MILANO – La mozione di sfiducia al Presidente Formigoni, presentata da PD-IdV e SEL, è stata illustrata da Maurizio Martina (PD) che ha sottolineato l’opportunità di un voto anticipato.”Siamo di fronte e gravi problemi di legalità, rispetto delle procedure, trasparenza -ha dichiarato l’esponente del partito di minoranza- tutti nodi politici che hanno inquinato l’autorevolezza dell’istituzione. E’ necessario un atto di chiarezza e di responsabilità, senza tirare a campare o mascherarsi dietro alle eccellenze. Per molto meno in Europa si fa un passo indietro, così come da più parti si chiede per uscire da 17 anni di governo schiacciato su un modello di leadership che ruota attorno a un solo uomo, ma che ora appare fuori sintonia con la realtà e che alimenta il vento dell’antipolitica”.
“Un discorso politicamente mediocre, che si limita a ribadire le accuse lanciate dalla macchina del fango, alimentato anche da mass media”. Questo il commento di Paolo Valentini, capogruppo del PdL il quale ha, invece, rilanciato l’opportunità e la necessità di governare in un momento di crisi. “Siamo disponibili a interrogarci e confrontarci su temi concreti, se abbiamo a cuore il bene dei cittadini lombardi occorre che tutti noi ci rimbocchiamo le maniche, nel rispetto delle diverse posizioni ideologiche, senza esaurire la discussione in termini di rissa”.
Secondo il capogruppo della Lega Nord, Stefano Galli, la giunta guidata da Formigoni in questi due anni “ha promosso azioni senza eguali per affrontare la crisi e sostenere imprese e lavoro”, ma ora, ha aggiunto, è necessario rilanciare le richieste della Lombardia in senso autonomista e federalista, “in un’unità d’intenti con Piemonte Veneto, creando un vero asse del Nord, per imporre temi non più rimandabili, interrotti dal governo Monti. E’ necessario un cambio di rotta in senso federalista: basta essere la formica in un paese di cicale. La mozione oggi in discussione è un maldestro tentativo del centrosinistra di forzare un colpo di mano, approfittando del periodo. Da parte nostra , confermiamo la volontà di portare a termine la legislatura regionale”.
Il consigliere dell’IdV Gabriele Sola ha sostenuto che “la gente lombarda grida un bisogno di discontinuità ma l’ultima preoccupazione presente in quest’Aula è quella di restituire la parola ai cittadini”. “Siamo di fronte – ha detto- al fallimento conclamato della coalizione PdL-Lega, separati casa e uniti dai problemi”. “Non ci interessano – ha concluso – le vacanze di Formigoni con Daccò ma quello che Formigoni può aver fatto al ritorno dalle vacanze”.
Per il Consigliere Segretario dell’Ufficio di Presidenza Doriano Riparbelli (PdL) la mozione contiene motivazioni “pretestuose” e persino “ridicole” quando dimentica di motivare il rimpasto di Giunta con la necessità di realizzare un riequilibrio di genere. Riparbelli ha ricordato numerosi provvedimenti della Regione per il sostegno alle imprese e a favore della sanità e del sociale “nonostante i pesanti tagli dei trasferimenti dallo Stato”. “Non permetteremo -ha concluso- che quest’aula si trasformi in una piazza di giudizi sommari, utile a tirare la volata a grillini e a dare spazio all’arte della demagogia”.
La posizione dell’UdC è stata spiegata da Gianmarco Quadrini, che ha detto: “Oggi non possiamo non votare la mozione di sfiducia presentata da una parte delle opposizioni. Abbiamo preso atto che non si sono verificate le condizioni per aprire una fase costituente dopo l’azzeramento di questa giunta. Questa maggioranza è arrivata alla fase terminale e perciò occorre una nuova governabilità. Sono cadute le illusioni di una rivoluzione liberale e federale e fa specie, soprattutto dalla Lega, sentire lezioni di moralità. La fiducia può essere tolta ma anche ricostruita se si ha la capacità di comprendere le ragioni altrui”.
Sostegno alla mozione di sfiducia è stata espressa da Elisabetta Fatuzzo (Pensionati), la quale ha però sottolineato il valore costruttivo del documento “che altro non è un metodo di verifica della maggioranza da parte dell’opposizione. Noi siamo più interessati a governare che a sostenere scontri o governi tecnici come quello proposto dall’UdC, che non rispetta la volontà espressa degli elettori. Mi auguro che tale momento di confronto possa in futuro costituire una base per le decisioni che maggioranza e opposizione dovranno assumere per rispondere a questioni delicate ed urgenti”.
Per Chiara Cremonesi, presidente SEL, “la mozione è un atto pesante ma non avevamo altra scelta perchè questa legislatura è segnata dalla presenza di indagati, e di azioni a carattere solo propagandistico come per esempio è accaduto con la legge sulla crescita. da uno stillicidio di sempre nuovi filoni d’inchiesta ma avete deciso sempre di minimizzare. Non c’è consapevolezza della spaccatura tra palazzo e società e il modello lombardo è logoro”.
Nel dibattito sono anche intervenuti: Franco Mirabelli (PD), Vice Presidente della Commissione Affari istituzionali, Ugo Parolo (Lega Nord), Presidente della Commissione Programmazione e bilancio, Sante Zuffada (PdL), Presidente della Commissione Affari istituzionali, Giosuè Frosio (Lega Nord), Presidente della Commissione Ambiente, Alessandro Alfieri (PD), Presidente del Comitato Paritetico di controllo e valutazione,e l’assessore regionale ai Sistemi verdi, Alessandro Colucci (PdL).
Il dibattito sulla mozione di sfiducia riprenderà nel pomeriggio, a partire dalle 14.30. Prima del voto devono ancora intervenire una quindicina di consiglieri compreso il Presidente Formigoni.
La seduta odierna del Consiglio regionale, presieduta da Fabrizio Cecchetti (LN), si è aperta con un minuto di silenzio in memoria delle cittadine e dei cittadini morti a causa del terremoto, tema che verrà trattato in una specifica seduta di Consiglio. Alcuni consiglieri hanno anche chiesto di prendere in considerazione la opportunità di tenere il dibattito direttamente a Mantova. Il Presidente Cecchetti ha promesso che sottoporrà la proposta all’Ufficio di Presidenza che deciderà all’unanimità tenendo conto delle diverse problematiche presenti sul territorio.