Un alpinista appassionato, scrupoloso e divertente
“Un tipo scanzonato, ma quando c’era da scalare diventava serissimo”
LECCO – “Siamo devastati. Non si poteva non volergli bene, era il sorriso fatto ragazzo”. L’ex presidente dei Ragni Fabio Palma ha la voce rotta dal dolore, era legatissimo a Matteo Bernasconi.
Nemmeno lui riesce a dare una spiegazione alla morte dell’amico, è ancora incredulo: “Ci eravamo sentiti proprio tre giorni fa, era molto preoccupato per il suo lavoro di Guida Alpina ed era davvero stanco di stare fermo a causa dell’emergenza sanitaria. Di certo era il più prudente di tutti, è tornato indietro un sacco di volte, era una Guida Alpina strepitosa perché univa prudenza e bravura”.
Il Berna era un vero e proprio trascinatore: “Il mio unico rimpianto è di non essere mai riuscito a farlo parlare su un palco. I suoi tantissimi amici lo sanno bene, quando parlava ti faceva morire dal ridere ma allo stesso tempo sapeva spiegare le cose in maniera molto tecnica, era una spanna sopra tutti noi, ma non saliva sul palco. Stavo addirittura progettando di riprenderlo di nascosto per avere un’intervista che mostrasse quel lato che solo i suoi amici conoscono”.
E poi un curriculum alpinistico da fare invidia: “Il Berna è uno dei tre della Ovest della Torre Egger. Quella salita è stata una svolta nell’epoca recente della storia dei Ragni, la decisione sua e di Teo (Matteo Della Bordella, ndr) di andare lì ha dato il via alla rinascita del gruppo. In quegli anni c’era un bel gruppo di giovani e c’era fermento, ma senza la Egger tutto il resto non sarebbe successo. E’ una perdita inaspettata che non ha eguali”.
“Ieri il nostro grande Berna (Matteo Bernasconi) ci ha lasciati – hanno scritto i Ragni sulla pagina ufficiale del gruppo -. In questo momento non abbiamo parole per esprimere il nostro cordoglio. Possiamo solo stringerci in un grande abbraccio alla sua famiglia e a tutti gli amici che hanno avuto l’onore di conoscerlo e di legarsi con lui in montagna”.
Anche il presidente del Cai Lecco e Ragno Alberto Pirovano ricorda la figura di Bernasconi: “E’ entrato nei Ragni nel 2003, proprio quando io ero presidente del gruppo. Aveva 21 anni, era lo scanzonato del gruppo ma ricordo la sua grandissima passione. Mi ricordava un po’ la prima generazione dei Ragni: serissimi quando c’era da scalare ma goliardico e pronto a far ‘baracca’ quando era il momento. Ho ancora in mente, al termine della spedizione al Cerro Piergiorgio, il conto chilometrico delle sue birre. Lui era così…”.
Pirovano, poi, torna con la mente alla spedizione con Fabio Salini alla Ovest del Torre: “Mi chiamò per dirmi che c’era la possibilità di andare al Torre per tentare la prima ripetizione lecchese della via dei Ragni ma c’erano due problemi: il primo erano i soldi per il biglietto aereo, mentre il secondo me l’avrebbe spiegato in un secondo momento. Quando ci trovammo al Caffè Commercio per discutere la cosa gli dissi che il biglietto non era un problema ma doveva arrivare in cima e gli firmai personalmente un assegno, però ero curioso di sapere il secondo ostacolo. Lui tirò fuori la fotocopia mezzo stropicciata di una mappa e mi disse che Salini non era mai stato in Patagonia e lui non aveva idea di come arrivare all’attacco della via. Questo dà un po’ l’idea di che personaggio fosse…”.
Quando era in montagna, però, cambiava totalmente: “Era di una professionalità quasi oppressiva. Ha collaborato con il polo sportivo del Politecnico e quando portava in giro i ragazzi era attentissimo alla sicurezza, controllava l’abbigliamento, tutti i dettagli, era estremamente prudente. Era un alpinista mosso da una grande passione e mi dispiace molto che se ne sia andato così…”.
Tanto dolore anche nella famiglia delle Guide Alpine: “Matteo era prima di tutto un amico, una splendida persona, solare ed estroversa, con la quale ho condiviso molti momenti – ricorda Fabrizio Pina, presidente del Collegio regionale Guide Alpine Lombardia -. Era una guida alpina, un professionista molto stimato e un alpinista di livello, che amava le salite invernali e che ha scalato e aperto vie anche oltre le Alpi, in particolare in Patagonia, uno dei suoi luoghi preferiti. Personalmente sono affranto e come Collegio delle Guide Lombardia ci stringiamo intorno al dolore dei familiari, degli amici e di tutti quello che lo conoscevano”.