Il lecchese Stefano Righetti nello staff medico della squadra azzurra a Tokyo 2020
Al momento sono cinque gli ori per i ragazzi dell’atletica, mai nella storia azzurra un bottino così ricco
TOKYO – Nessuno l’avrebbe pensato alla vigilia ma, a volte, i sogni si possono pure avverare e in questa edizione dei Giochi Olimpici l’atletica azzurra ci sta facendo davvero sognare ad occhi aperti.
Gianmarco Tamberi (salto in alto) era uno dei pochi favoriti dal pronostico insieme agli atleti della marcia, il marchigiano non ha tradito le attese conquistando la prima medaglia d’oro per l’atletica azzurra saltando la misura di 2,37metri al primo tentativo. Nemmeno il tempo di gioire che Marcel Jacobs si fionda sul traguardo dei 100m fermando il cronometro sul nuovo record europeo, 9”80 e seconda medaglia d’oro per l’Italia.
E’ il giorno della marcia, la 20Km, e le speranze sono tutte per Massimo Stano che guida il gruppo di testa. L’azzurro lotta per il podio, ma nelle battute finali dà il meglio di sé e si invola in solitaria mantenendo una decina di metri di vantaggio fino al traguardo. E’ medaglia d’oro, la terza in casa azzurra. Passa un giorno è tocca ed è la volta della 20km di marcia femminile, gli occhi sono puntati su Antonella Palmisano che se la deve vedere con le forti atlete di Giappone, Cina e Russia. La pugliese continua a far sognare i tifosi azzurri, non ce n’è per nessuna, va all’attacco staccando progressivamente tutte le avversarie e taglia in solitudine il traguardo regalando all’Italia il poker d’oro.
Finita qua? No, non svegliateci il sogno continua. E l’ora della staffetta 4x100m che in batteria ha ritoccato il primato italiano portandolo a 37”95 e si presenta in finale col 4° tempo dove quello che conta, però, è solo correre più veloci che si può. Lorenzo Patta, Marcel Jacobs, Fausto Desalu e Filippo Tortu sfiorano la perfezione e all’ultimo cambio si capisce che gli azzurri possono giocarsi il podio, davanti a tutti l’Inghilterra sembra imprendibile. L’ultima frazione azzurra è stratosferica, Tortu recupera centimetro dopo centimetro l’inglese e lo beffa sul traguardo. Oro, per la quinta volta gli azzurri sono sul gradino più alto del podio alle Olimpiadi a Tokyo. Tra l’altro facendo segnare il nuovo primato italiano, 37”50 che è anche il 2° miglior tempo europeo di sempre dietro solamente al 37”36 della Gran Bretagna.
In tutto ciò c’è anche un pizzico di Lecco: il dottor Stefano Righetti
A Rio 2016 era presente con la Federazione Triathlon, questa volta alle Olimpiadi ci è andato con la “sua” atletica, osservando da vicino tutte le fatiche i sacrifici di questi magnifici ragazzi. Il lecchese Stefano Righetti, infatti, viene da una famiglia di sportivi: papà Gianni, mamma Carmen, la sorella Maria e il cognato Francesco Bona, hanno praticato o praticano tuttora atletica a livello agonistico.
Ai Giochi di Tokyo Stefano Righetti (che rientrerà in Italia la prossima settimana) segue in particolar modo il settore mezzofondo, fondo e marcia. Spesso gli atleti azzurri sono venuti a Lecco per effettuare test in vista degli appuntamenti importanti e il Cab Polidiagnostico di Barzanò è diventato la sede di questi test.
Ma visto che l’atletica è una “questione” di famiglia, come papà Gianni seguiva personalmente l’olimpionica di sci di fondo Stefania Belmondo, anche Stefano segue con particolare attenzione Massimo Stano, grazie all’amicizia cementata nel tempo con Fatima Lotfi, moglie di Massimo, che gareggiava come mezzofondista nelle file dell’Atl Varese e quando veniva a Lecco si fermava a casa Righetti perché amica di Maria. Una tradizione che non si ferma per la famiglia Righetti che continua a mettere la propria competenza al servizio dello sport di altissimo livello.
“Il cielo è azzurro sopra Sapporo!!! E’ tutto vero Massimo Stano è Campione Olimpico!” E ancora “Ci stiamo prendendo gusto!! Secondo oro nella marcia!! Che grande! Che emozioni! Grazie Antonella Palmisano!!” ha commentato Stefano via social dopo le due immense prestazioni.
Saremo un po’ campanilisti, ma ci piace pensare che se questo sogno è possibile un pizzico di merito va anche al medico lecchese. Però, mi raccomando, non svegliateci…