MANDELLO DEL LARIO – “Ciao piccolo angelo biondo. Rimarrai sempre nei nostri cuori”. Uno striscione, appeso proprio fuori dalla Chiesa del Sacro Cuore di Mandello del Lario, saluta con affetto la giovane Elisa Della Valle, la diciassettenne deceduta lo scorso lunedì a seguito di un fatale incidente stradale (leggi articolo) e a cui poche ore fa è stato dato l’ultimo saluto. I funerali, che si sono tenuti oggi alle 15.30, hanno raccolto nella principale chiesa mandellese un gran numero di persone, tutte commosse per una morte tanto tragica, che ha strappato Elisa ai suoi cari proprio nel fiore dei suoi anni.
A celebrare la Santa Messa è stato don Pietro Mitta, il quale ha ricordato Elisa come “una ragazza carica di energia, con quell’entusiasmo frizzante tipico dei giovani. Capisco – ha affermato il sacerdote durante l’omelia – la sofferenza della famiglia, della comunità, di tutti noi qui presenti. Ma nonostante questo dobbiamo trovare la forza per contare sull’amore del Signore e sentirlo a noi vicino in quanto è a Lui che affidiamo la nostra Elisa. Non è sempre facile – ha proseguito – mantenere una fede forte dinanzi a tanto dolore. Lo stesso San Paolo dice che il tesoro della nostra fede è conservato in vasi d’argilla, fragili e precari e noi, oggi, abbiamo più che mai questa sensazione, sentiamo che il nostro vaso si potrebbe frantumare di fronte a quanto accaduto.
Sono tante – ha continuato – le domande che ci poniamo ora con insistenza. Perché a diciassette anni? Perché in questo modo assurdo? Perché adesso? Perché proprio Elisa? Perché proprio quei giovani strappati alla vita di cui abbiamo sentito dalle cronache locali degli ultimi giorni? Verrebbe da chiedersi che senso abbia la vita. Ma San Paolo parla anche di gemito dello spirito, della preghiera che suggerisce che un senso c’è, che esiste un’armonia, anche se difficile da vedere. Il gemito ci fa guardare avanti, alla luce di quel Dio che ha conosciuto e amato la piccola Elisa”.
Sempre durante l’omelia, don Pietro Mitta ha colto l’occasione per leggere dinanzi alla chiesa gremita l’Inno alla vita di Madre Teresa di Calcutta, soffermandosi a riflettere sulla “bellezza della vita, qualcosa che Elisa – ha ripreso – ci ha mostrato attraverso il suo entusiasmo. Nella vita può esserci anche un posto per la ribellione, per il rischio o per la trasgressione. Ma voglio dire un “no” fermo, deciso e gridato alla mancanza di responsabilità. Non è mia intenzione – ha precisato – lanciare accuse o condanne, ma ognuno di noi è responsabile della propria vita e di quella degli altri e lo siamo nelle nostre scelte e nelle azioni che compiamo, compresa la guida di una macchina. La decisione della famiglia di donare gli organi di Elisa – ha proseguito – è qualcosa di prezioso. Un atto che ci dice che la vita è dono e condivisione”.
Al termine della funzione, un lungo corteo funebre ha accompagnato Elisa verso il camposanto di Mandello del Lario.