Paralimpiadi finite? Facciamole continuare

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Le paralimpiadi si concludono con il botto rispetto a dove ci eravamo lasciati (mercoledì scorso) e gli atleti più attesi non deludono le aspettative regalandoci grandi soddisfazioni:

– la Camellini porta il bottino a 4 medaglie personali ottenendo un ultimo bronzo nel dorso;

– uno Zanardi immenso conquista 2 ori personali nell’handbike e un argento di squadra. Ciclismo su strada che ci regala gioie con le medaglie dei fratelli Pizzi, Podestà, Pittacolo, Bargna, Farroni e Fenocchio…

– una nota di merito se la guadagna la Legnante con l’oro nel lancio del peso: l’atleta napoletana si presenta in pedana con gli occhi di Diabolik (geniale) e dà il via ad una gara… senza gara, già decisa dopo il primo, inarrivabile, lancio;

– senza dimenticare tutte le medaglie conquistate (28, come quelle dell’Italia olimpica) con gli ori dei vari Camellini, De Pellegrin, Legnante, Zanardi, Caironi, Bargna, Pizzi Ivano & Luca;

– infine Pistorius che, dopo le polemiche degli scorsi giorni e il quarto posto nei 100m, vince di prepotenza i 400m chiudendo con il sorriso le sue para&olimpiadi.

Non è questo però l’argomento di cui vorrei parlare oggi, quanto piuttosto l’importanza di lasciare i riflettori accesi sul tema sport e disabilità (eh sì, questo termine esiste) soprattutto in questo momento in cui la memoria inizia a scolorire i ricordi di ieri.

E’ necessario farlo a due livelli:

– il più importante (e senza dubbio da promuovere al 100%) è la possibilità che lo sport rappresenta per tutte le persone disabili: non voglio parlare dei soliti discorsi “comodi” (vedi socializzare, uscire di casa, etc.), che di sicuro sono validi e molto importanti ma che vanno discussi e approfonditi da chi vive in prima persona queste situazioni, preferirei piuttosto essere immediato e citare soltanto un aspetto: la salute. Sentirsi in forma, sfruttare a pieno le proprie possibilità qualunque esse siano, rappresenta di sicuro il metodo migliore per “stare bene” da un punto di vista complessivo e generale. Questa mentalità sportiva avrebbe anche un grosso riscontro in ambito sanitario con una riduzione importante dei costi assistenziali. Non lo dico io, ma sono considerazioni emerse dagli esperti CONI/CIP durante i corsi gratuiti provinciali nati proprio con l’intento di sensibilizzare le strutture sportive alle possibilità offerte alle persone disabili.

– Proprio quest’ultima asserzione ci porta al secondo elemento, che riguarda il movimento sportivo paralimpico. Ora, noi abbiamo visto le paralimpiadi, con un’ottima copertura mediatica e una grande organizzazione, con la stesse grafiche, la stessa enfasi e lo stesso entusiasmo dei giochi olimpici. Ora che i riflettori si spengono si torna però alla realtà, fatta sì di persone che vogliono praticare uno sport, ma anche di persone che si prodigano in qualità di volontari a rendere tutto ciò possibile, oltre che di costi oggettivi per talune discipline (sapete quanto può costare un handbike da competizione? 🙂 Di certo non è un costo che può sostenere l’ASL, perciò è il privato che deve sborsare molti soldi e questo può portare ad un fenomeno che possiamo definire come la “selettività economica degli sportivi” (comunemente nel mondo dell’automobilismo la chiamano “no money, no race”). Ed è qui che le strutture sportive, denominiamole “standard”, dovrebbero mantenere accesa la fiammella del ricordo paralimpico: è sufficiente contattare il CIP (comitato paralimpico italiano): http://www.comitatoparalimpico.it/ per scoprire che molte strutture possono, con pochi aggiustamenti, essere già pronte per ospitare attività sportive paralimpiche. E’ una grande opportunità, senza chissà quali investimenti e di grande valore umano e sportivo.

Io stesso collaboro con un’azienda del Lecchese (settore disabilità) che vorrebbe sviluppare attività “parasportive” sul territorio. Chi fosse desideroso di ulteriori informazioni o fosse interessato a questo tema può contattarmi senza problemi, a volte basta mettere insieme 3 tessere e il gioco è fatto!

Dott. Mauro Lucchetta – Psicologo dello Sport

Per domande o dubbi: mauro.lucchetta@psicologiafly.com
oppure visitate il sito: www.psicologiafly.com

 

 

 

 

 

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