I sindaci del centrosinistra chiedono chiarezza alla Regione sull’indice RT
Gattinoni: “Operazione trasparenza per ridare credibilità alle istituzioni e senso agli sforzi dei cittadini”
LECCO – Bergamo, Milano, Brescia, Cremona, Mantova, Varese e anche Lecco: i sindaci di sette capoluoghi lombardi uniti nella richiesta alla Regione di fare chiarezza sulla vicenda dell’indice RT errato, che ha decretato la ‘zona rossa’ la scorsa settimana in Lombardia e innescato lo scontro tra Pirellone e Ministero della Salute.
Un indice calcolato su “dati trasmessi in una certa dimensione da Regione in una prima istanza e poi ritrasmessi con un conteggio differente qualche giorno dopo. Al di la delle accuse reciproche tra i due enti, abbiamo cercato di capire cosa fosse successo” ha spiegato Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, aprendo la conferenza stampa congiunta dei primi cittadini di centrosinistra.
“Secondo la Regione è l’algoritmo dell’Istituto Superiore della Sanità che si è inceppato ma è difficile pensare che l’algoritmo non funzioni solo per la nostra regione” ha proseguito Gori.
L’errore, secondo la ricostruzione dei sindaci, sarebbe legato alla modalità di calcolo dei positivi subentrata dal 12 ottobre scorso, quando non si è più reso necessario il secondo tampone per certificare la negatività dei pazienti, ma è stato ritenuto sufficiente un periodo di isolamento di 21 giorni. Alcuni sistemi di registrazione dei dati di pazienti Covid, in uso alle strutture sanitarie lombarde, non prevedrebbero l’obbligatorietà di inserimento dello stato clinico del paziente e così guariti e deceduti potrebbero non essere stati scorporati dal computo totale dei positivi “andando a gonfiare questo numero” ha proseguito il sindaco di Bergamo.
Se il problema fosse effettivamente sorto da quella data, “è probabile che l’indice RT sia stato sovrastimato per tutto questo periodo – ha aggiunto Gori – quello che chiediamo è di capire, settimana per settimana, se l’errore abbia riguardato solo la decisione dello scorso 15 gennaio, con l’istituzione della zona rossa, oppure se anche prima di Natale e quindi se la Lombardia abbia subito delle limitazioni che non le erano dovute”.
Del resto, alcuni errori sui dati erano stati rilevati anche dai sindaci di alcuni comuni del milanese: a Segrate da 504 positivi rilevati ai 102 riportati all’indomani, a Corsico da 387 positivi a 104 e a Peschiera Borromeo da 400 positivi a 80 in 24 ore. Una riduzione che potrebbe essere dovuta al ricalcolo e quindi allo scorporo dei guariti e deceduti.
“E’ necessario fare trasparenza, i cittadini ne hanno diritto, ne hanno diritto gli amministratori” ha sottolineato il sindaco di Bergamo che è tornato a chiedere la messa a disposizione dei dati relativi al Covid in ‘open data’ e quindi fruibili da tutti. “Qualcuno, così, si sarebbe reso conto dell’errore”.
Una richiesta ai cui si sono associati anche gli altri sindaci, a partire dal primo cittadino di Milano, Massimo Sala: “Il presidente Attilio Fontana mi ha risposto che i dati sono pubblici e di farne richiesta. Ma sono veri oppure no? Non ci interessa fare processi ma è necessaria trasparenza e correggere i malfunzionamenti”.
Il bresciano Emilio del Bono ha chiesto che Regione renda fruibili anche i dati quotidiani sul numero di tamponi effettuati per provincia “Non è banale saperlo e consentirebbe di conoscere il rapporto alla popolazione su ogni territorio, anziché il solo numero assoluto a livello regionale”.
“Serve un’operazione trasparenza – ha detto il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni – non per una caccia alle streghe ma per rinsaldare il patto di collaborazione tra istituzioni che noi sindaci non abbiamo mai fatto mancare a Regione Lombardia, la cui credibilità oggi vacilla. Non possiamo permetterci, in un momento storico come questo che ci vedrà impegnati nel vaccinare l’intera popolazione, ricostruire l’economia, in una società lesa con i nostri ragazzi limitati nella didattica, di avere un sol dubbio che le misure prese abbiano una contaminazione di credibilità”.
“Fare trasparenza – ha aggiunto Gattinoni – serve a ridare autorevolezza alle istituzioni e senso agli sforzi che noi stessi sindaci chiediamo ai nostri cittadini”.