L’amico Carlo Viganò ci riporta alla nascita del Gruppo Escursionisti Calolziesi e al rilancio del gruppo Ana
“Erano gli Anni ’60 e in città arrivò don Giulio Gabanelli: fu una guida per tanti giovani tra i quali c’eravamo anche io ed Enrico”
CALOLZIOCORTE – Ci sono storie che meritano di essere riportate a galla e raccontate anche perché parlano di persone che, forse inconsapevolmente, hanno contribuito allo sviluppo sociale di una città. Il triste contesto della scomparsa di Enrico Bonacina ha fatto riemergere ricordi e storie legate a un gruppo di ragazzi che, negli Anni ’60, ha trovato in don Giulio Gabanelli (all’epoca vice parroco della parrocchia San Martino Vescovo di Calolziocorte) una guida e una fonte d’ispirazione.
Di quel gruppo di giovani facevano parte, appunto, Enrico Bonacina e l’amico Carlo Viganò. Don Giulio, classe 1923, bergamasco è stato un uomo di grandissima cultura senza mai tradire il suo essere “montanaro” tanto che agli inizi degli Anni ’50 fondò lo Sci Club Presolana e successivamente si occupò anche della questione del pronto soccorso in montagna in collaborazione col Cai di Bergamo.
Quando nel 1961 arrivò a Calolziocorte la sua cultura unita a una non comune capacità di guardare avanti fu da stimolo per tanti giovani che si legarono alla sua figura: “Tra loro c’eravamo anche io ed Enrico Bonacina – racconta Carlo Viganò con la voce rotta dall’emozione -. Erano anni particolari, per certi versi complicati, ma don Giulio fu una guida per noi e per tanti altri giovani di Calolziocorte”.
Enrico Bonacina fu il primo presidente del Gruppo Escursionisti Calolziesi Genepì nato, grazie all’impulso di don Giulio, dal desiderio di una ventina di giovani appassionati di montagna: “Io allora avevo solo 15 anni e non potevo essere tra i fondatori per questioni di età, ma la passione per la montagna che ci ha sempre unito era la stessa per tutti – ricorda Viganò -. Anche in questa esperienza la figura di don Giulio fu fondamentale, come lo fu quando, per ricordare Sandro Villa (morto l’8 dicembre 1961 sul torrione Cai del Resegone) e tutti gli appassionati morti in montagna, si decise di costruire la cappella al Passo del Fò inaugurata il 1 settembre 1963 e dove ancora oggi, ogni anno il giorno 8 dicembre, viene celebrata una Santa Messa in ricordo di coloro che hanno perso la vita in montagna. E proprio lì, al passo del Fò, 50 anni fa mi sposò don Giulio”.
Furono anni di grande fermento e, soprattutto, di grande impegno per questi giovani che volevano fare qualcosa per la propria città: “Enrico è sempre stato legato anche al Gruppo Alpini di Calolziocorte, di cui è stato segretario per moltissimo tempo – ricorda ancora Carlo Viganò che, a sua volta, è stato anche capogruppo -. Era il 1966/1967, ero appena tornato da militare, quando Giuseppe “Pippo” Milesi (a cui oggi è intitolato il gruppo Ana di Calolzio, ndr) chiamò me ed Enrico per cercare di dare un nuovo impulso al gruppo che viveva un momento di stallo”.
Tutto questo erano Enrico Bonacina, i suoi amici e l’epoca in cui si sono mossi. Sembrano ricordi lontanissimi, che in pochi conoscono, ma è la storia di Calolzio, è il racconto di una pezzo di società che continua a vivere e di legami che il tempo non ha indebolito ma, anzi, ha reso più saldi: “Ne abbiamo fatte tante assieme, la morte di Enrico lascia un grande vuoto. Credo sia superfluo sottolineare il rapporto di amicizia che mi legava ad Enrico e che, a nostra volta, ci legava a don Giulio – conclude Viganò -. Un legame che non si è mai spezzato: quando era a Zogno, se ci capitava di andare a fare qualche escursione in Bergamasca, una visita da lui era d’obbligo. Accoglieva sempre con grande piacere e faceva sempre trovare una fetta di torta per ‘i suoi amici di Calolzio'”.
I funerali di Enrico Bonacina saranno celebrati sabato 27 agosto alle ore 9.30 nella chiesa Arcipresbiterale di Calolziocorte.
Un ringraziamento a Giorgio Toneatto per il contributo fotografico