ il progetto “Mai soli se solidali”, finanziato dall’Università per Adulti e Terza Età dei Lions a cui collaborano Casa Don Guanella e Comune di Lecco, a proseguire con questi nuovi interventi per rendere sempre più vivibile una delle strade pedonali più utilizzate dai lecchesi, che dal Centro Meridiana si spostano verso il centro cittadino.

“Abbiamo siglato una convenzione con il Comune e per 10 anni ci prenderemo cura di via Carlo Porta – ha spiegato la presidente dell’Università dei Lions, Cinzia Cesana – avevamo bisogno di qualcuno che ci affiancasse nel progetto ed è nata naturalmente la collaborazione con il don Guanella che ha la sua sede proprio accanto a via Porta. Settimanalmente i ragazzi del don Guanella tengono pulita la via e il letto del Caldone”.

 

La seconda fase del progetto prevedeva il coinvolgimento delle scuole: “Diversi progetti sono arrivati ma non rientravano nell’ambito dell’operazione che volevamo realizzare; con due istituti scolastici lavoreremo da settembre. Tra i lavori che ci sono arrivati, uno riguardava il ponte della ferrovia, inizialmente non pensavano di intervenire anche su quello, ma era troppo bello per non essere realizzato”.

Il giovane Agostino Roveri

 

Così, Lions e Comune hanno chiesto l’autorizzazione a Ferrovie dello Stato per poter lavorare all’abbellimento del manufatto. Il bozzetto vincitore è quello di Agostino Roveri, 18enne di Chiuso, iscritto all’istituto Volta, indirizzo aeronautico, nulla a che vedere con l’arte che ha saputo fare sua nella concezione di ‘strada’. Sua l’opera ammirabile sul sovrappasso della ferrovia, quei soldati stilizzati che reggono fiori anziché bandiere, in messaggio puramente ambientalista.

“Le bandiere dividono, il fiore rappresenta invece la natura che ci accomuna” ha spiegato il giovane artista. La scritta “Per chi o cosa è giusto lottare. Per chi o cosa è giusto combattere” esplicita l’intento dell’opera.

Sopralluogo al sottopasso con Afran e Agostino, i rappresentanti dei Lions e don Agostino di Casa don Guanella

 

“Spesso c’è del pregiudizio sulla street art. Chi si aspetta un messaggio così forte in strada? E’ come un cortocircuito per chi lo coglie” spiega Afran, artista già noto in città nonché autore del prima parte del progetto di via Porta, che ha affiancato con i suoi consigli il giovane Agostino nel suo lavoro.

Per l’assessore Corrado Valsecchi, “questo è un evidente esempio di cittadinanza attiva, grazie a queste persone e associazioni si sta rendendo una città più bella, più viva ed è la più bella risposta ai lamentoni”.

Il Lions “ha deciso di mettersi in gioco, vuole essere parte attiva della città – ha ribadito il vicegovernatore Carlo Sironi – l’Università della Terza Età ha mosso il mondo della cultura, ma messo in moto delle energie per un servizio alla città”.

A simboleggiare la collaborazione dell’associazione con Comune e Casa Don Guanella sono le chiavi della via che il Lions ha consegnato all’assessore Valsecchi e a don Agostino Frasson, responsabile della realtà sociale dedicata ai giovani.

“Don Guanella diceva che tutto il mondo è la nostra patria, ovvero di non chiudersi ma aprirsi a ciò che ci circonda ed è quello che faremo ogni volta che ci sarà l’opportunità per tradurre questo mandato” ha sottolineato don Agostino.

Carlo Sironi e l’assessore Corrado Valsecchi

 

Ad alcuni giorni dalla conclusione dei lavori, la strada era stata già presa di mira da alcuni writer ma la reazione dei promotori del progetto è stata esemplare: delle cornici sono state poste attorno alle ‘firme’ lasciate dagli imbrattatori “per non censurare ma includere tutti – ha sottolineato Afran – una cornice perché se facciamo le cose insieme in un certo contesto allora lavoriamo tutti per rendere più bella la città”.

L’invito agli artisti è quello di non agire nella clandestinità ma di mandare i propri bozzetti ad un indirizzo mail non a caso impresso all’ingresso del sottopassaggio. Il primo soddisfatto è il giovane Agostino: “Abbiamo unito la street art al writing”.