PADERNO – Operai e ruspe in azione sul Ponte di Paderno: annunciati da alcune settimane, sono iniziati martedì mattina i lavori, all’imbocco di Calusco, sullo storico ponte sull’Adda.
Gli interventi riguardano la sistemazione del manto stradale per consentire in Primavera la riapertura del Ponte San Michele a pedoni e biciclette. Come già reso noto da RFI, questa prima fase dei lavori, della durata di 5 mesi, prevede il restauro e il consolidamento dei parapetti, la messa in sicurezza dei camminamenti pedonali laterali con lastre del selciato originale, il rinnovo delle reti antiscavalcamento, la sostituzione dei guardrail ed il rifacimento totale del manto stradale.
“Siamo felici di sapere che i lavori siano iniziati – ha spiegato il sindaco di Paderno, Renzo Rotta – la nostra amministrazione ha messo a disposizione dell’impresa esecutrice un’area pubblica in via Airoldi, vicino al cimitero, per agevolare il cantiere. Sappiamo che la scorsa settimana sono stati messi in opera alcuni sensori predisposti dall’Università di Bergamo ed in grado di monitorare ogni minimo movimento del ponte, questo per garantire la sicurezza di chi sta lavorando”.
Per la messa in sicurezza complessiva del Ponte di Paderno servirà molto più tempo, 18 mesi secondo quanto stimato da RFI che entro fine anno metterà a gara l’intervento.
“Fin dall’ìnizio abbiamo chiesto di accelerare le tempistiche ed intervenire il prima possibile, visti i disagi che la cittadinanza sta vivendo – spiega Flavio Nogara, politico lecchese parte del consiglio d’amministrazione di Ferrovie dello Stato – Purtroppo ci sono dei tempi tecnici che la burocrazia impone, ora con la nomina del commissario straordinario auspichiamo maggiore rapidità”.
E’ della scorsa settimana infatti, con l’approvazione del Decreto Genova, l’ufficializzazione dell’incarico conferito a Maurizio Gentile, amministratore delegato di RFI, a commissario per il Ponte di Paderno.
“Nonostante l’inizio di questi lavori necessari e urgenti – ha proseguito Nogara – credo che una soluzione alternativa debba essere cercata. Il fatto che una fetta importante di traffico tra due province si regga su un ponte così datato deve far interrogare l’intero territorio. Sappiamo che RFI sta facendo uno studio per quel che di sua competenza, gli enti locali (Comuni, Province e Regione) devono sedersi ad un tavolo e prendere seriamente in considerazione un’alternativa viabilistica al Ponte San Michele”.